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Mercoledì 17 MARZO 2021
Nobel. I professionisti sanitari italiani candidati a quello per “La pace”. Ecco come nasce la proposta
La proposta è stata lanciata dalla Fondazione Gorbachev che, a un anno dall’inizio della pandemia, vorrebbe vedere l’alto riconoscimento conferito ai “medici, infermieri, farmacisti, psicologi, fisioterapisti, biologi, tecnici, operatori civili e militari tutti, che hanno affrontato in situazioni spesso drammatiche e proibitive l’emergenza COVID 19 con straordinaria abnegazione, molti dei quali sacrificando la propria vita per preservare quella degli altri e per contenere la diffusione della pandemia”. Ma la proposta italiana se la dovrà vedere con altre 328 candidature pervenute a Oslo.
Conferire il Nobel per la pace al “corpo sanitari italiano”. La candidatura è stata proposta dalla Fondazione Gorbachev, che ha sede a Piacenza, che ha la sua attività più caratterizzante nell’organizzazione dei Summit Mondiali dei Premi Nobel per la Pace, secondo cui l’alto merito andrebbe riconosciuto ai “medici, infermieri, farmacisti, psicologi, fisioterapisti, biologi, tecnici, operatori civili e militari tutti, che hanno affrontato in situazioni spesso drammatiche e proibitive l’emergenza COVID 19 con straordinaria abnegazione, molti dei quali sacrificando la propria vita per preservare quella degli altri e per contenere la diffusione della pandemia”.
La candidatura del personale sanitario italiano è un’idea, fanno sapere dalla Fondazione Gorbachev (che per inciso non sembrerebbe avere nulla a che fare con l'omonima fondazione creata dall'ex premier dell'Urss Mikhail Gorbachev) "ha raccolto già consensi in Italia e il benestare di Oslo".
Inoltre, informa sempre la Fondazione proponente, come previsto dal protocollo di candidatura, la proposta è stata ufficialmente sottoscritta da un Nobel per la Pace, l’americana Lisa Clark, che ha prestato attività di assistenza volontaria durante l’epidemia ed attualmente vive in Toscana. Co-presidente dell’International Peace Bureau, Clark ha ricevuto l‘onorificenza nel 2017.
“Ho candidato il corpo sanitario italiano al premio Nobel per la Pace”, ha spiegato Clark, “poiché la sua abnegazione è stata commovente. Qualcosa di simile a un libro delle favole, da decenni non si vedeva niente del genere. Il personale sanitario non ha più pensato a sè stesso ma a cosa poteva fare per gli altri con le proprie competenze”.
Ma la proposta italiana se la dovrà vedere con altre 328 candidature. Ciò che non è stato detto nella comunicazione della Fondazione Gorbachev di Piacenza è però il fatto che questa candidatura si confronterà con altre 328 proposte avanzate da tutto il mondo per il Nobel per la Pace 2021. Di queste candidature, come si può leggere sul sito web della Fondazione Nobel, 234 sono riferite a individui e 95 a organizzazioni. Da questa lista nel periodo febbraio-marzo viene selezionata una short list di una cinquantina di candidati e nessuno sa se in quella short list ci sarà anche la proposta italiana per gli oepratori sanitari.
Per statuto la Fondazione Nobel non divulga infatti i nomi di proponenti e candidati per ben 50 anni dalla data di candidatura e quindi ufficialmente non sappiamo quali sono i candidati di quest'anno tranne nei casi in cui gli stessi proponenti pubblicizzano la loro candidatura, come avvenuto nel caso della Fondazione Gorbachev che ha dato ampia publicità alla sua proposta di candidatura del personale sanitario italiano.
Inoltre va sottolineato che al momento di questa candidatura non si parla molto sulla stampa, tranne che in Italia. In un dispaccio della Reuters di quelche giorno fa si indicavano tra i possibili candidati quelli del dissidente russo Alexei Navalny, dell'Organizzazione mondiale della sanità, del programma di vaccini Covid COVAX e dell'attivista per il clima Greta Thunberg. Ma della "nostra" candidatura non si faceva parola.
E solo a ottobre sapremo se la proposta italiana avrà avuto o meno il consenso del Comitato per il Nobel.
Per il presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti, si tratterebbe comunque di “un importante riconoscimento per il loro grande impegno, la dedizione e i sacrifici, costanti in tutto questo difficile anno di emergenza. Tutta Italia non vi ringrazierà mai abbastanza ed è pronta a fare il tifo, ma comunque vada per noi avete già vinto!”.
La candidatura piace anche a Danilo Massai, presidente di Opi Firenze-Pistoia: “E’ un riconoscimento importante”. “Ma - evidenzia Massai - bisognerebbe che ci fosse attenzione per la nostra professione ogni giorno: i giovani vanno via e lo stipendio dell’infermiere italiano è ancora l’ultimo d’Europa”.
“Da marzo 2020 a oggi la nostra categoria non ha mai smesso di essere sotto stress – prosegue il presidente dell’Ordine interprovinciale delle Professioni Infermieristiche Firenze-Pistoia -. C’è ancora bisogno di comprendere che l’infermiere è una figura essenziale e di definire standard lavorativi che ne valorizzino la professione. Per dare un’idea, in Italia lo stipendio medio dell’infermiere è 1.450 euro a differenza degli altri Paesi europei dove si attesta sui 2.200-2.300 euro. Differenze che vanno colmate se non si vuole continuare ad avere carenza di infermieri”.
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