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Giovedì 29 APRILE 2021
In Sardegna ci sono solo otto terapisti occupazionali



Gentile Direttore,
“Mio padre ha avuto un ictus, deambula anche se deve essere accompagnato, mangia da solo ma ha poca iniziativa. Mi è stato consigliato un terapista occupazionale. Abitiamo in provincia di Cagliari. Ha dei riferimenti?” Questa l’ultima richiesta, in ordine di arrivo, che non sarà soddisfatte per mancanza di terapisti occupazionali sul territorio. Sono solo otto i terapisti occupazionali in Sardegna, nessuno in provincia di Cagliari.
 
Nella sua tesi di laurea, la Dott.ssa Mancini ha analizzato i dati inerenti lasperanza di vita in Sardegna, tra i valori più elevati in Europa quella attesa e inferiore alla media nazionale quella in buona salute. Nell’Isola, infatti, il 44,1% della popolazione è affetta da almeno una malattia cronica e il 26,3% da almeno due (Istat 2016[1]). Da quanto emerge dal Rapporto Osservasalute del 2018[2] le persone che vivono in famiglia e che dichiarano di stare male o molto male sono: 24,8 quelle con limitazioni nelle attività di vita quotidiana e 1,5 senza limitazioni nelle attività di vita quotidiana (valori standardizzati per 100).
 
Dall’indagine Istat (2017) “Persone con limitazioni gravi nelle attività abitualmente svolte” si evince che in Sardegna vi sia il 14,6% della popolazione con limitazioni nelle attività di vita quotidiana, contro un valore che oscilla tra l’8% e il 11% per le regioni del Nord Italia.
Il divario tra l’Isola e il Nord Italia è sostenuto dalla percentuale di persone dai 65 anni in su con gravi difficoltà nelle attività di cura della persona (ADL) e domestiche (IADL) per ripartizione geografica (Istat 2015[3]).
 
Tutti questi parametri supportano il bisogno di professionisti della riabilitazione in Sardegna, nello specifico della figura del terapista occupazionale che può andare a ricoprire gli elementi mancanti e carenti nella riabilitazione significativi nella vita del paziente (Mancini, 2021[4]). Implementare la figura del terapista occupazionale consente un sostegno alla vita quotidiana e alla routine in modo tale da non dover rinunciare alle proprie occupazioni significative a fronte di una malattia cronica.
 
A conferma della tesi, la SIMFER[5] ha sottolineato l’insufficiente presenza di tale figura in particolare nella Regione Sardegna. Altri hanno accolto l’appello di AITO per l’incremento di questo riabilitatore nei team.
 
Tra questi la SIRN:“i TO rivestono un ruolo fondamentale nell’equipe riabilitativa, in particolare nella delicata fase post-dimissione, da riabilitazione ospedaliera al domicilio e nella prescrizione e gestione degli ausili” e l’Associazione per la Lotta all’Ictus Cerebrale (A.L.I.Ce.) Italia Onlus “Il Terapista occupazionale adatta l’ambiente domestico, lavorativo e sociale; favorisce il corretto utilizzo degli ausili; supporta non solo la persona ma tutta la famiglia. Da subito, nella camera di ricovero, aiuta il paziente a ritrovare il proprio senso d’essere persona, incoraggiandolo alla cura di sé; lo accompagna poi nella riscoperta dei propri ruoli e interessi; contribuisce alla pianificazione delle dimissioni e al rientro in casa propria; si adopera nell’educazione di familiari e caregivers. Aiuta la persona nell’integrazione e promuove la partecipazione nella vita sociale, anche in casi complessi”.
 
In accordo con l'ex Segretario Generale di Cittadinanzattiva Antonio Gaudioso, Tiziana Nicoletti, Coordinamento nazionale delle Associazioni dei Malati Cronici (CnAMC): “il lavoro svolto dai Terapisti Occupazionali con i pazienti e i loro familiari che ha come obiettivo di fornire loro gli strumenti necessari per raggiungere la completa indipendenza e aiutare le persone a rendersi indipendenti e puntare al miglioramento della qualità della vita”.
Ultimo, ma non per importanza,l’Organizzazione mondiale della Sanità ha sottolineato che nell’attuale fase pandemica, questo professionista è fondamentale per la gestione della nuova routine, di chi ha avuto esiti di Covid, ma anche della popolazione generale[6].
 
Per tutte queste motivazioni si auspica che la Regione Sardegna investa sul terapista occupazionale.
 
Dott.ssa Gabriella Casu, Referente AITO Sardegna, in collaborazione con la Dott.ssa Giulia Mancini
 
Note:

[1]Istituto nazionale di statistica - ISTAT http://dati.istat.it/OECDStat_Metadata/ShowMetadata.ashx?Dataset=DCCV_AVQ_PERSONE&ShowOnWeb=true&Lang=it

[2]
Osservatorio Nazionale sulla Salute nelle Regioni Italiane. “Rapporto Osservasalute 2018” Disponibile su: https://www.osservatoriosullasalute.it/osservasalute/rapporto-osservatorio- 2018

[3]
Istituto nazionale di statistica - ISTAT “Conoscere il mondo della disabilità” disponibile al https://www.istat.it/it/archivio/236301

[4]
Mancini Giulia, Indagine e analisi dell’intervento di riabilitazione nella Regione Sardegna: il ruolo della Terapia occupazionale – Tesi di Laurea

[5]
https://www.simfer.it/la-simfer-sostiene-le-istanze-aito/

[6]
WFOT (2020) – WFOT’s Statement on the International Year of Health and Care Workers – https://wfot.org/resources/public-statement-international-year-of-health-and-care-workers

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