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Martedì 11 MAGGIO 2021
Monitoraggio Covid. Regioni puntano su incidenza e tasso ricoveri. E poi propongono di eliminare i ‘colori’ e sostituirli con le fasce di rischio. Ma da Iss e Ministero ancora dubbi

Le Regioni oggi hanno elaborato una serie di proposte per la modifica dei parametri del monitoraggio dopo il quale vengono decise le restrizioni delle Regioni. Obiettivo primario è mandare in pensione le fasce a colori e sostituirle con zone a basso-medio e alto rischio in base all'incidenza dei casi e al numero di ricoveri in ospedale. E poi via l’indice Rt. Ma non tutti sembrano essere d’accordo

È proseguito anche oggi il lavoro intorno alla modifica dei parametri del monitoraggio Covid dopo il quale vengono decisi i colori delle Regioni. Dalla Conferenza si punta da tempo a superare l’indice Rt anche perché spiegano fonti regionali “in questa fase di bassa incidenza pochi casi bastano a farlo schizzare in alto” e quindi a mandare una Regione in arancione o addirittura in rosso. E questo rischio gli Enti locali non lo vogliono correre proprio in questa fase di riapertura del Paese dove anzi si discute se accorciare o abolire il coprifuoco e riaprire ancora di più.
 
Anzi l’obiettivo delle Regioni è proprio quello di pensionare il sistema a colori e sostituirlo con un meccanismo di zone a basso-medio e alto rischio in cui vengono definite più chiaramente le restrizioni a seconda della zona. Ad esempio nella zona a basso rischio vi sarebbero le misure simili a quelle della fascia bianca e magari senza coprifuoco così come nella zona a medio rischio potrebbero esserci limitazioni ad alcune attività e il coprifuoco potrebbe rimanere mentre nelle zone ad alto rischio vi sarebbero le restrizioni più dure.
 
Ecco perché dalle Regioni in vista dell'incontro di domani con il Governo si punta sul cambio dei parametri o perlomeno sul cambiarne il peso.
 
In questo nuovo meccanismo il tasso di occupazione dei letti ospedalieri e l’incidenza avrebbero un ruolo determinante. Il passaggio in zona ad alto rischio avverrebbe se il livello di occupazione dei letti di area medica e di terapia intensiva arrivasse rispettivamente al 30% e al 20% (ora al 40 e al 30).
 
Tre invece le fasce di incidenza settimanale che delimitano il rischio: quella inferiore a 50 casi per 100 mila abitanti sarebbe l’area a basso rischio, quella tra 50 e 150 a rischio medio e quella a maggior rischio sarebbe fissata a partire da 150 casi per 100 mila persone.
 
Ma da Iss e Ministero non si stracciano le vesti per questo nuovo sistema perché spiegano “non sarebbe in grado di prevedere per tempo una nuova esplosione dei contagi come avviene con l’Rt che ci avverte invece in anticipo”.
 
Insomma, una soluzione ad oggi ancora non c’è e domani nell’incontro tra Governo e Regioni si cercherà di trovare la quadra che poi presumibilmente dovrà essere calata in un provvedimento che dovrà definire nel particolare il nuovo meccanismo.
 
L.F.

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