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Lunedì 26 APRILE 2021
Covid. Assembramenti a Firenze, l’appello dei Medici : “Diteci cosa dobbiamo fare”

Dattolo: “Vediamo le piazze stracolme di ragazzi e manifestanti, mascherine abbassate. È chiaro che ora le priorità sono cambiate”. Lettera aperta quindi per descrivere la vita parallela al “fuori” in corsia: “Ci guardiamo attorno, le stanze sono tutte piene. Un’altra crisi cardiaca nella camera 3, due infermieri avvolti nella plastica blu corrono a dare una mano…”. Giani: “Solidale con loro. Servono ordinanze dei sindaci”, il Comune ci pensa.

Diteci voi cosa dobbiamo fare”. Lo chiedono i Medici di Firenze in una lettera aperta firmata dal presidente provinciale dell’Ordine dei medici chirurghi e odontoiatri, Pietro Dattolo. Una missiva che documenta la vita in corsia, nei reparti Covid, contrapponendo quel racconto crudo alle immagini viste ieri sera in piazza Santo Spirito e nel fine settimana.

“È quasi notte ma le tapparelle della finestra rimangono a mezza altezza. Stiamo cercando di salvare una donna di 50 anni, ha avuto una crisi. Non riesce più a respirare. Le infiliamo il tubo lungo la trachea per farle arrivare l’ossigeno. Dopo ore la visiera è appannata per il sudore, ma non possiamo sbagliare nessuna manovra. Ha il petto scoperto, le rimettiamo gli elettrodi. Osserviamo le luci verdi dell’elettrocardiogramma. Il Covid e la polmonite le stanno togliendo la vita. Passa mezz’ora e ci chiama sua figlia da casa, vuole sapere come sta. Non possiamo mentire, ma non abbiamo una risposta, lei continua a chiedere. Rimane in attesa ed è un lungo silenzio che fa male al cuore”. Nel corridoio, è scritto, “ci sono poche luci accese, si sentono le sirene di un’ambulanza mentre si sta fermando davanti al pronto soccorso. Ci guardiamo attorno, le stanze sono tutte piene. Dovrà restare in attesa. C’è un’altra crisi cardiaca nella camera 3, due infermieri avvolti nella plastica blu corrono a dare una mano. In fondo al corridoio qualcuno ha acceso il televisore”.

Immersi in queste giornate “vediamo le piazze stracolme di ragazzi e manifestanti, mascherine abbassate, bottiglie in mano, resse. Grandi risate. Arriva un’altra ambulanza. Questa volta si è liberato un posto letto, un decesso nella stanza 11. Si ricomincia”. Ed è qui che scatta l’invocazione dei camici bianchi: “Diteci voi cosa dobbiamo fare. Qualcuno ci indichi la strada, perché come medici abbiamo sempre lavorato per curare una società che non vuole ammalarsi, che si rivolge ai professionisti perché ha paura di soffrire, di perdere i propri cari. È chiaro che ora le priorità sono cambiate o non si spiegherebbero le folle per le strade. La tutela della salute è uno dei pilastri della nostra Costituzione, ma quel principio sembra essere confinato solo nei reparti ospedalieri. Diteci cosa rispondere alle famiglie che ci chiamano, agli anziani rimasti soli che guardano fuori dalla finestra. Noi le parole le abbiamo finite”.

Giani: “Solidale con i camici bianchi”
E il presidente della Regione, Eugenio Giani, si schiera dalla parte dei camici bianchi. “Sono solidale con loro”, afferma a margine di una conferenza stampa. “Ho detto fin dall’inizio che in Toscana abbiamo le condizioni per allentare le restrizioni della zona rossa e della zona arancione, ma che questo non deve essere un bomba-libera-tutti. Deve essere un tenere alta la guardia, perché è indubbio che i contagi calano, ma il nostro comportamento deve essere sempre ragionato e contenuto”.

Anche oggi, fa notare, “ci sono 737 contagi, la campagna vaccinale è in progressione. Ieri abbiamo chiuso le prime dosi agli over 80, ora stiamo andando a vaccinare i settantenni. Tutta la popolazione più mobile, ovvero giovani e lavoratori, però, non siamo ancora in grado di vaccinarla”. Di conseguenza, aggiunge, “faccio un appello al senso di responsabilità. Altrimenti gli sforzi che abbiamo fatto finora rischiano di essere vani”.
“Servono ordinanze dei sindaci”

Contro gli assembramenti nelle strade e nelle piazze il presidente Giani sprona i sindaci a uno sforzo ulteriore. Interpellato a margine di una conferenza stampa, in merito alla possibilità che lui stesso possa varare ordinanze restrittive per contenere il rischio di contagi da Covid-19 Giani fa notare: “La Regione no, perché sono 273 comuni e le cose si svolgono secondo le peculiarità e le caratteristiche dei luoghi. Lo possono fare, però, i sindaci e in parte lo stanno già facendo”. Forse, avverte, “se i comportamenti sono questi è necessario che lo facciano di più”.

A Firenze si valutano restrizioni alla movida
Zona gialla ma con restrizioni alla movida? Firenze ci pensa. Dopo le immagini dell’ultimo fine settimana in arancione, la folla del sabato in centro e la ‘festa-ressa’ di piazza Santo Spirito in occasione del 25 aprile, Comune e prefettura starebbero valutando l’adozione di nuovi provvedimenti anti assembramento. Misure che, se prese, potrebbero scattare il fine settimana e non nei giorni feriali, si spiega all’agenzia Dire da Palazzo Vecchio.

Il sindaco Dario Nardella, a Dubai per la presentazione del padiglione Italia dell’Expo, “è in stretto contatto” con il prefetto Alessandra Guidi. Al dossier, quindi, sta lavorando l’assessore alla Sicurezza Benedetta Albanese. Le conferme arrivano anche dalla prefettura al termine del comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica. “Nel corso di un prossimo, imminente, Cosp verrà valutata, anche sulla base degli approfondimenti tecnici demandati al tavolo del questore” Filippo Santarelli, presente alla riunione, “l’eventuale adozione di ulteriori misure di contenimento in funzione anti assembramento nelle zone urbane più a rischio”. Inoltre, si aggiunge in una nota, “anche in vista dei prossimi fine settimana, l’attività di controllo del territorio verrà confermata e ulteriormente rafforzata“. Palazzo Medici Riccardi fa quindi il bilancio degli interventi messi in campo nel week-end dalle forze dell’ordine: a fronte di 4.500 controlli le persone sanzionate sono state 195.

Tornando sulle restrizioni già sperimentate, lo scorso ottobre su piazza Santo Spirito è scattato il numero chiuso (non più di mille presenze); in altre zone calde della movida, invece, con ordinanze ad hoc è stato vietato lo stazionamento.

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