quotidianosanità.it
stampa | chiudi
Mercoledì 14 APRILE 2021
Senior Italia Federanziani: “Da Speranza ancora nessuna risposta su errori campagna vaccinazione”
Messina: “Dal Ministero sin dall’inizio della pandemia, sulla mancanza di un piano pandemico aggiornato, sugli errori del piano vaccinale, sull’incapacità di mettere in sicurezza gli anziani e le fasce fragili della popolazione, mentre si creava invece una confusione enorme nelle priorità vaccinali che ancora adesso scontiamo.
“Dopo quanto emerso nella trasmissione di Porta a Porta, dove è stata messa in luce l’incapacità del precedente Governo di concludere una semplice transazione economica per diventare comproprietaria del vaccino di Oxford con un investimento trascurabile (20 milioni di euro), e dopo le polemiche che ne sono seguite, ci saremmo aspettati perlomeno un chiarimento dal Ministro Speranza”, dichiara il Presidente Senior Italia FederAnziani Roberto Messina.
“A quel che ci risulta, invece, - prosegue - nessuna spiegazione è stata fornita in merito dal Ministro, così come non abbiamo assistito a nessun mea culpa sulle scelte sbagliate compiute dal Ministero sin dall’inizio della pandemia, sulla mancanza di un piano pandemico aggiornato, sugli errori del piano vaccinale, sull’incapacità di mettere in sicurezza gli anziani e le fasce fragili della popolazione, mentre si creava invece una confusione enorme nelle priorità vaccinali che ancora adesso scontiamo. A sentire poi le parole del senatore Gianluigi Paragone (“Non è l’Arena”, puntata dell’11 aprile) il Ministro, oltre a sottrarsi al confronto con le associazioni e con i giornalisti non graditi, non risponderebbe neppure alle interrogazioni parlamentari, per esempio sul tema dei vaccini e del loro approvvigionamento. Rispetto alla negoziazione dei contratti, il Ministro ha provato a scaricare la responsabilità sull’Europa, ma va detto che di tali trattative sono sempre stati tenuti al corrente tutti i Paesi europei, inclusa l’Italia, che ha concordato e condiviso le modalità, come sottolineato anche da ADUC, in un comunicato che rimarcava anche come a fronte di una percentuale analoga di vaccinati (almeno una dose) in Germania e in Italia (15,52%, e 14,80%) i morti, per milione di abitanti, siano 940 in Germania e oltre il doppio, ovvero 1.892, in Italia”.
“Come è facile constatare – sottolinea - , non basta certo affidarsi a un’ordinanza firmata dal Commissario per l'emergenza Covid-19 Figliuolo, per far sì che gli anziani e i fragili vengano effettivamente vaccinati per primi, perché sarebbe come ritenere utile la chiusura della stalla dopo che sono scappati i buoi. Se ora ci si sente in dovere di ribadire che la campagna di vaccinazione deve proseguire in modo uniforme a livello nazionale, senza deroghe ai principi che la regolano, facendo riferimento all'ordinanza che indica le categorie prioritarie, è perché nella pratica tutto questo non accade e non può accadere dal momento che non si è stati in grado di imporre sin dall’inizio queste semplici indicazioni, mentre si è estesa in maniera indiscriminata la platea dei soggetti da vaccinare subito: questo ha fatto sì che le persone maggiormente a rischio finissero per diventare, nei fatti, solo una categoria tra le altre, e che oggi l’Italia sia indietro di anni luce sulla vaccinazione degli anziani rispetto ad esempio alla Gran Bretagna, con tutto quello che ne consegue in termini di decessi”.
“Solo adesso – conclude - si propone una soluzione come l’allungamento dei tempi della seconda dose di Pfizer e Moderna, eppure come sempre le idee arrivano con un drammatico ritardo rispetto ai tempi e ai numeri, che purtroppo incalzano drammaticamente e oggi ci parlano di 114.612 morti. Alla questione sanitaria si aggiunga, infine, la disgraziata gestione delle chiusure e delle aperture, che ha messo in ginocchio il Paese senza arginare significativamente la diffusione del virus. Di fronte a tutto questo torniamo a chiedere che il Ministro faccia un passo indietro, in modo da lasciare spazio alla discontinuità di cui il Paese ha bisogno non solo per affrontare la sfida attuale, ovvero la fase finale della pandemia e la gestione ottimale della campagna vaccinale che essa richiede, ma anche le sfide future, tra cui anzitutto quella profonda trasformazione del Servizio Sanitario Nazionale che sarà imprescindibile non appena ci saremo lasciati alle spalle questa fase drammatica”.
© RIPRODUZIONE RISERVATA