quotidianosanità.it

stampa | chiudi


07 MARZO 2021
Perché la vaccinazione per gli over 80 in Toscana non ha funzionato?



Gentile Direttore,
la Regione Toscana, con soli 32.988 vaccinati over 80 anni, evidenzia – a differenza di quanto realizzato su altre fasce di popolazione - un evidente gap rispetto alle altre Regioni. Infatti nel Lazio, al 7 marzo, i vaccinati di tale fascia di età sono 146.861, in Emilia Romagna 110.682, in Campania 94.524, in Piemonte 79.635, in Veneto 70.248…
 
In questi giorni si ricevono, in Toscana, molteplici  segnalazioni di preoccupazione e disorientamento da parte degli ultra ottantenni, in merito alla tempistica e alla organizzazione della vaccinazione. Inoltre anche le persone al di sopra dei settant’anni  non hanno alcuna indicazione in merito. Siamo consapevoli delle difficoltà di approvvigionamento dei vaccini, ma vi è una incertezza in più, che genera ansia e, talora, recriminazioni.
 
L’affidamento della vaccinazione degli anziani ai Medici di medicina generale, come qui attuato, ingenera invece incertezze e viene realizzato, inevitabilmente, con criteri non equi di priorità, ma più simili a un sorteggio!
 
Vi sono infatti pazienti anziani il cui medico non ha aderito all’accordo e che pertanto non sanno a chi rivolgersi; altri che segnalano una improvvisa indisponibilità (“il mio medico si è ammalato…”). Vi sono colleghi che vaccinano già gli ottantenni poiché hanno pochissimi anziani fra i loro assistiti; altri invece, avendone molti, essendo loro stessi medici di età più avanzata, con assistiti anziani anche in relazione alle loro specializzazioni professionali (quali ad esempio geriatria, pneumologia), non hanno ancora vaccinato persone al di sopra dei novant’anni.
 
Si è partiti, purtroppo,  da un presupposto sbagliato, ritenendo che questa campagna vaccinale fosse analoga a quella per l’influenza. Si tratta di una sciocchezza!  In primo luogo le attese e l’ansia della popolazione sono del tutto differenti. Si tratta inoltre di una vaccinazione generalizzata alla popolazione, da attuare nel più breve tempo possibile anche per ridurre la frequenza di varianti. I vaccini disponibili, e in primo luogo Pfizer, hanno modalità di conservazione complessa con il conseguente rischio di sprecare le dosi.
 
Inoltre, sebbene gli effetti collaterali siano rari e contenuti, le corrette indicazioni anche a livello internazionale (ad esempio quelle del CDC - Centers for Disease Control degli Stati Uniti) per i luoghi di somministrazione, prescrivono modalità organizzative (attesa post somministrazione, percorsi differenziati, distanziamento ecc.) e disponibilità di farmaci e apparecchiature, che non si riscontrano in molti ambulatori dei Medici di medicina generale.
 
Quali siano state le ragioni, anche politico-sindacali, che hanno suggerito la scelta di questa modalità organizzativa per gli ultra ottantenni poco importa e non è certo tempo di polemiche.
 
La partecipazione dei Medici di medicina generale è preziosa e, come in altre Regioni, dovrebbe essere utilizzata per vaccinare a domicilio – anche in collaborazione con le USCA – pazienti che non possono lasciare la propria abitazione. I medici dovranno segnalare situazioni di particolare fragilità, anche in base ai criteri definiti a livello nazionale e, in particolare, prestare la loro opera nei centri vaccinali, incrementando così le disponibilità oraria di personale qualificato.
 
In tal modo la popolazione potrà, fin da ora, sapere dove, in base al proprio domicilio, verrà vaccinata e in quale presumibile periodo, con date da confermare con le varie modalità già messe in atto in altre occasioni (telefonate, sms, mail, conferma di accettazione ecc.).
 
 
Sarà solo così possibile replicare, sull’insieme della popolazione, quanto attuato, in questi mesi, per sanitari, insegnati e altre categorie di popolazione con efficacia e gentilezza, nei centri vaccinali degli ospedali e del territorio della Regione Toscana
 
Marco Geddes da Filicaia

© RIPRODUZIONE RISERVATA