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Venerdì 14 MAGGIO 2021
La giungla dei test diagnostici in endocrinologia



Gentile direttore,
la commissione SIE “Sviluppo Professionale-Attività Cliniche-DRG” ha tra le proprie “mission” quella di raccogliere le criticità della gestione assistenziale (ivi compresi gli aspetti diagnostico-terapeutici) delle problematiche endocrino-metaboliche. Una delle problematiche più sentite ed emergenti è quella connessa alla gestione diagnostica di alcune patologie endocrino-metaboliche come il diabete insipido o l ’ipoglicemia.
 
Il Sistema Sanitario Nazionale (SSN) garantisce l’erogazione delle prestazioni sanitarie incluse nei Livelli essenziali di assistenza (Lea) attraverso l’attività di soggetti erogatori pubblici (Aziende sanitarie e ospedaliere, Aziende ospedaliero-universitarie, IRCCS pubblici), privati equiparati (IRCCS privati, Ospedali classificati e “Presidi”) e privati accreditati, con i quali le Regioni e le Aziende stipulano degli accordi o contratti. Tuttavia, il processo di regionalizzazione della sanità pubblica, se da un lato ha consentito una maggiore razionalizzazione della spesa, ha d’altro canto condotto inevitabilmente ad una disparità di gestione dei casi clinici nell’ambito di diverse aree specialistiche, fra cui l’endocrinologia.
 
In alcune regioni/aziende ospedaliere è possibile ancora il ricovero in degenza ordinaria per le patologie endocrino-metaboliche, mentre il ricovero in Day Hospital è mantenuto in alcune realtà con indicazioni ben definite concordate localmente. Nella maggior parte dei casi sono stati attivati percorsi ambulatoriali: Day Service (DS), Day Service Ambulatoriale (DSA), Pacchetti Ambulatoriali Complessi (PAC), Macroattività Ambulatoriali Complesse (MAC). Per quanto riguarda l’annoso problema dei test diagnostici, il labirinto venutosi a creare fra appropriatezza e rimborsabilità li rende di difficile, se non impossibile, esecuzione in alcune regioni italiane.
 
I test ormonali dinamici sono indagini diagnostiche indicate dalle correnti linee guida delle maggiori società scientifiche nazionali e internazionali per la conferma della diagnosi in diverse condizioni cliniche molto importanti, quali iperinsulinismo endogeno, sospetta recidiva di carcinoma midollare della tiroide, sospetto diabete insipido, acromegalia, ipopituitarismo, iperaldosteronismo, ipercortisolismo, e altre.
 
Richiedono l’esecuzione in regime protetto per la possibile comparsa di effetti collaterali e per le modalità di svolgimento. Per queste attività  è previsto un impegno di risorse medico-infermieristiche e di materiale di consumo che al momento non ha né codifica né tariffa e quindi  remunerazione. E’ indispensabile quindi il riconoscimento di questa attività assistenziale per poterla erogare su tutto il territorio nazionale in maniera omogenea come previsto dalla legge.
 
La Commissione Attività Cliniche, Sviluppo Professionale e DRG della Società Italiana di Endocrinologia ha proposto un questionario mirato a raccogliere informazioni sulla possibilità e modalità di esecuzione di particolari test diagnostici endocrinologici nelle diverse strutture nazionali. Dalla survey emerge chiaramente che la maggioranza dei centri continua ad avere la possibilità di effettuare ricoveri per test particolari quali i cateterismi, che vengono verosimilmente eseguiti in ambiente chirurgico e neuroradiologico. Per quanto riguarda gli altri test (assetamento e digiuno in primis), si è dovuto alla formulazione di nuovi protocolli di esecuzione cosiddetti “brevi”.
 
L’esecuzione di un test dell’assetamento in forma breve ha il limite di non rispettare in maniera canonica le 8 ore di assetamento e quindi di non replicare il test come da validazione oppure, nei casi in cui venga effettuato facendo partire il test dal domicilio, manca un sicuro riferimento sui parametri biometrici del paziente all’inizio del test.
 
Di tutti questi limiti bisogna poi tenere conto nell’interpretazione dei risultati, confermando ancora una volta l’opportunità di utilizzare i test diagnostici a disposizione in un setting adeguato.
 
In aggiunta, si segnala che i partecipanti alla survey sostengono in maggioranza di vedere annualmente durante la loro attività clinica un numero non trascurabile di pazienti meritevoli di ricovero. Questo vuol dire che, nonostante ci troviamo di fronte a patologie epidemiologicamente non frequenti, l’esigenza di studiarle in modo corretto e affidabile in regime di degenza è particolarmente sentita.
 
Pertanto potrebbe essere strategico, anche nell’ottica del contenimento della spesa sanitaria, riconoscere un numero limitato di centri regionali, come strutture di riferimento per la diagnostica endocrinologica da eseguire in regime di ricovero. A tale proposto andrebbe stabilito anche un riconoscimento tariffario per test che impegnano risorse in termini di tempo e personale.
 
Per la Commissione “sviluppo professionale-attività cliniche-drg” della Società italiana di endocrinologia:
 
Maria Rosaria Ambrosio
Università degli Studi di Ferrara
 
Massimo Scacchi
Unità Operativa di Medicina Generale a indirizzo Endocrino-Metabolico dell’Ospedale San Giuseppe di Piancavallo (VB).
 
Tiziana Filardi
Università La sapienza Roma
 
Gilberta Giacchetti
Università Politecnica delle Marche - Ospedali Riuniti Ancona
 
Iacopo Chiodini
U.O. Endocrinologia e Malattie del Metabolismo - San Luca - Auxologico San Luca
 
Giancarlo Balercia
Università Politecnica delle Marche - Ospedali Riuniti Ancona
 
Carolina Di Somma
AOU Federico II di Napoli
 
Rocco Rago
UOC Fisiopatologia della Riproduzione e Andrologia-  Osp. "Sandro Pertini" - ASL Roma2
 
Sandro La Vignera
Policlinico “G. Rodolico-S.Marco”, Catania
 
Linda Vignozzi
Università degli Studi di Firenze-Azienda Ospedaliero Universitaria Careggi-Firenze
 
Luisa Petrone
Università degli Studi di Firenze-Azienda Ospedaliero Universitaria Careggi-Firenze
 
Francesco Giorgino
Presidente Società Italiana di Endocrinologia-Università degli Studi di Bari

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