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Martedì 18 MAGGIO 2021
Vaccini Covid in farmacia. Perplessità della Fimmg, ma Federfarma difende l’accordo

Per il segretario della Fimmg, Maurizio Scassola, è una questione di sicurezza e va anche considerato che “gli attuali numeri dei professionisti vaccinatori non giustificano ulteriori ampliamenti: siamo già un esercito sottoutilizzato”. Bellon (Federfarma) risponde: “Comprendiamo le perplessità e non abbiamo la pretesa di essere medici, ma saremo formati e ci occuperemo solo di pazienti con anamnesi senza criticità”. 

Con la delibera regionale del 27 aprile scorso, è stato recepito, in Veneto, l’accordo quadro per la somministrazione di vaccini anti SARS-CoV-2 presso le farmacie convenzionate, rimanendo inalterata l’attività di effettuazione di test antigenici rapidi ai sensi della delibera di Giunta regionale n. 1864 del 29 dicembre 2020.

“Sull’accordo appena siglato fra farmacie e Regione Veneto – segnala il presidente Federfarma Veneto, Andrea Bellon – visto il momento particolare che si sta prospettando, capiamo anche noi che ciò potrebbe causare delle perplessità, tra i medici di medicina generale, sapere che anche i farmacisti rientrano nella categoria dei vaccinatori. Ma ci tengo a precisare che a noi è stato chiesto di somministrare i vaccini solo a chi ha un’anamnesi senza alcuna controindicazione, escludendo ad esempio l' inoculazione a  pazienti  diabetici o cardiopatici”.  

Per Federfarma contribuire alla vaccinazione diventa una grossa opportunità che va oltre al riconoscimento economico; anzi per il presidente Federfarma questo accordo si pone in un modo alternativo per  valorizzare il ruolo di prossimità della farmacia, vicina alla popolazione e al servizio del cittadino. In ambito di sicurezza i farmacisti saranno formati e/o potranno disporre di una ambulanza in caso di bisogno.

“Non abbiamo la pretesa di essere all’altezza di un medico ma, considerato che prenderemo in carico solo chi ha anamnesi senza criticità e che le complicanze da vaccino anti Covid sono infinitamente poco probabili, chi aderirà alla vaccinazione, innanzi tutto sarà formato per un primo intervento tramite un corso on line (FAD) e nel caso in cui si verificassero problemi ingestibili sarà messa a disposizione l’ambulanza del 118 da ogni ospedale”.  

Di altro parere è il segretario dei medici di famiglia Fimmg del Veneto, Maurizio Scassola, che non ce l’ha con i farmacisti, anzi riconosce quanto siano stati disponibili ed essenziali in questo periodo di emergenza sanitaria, andando oltre all’ordinaria vendita del farmaco, ma teme, per i pazienti e per gli stessi farmacisti, che si faccia passare per troppo facile una prestazione che richiede competenze specifiche.

“Riconosco la buona volontà degli amici farmacisti – precisa Scassola – e l’importanza di raggiungere l’immunità di gregge, ma oltre a noi medici ci sono gli infermieri che possiedono il profilo professionale adeguato a garantire la somministrazione del vaccino in sicurezza; d’altra parte gli attuali numeri dei professionisti vaccinatori non giustificano ulteriori ampliamenti: siamo già un esercito sottoutilizzato. Le reazioni avverse da vaccino sono rarissime, ma la vedrei critica se dopo un vaccino un paziente dovesse, avere un evento cardiovascolare anche non legato al vaccino perché in quel caso il farmacista non sarà preparato ad intervenire come un medico o come un infermiere e in attesa della ambulanza proveniente dall’ospedale quali manovre di stabilizzazione del quadro clinico è in grado di applicare il farmacista? Questo lo dico proprio per il rispetto che ho per la figura del farmacista che deve porre attenzione alle semplificazioni del tipo: ho fatto il corso on line; l’assunzione di responsabilità professionali specifiche impone competenze curriculari certificate, le impone la giurisprudenza”.

Endrius Salvalaggio

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