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Mercoledì 07 APRILE 2021
“L’equità in sanità come valore. Al via il ‘ReSpes’ dove saranno censite tutte le buone pratiche”. Intervista a Gianfranco Costanzo (Inmp) 

"Saranno considerati in particolare gli interventi di prevenzione e promozione della salute a livello nazionale, regionale, provinciale, distrettuale, comunale, che presentino un significativo impatto nel campo dell’equità nella salute. Abbiamo immaginato una piattaforma on-line ben articolata che possa essere consultata da tutti in modo diretto e trasparente". A raccontarci come funzionerà la nuova banca dati sulla buona sanità in questa intervista è il direttore sanitario dell'Inmp e responsabile del progetto

Una raccolta di esperienze orientate all’equità nella salute, realizzate con finanziamenti pubblici e privati, inserite in un repertorio ad hoc e valutate con un punteggio motivato e trasparente che consente di rendere visibile chi ha fatto veramente buone cose per la popolazione fragile.
 
È questo l’identikit del ReSPES (Repertorio degli interventi di Sanità pubblica orientati all’Equità nella Salute) promosso dall’Istituto Nazionale per la promozione della salute delle popolazioni Migranti e per il contrasto delle malattie della Povertà (Inmp) presentato il 2 marzo scorso in coincidenza con l'apertuta della selezione pubblica per le candidature.
 
Una vera e propria anagrafe della “buona sanità” nella quale le buone pratiche che hanno funzionato potranno anche essere “premiate”. L’intento dell’Inmp, come ha spiegato in questa intervista Gianfranco Costanzo, Direttore Sanitario dell’Istituto e responsabile del Respes, è infatti anche quello di investire risorse su nuovi progetti di sanità pubblica coinvolgendo proprio coloro che hanno dimostrato di essere bravi nel progettare e nel realizzare interventi.
 
Ma l’Inmp guarda oltre, la sfida è consolidare la sua iniziativa mettendola a disposizione anche dei soggetti istituzionali che vogliano finanziare progetti di sanità pubblica, sostenendo così “la cultura virtuosa della buona progettazione pubblica a beneficio della buona spesa in sanità”. E Il bando pubblico per partecipare all’iniziativa è ancora aperto, sul sito di Inmp e fino al prossimo 30 aprile sarà possibile candidarsi.
 
Dottor Costanzo, creare una banca dati della “Buona Sanità”, che riunirà in un Repertorio ad hoc i progetti impegnati attivamente nell’eliminazione di ogni barriera di accesso alle prestazioni e di ogni discriminazione nel diritto alla salute, è sicuramente un obiettivo sfidante. Ci spiega la portata di questa iniziativa...
Iniziamo con il dire che non è una semplice banca dati, benché la definizione sia efficace. E non lo è in quanto sottende un meccanismo importante che è quello della valutazione. Oggi abbiamo riscontrato in letteratura, sia in Italia che all’estero, l’esistenza di più di una banca dati sulle buone pratiche in sanità pubblica. Ma sappiamo anche che in tale ambito è complesso oggettivare la qualità e la bontà degli interventi. Gli indicatori di impatto non sono facilmente obiettivabili a differenza di quanto può avvenire, ad esempio, per gli interventi di riqualificazione edilizia ospedaliera, i cui indicatori sono facilmente misurabili e individuabili. Migliorare la sanità pubblica, facilitare l’accesso alle cure, e via discorrendo, dipende invece da molti elementi. Basandoci su evidenze scientifiche, abbiamo quindi immaginato di mettere in piedi, da un lato una raccolta di esperienze orientate all’equità nella salute, realizzate con finanziamenti pubblici e privati, da inserire nel ReSPES, ossia il Repertorio degli interventi di Sanità pubblica orientati all’equità nella salute; e dall’altro di poter valutare detti interventi secondo la metodologia “EST”, dove la “e” sta per efficacia, la “s” per sostenibilità e la “t” per trasferibilità. In sostanza, così come stabilisce una norma europea sul riuso dei materiali sviluppati con risorse pubbliche, noi crediamo che le buone iniziative, quegli interventi che hanno funzionato dimostrando di produrre effetti e di essere sostenibili, possano essere trasferiti in altre realtà ed anche “premiati”.
 
Qual è quindi la differenza con i comuni Repertori?
L’introduzione di una valutazione, che esita in un punteggio con modalità di attribuzione motivata e trasparente. In sostanza spiegheremo come ogni punteggio sia stato ottenuto e in virtù di quale punto di forza dell’intervento in esame. Il risultato sarà reso pubblico sullo stesso repertorio e consentirà di rendere visibile chi ha fatto veramente buone cose. Non solo, potremo investire risorse di INMP su nuovi progetti di sanità pubblica coinvolgendo proprio coloro che hanno dimostrato di essere bravi nel progettare e nel realizzare interventi.
 
Quali interventi entreranno nel Repertorio?
Saranno considerati in particolare gli interventi di prevenzione e promozione della salute a livello nazionale, regionale, provinciale, distrettuale, comunale, che presentino un significativo impatto nel campo dell’equità nella salute. Penso ad esempio a quelli diretti alla popolazione fragile o a interventi in grado di favorire il superamento di barriere di accesso alle prestazioni sanitarie e sociosanitarie, grazie a specifiche soluzioni di ordine organizzativo, socio-economico o culturale.
 
I punti di forza?
Trasparenza, autorevolezza e indipendenza. Abbiamo immaginato una piattaforma on-line ben articolata che possa essere consultata da tutti in modo diretto e trasparente. Inoltre, abbiamo istituito il CEV (Comitato Esperti Valutatori), composto da 13 personalità di alto livello nel mondo della salute, autorevoli e indipendenti. Saranno coordinati dal prof. Fabrizio Faggiano, ordinario di Igiene all’Università del Piemonte Orientale e affiancati da un segretariato tecnico-scientifico. In sostanza, abbiamo voluto separare il momento gestionale da quello della valutazione.

Obiettivi a lungo termine?
Attivare un processo virtuoso grazie al quale i futuri interventi in sanità pubblica possano avvalersi, già nella fase della “progettazione”, di una valutazione di solidità metodologica, sotto i profili dell’efficacia, della sostenibilità e della trasferibilità. L’ambizione è quella di consolidare lo strumento e di metterlo a disposizione anche dei soggetti istituzionali, ad esempio gli Enti regionali e nazionali che vogliano finanziare progetti di sanità pubblica, sostenendo così la cultura virtuosa della buona progettazione pubblica a beneficio della buona spesa in sanità.
 
E per chi volesse presentare i proprio progetti quali sono le indicazioni da seguire?
Abbiamo organizzato per il prossimo 8 aprile un webinar, dalle ore 11 alle ore 13. In quell’occasione presenteremo il Repertorio e illustreremo le opportunità che esso fornisce; verranno anche chiariti i principali passaggi utili a facilitare le candidature. Il bando pubblico per partecipare alla valutazione del ReSPES resterà aperto, sul sito di Inmp, fino al prossimo 30 aprile.
 
Ester Maragò
 

 

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