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Venerdì 02 APRILE 2021
Un anno di Covid. Il video dell’Apss di Trento per raccontare come è cambiata la nostra vita

Il protagonista del video, realizzato dall’Azienda provinciale per i servizi sanitari, è Ivan Eccli, 70 anni, uno dei primi pazienti covid ricoverati nella terapia intensiva di Trento. Quattro minuti per ripercorrere le tappe angoscianti di questo anno, dalle immagini di Trento deserta dell’aprile 2020 ai reparti di terapia intensiva che un anno dopo sono ancora sotto forte pressione. Ma anche un modo per ringraziare il personale sanitario dell’impegno profuso ogni singolo giorno per far fronte all’emergenza.

A un anno dall’inizio della pandemia, il Trentino vuole ricordare. E lo fa attraverso un video (vedi a fondo pagina) realizzato Azienda provinciale per i servizi sanitari (Apss) che vede protagonista Ivan Eccli, 70 anni, uno dei primi pazienti covid ricoverati nella terapia intensiva di Trento, che esattamente un anno fa lottava in corsia.
 
È la storia di uno solo dei 539 pazienti che dall’inizio della pandemia, in Trentino, hanno avuto bisogno di cure in terapia intensiva. Ma attraverso la sua voce riemergono i ricordi e i timori di tutti i cittadini trentini. I tanti interrogativi della primavera 2020 (quando il mondo in pochi giorni è completamente cambiato) ma anche la grande riconoscenza verso la sanità trentina: “Quando sento le notizie sui nuovi ricoverati in terapia intensiva mi viene una stretta al cuore – dice Eccli – e penso con grande riconoscenza ai medici, agli infermieri e a tutto il personale che dopo un anno sono ancora in prima linea”.

Nel video si vedono le angoscianti immagini di Trento deserta dell’aprile 2020 (durante il primo lockdown). I messaggi audio diffusi con i megafoni in strada per invitare tutti a restare in casa. I reparti di terapia intensiva che un anno dopo sono ancora sotto forte pressione.

Ma vuole essere anche una storia di speranza con il protagonista, Ivan Eccli, che – in occasione del controllo annuale – è tornato in ospedale per incontrare il personale del reparto tra cui l’infermiera che durante il ricovero gli leggeva i messaggi provenienti da casa.

Una storia di speranza, “che ci invita però - evidenzia al’Apss -  a mantenere grande prudenza e attenzione: a un anno di distanza infatti la sanità trentina è ancora concentrata nella lotta contro il virus”.
 

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