quotidianosanità.it

stampa | chiudi


Sabato 29 MAGGIO 2021
Griglia Lea 2019. In Toscana, Veneto ed Emilia Romagna cure al top. Disastro Molise e Calabria

Ecco gli ultimi dati sul monitoraggio dei Livelli Essenziali di Assistenza. Rispetto al 2018 peggiorano i loro dati il Molise e la Calabria che scendono sotto il dato della sufficienza di 160. Male anche il Piemonte che perde 30 punti. In calo anche la Basilicata. Bene il Lazio che supera i 200 punti

Veneto, Toscana ed Emilia Romagna si confermano sul podio anche nella Griglia Lea 2019 appena pubblicata nel Report di coordinamento della Finanza pubblica della Corte dei conti. Malissimo invece il Molise e la Calabria che scendono sotto la soglia di 160 che rappresenta la sufficienza e quindi risultano inadempienti.
 
Nello specifico in base all’indicatore complessivo, che riassume in modo aggregato lo stato di adempienza nei vari livelli di assistenza, si collocano oltre la soglia minima (160) cinque regioni in Piano di rientro: al di sopra di 200 Abruzzo e Lazio, 193 la Puglia, stazionarie Campania (168) e Sicilia (173). In netto peggioramento la qualità dei servizi resi in Calabria e in Molise che, con un punteggio pari a 125 e 146 (162 e 180 nel 2018), risultano inadempienti secondo la “Griglia” LEA. Per quanto riguarda le regioni non in Piano, esse presentano un punteggio complessivo superiore alla soglia, con valori compresi tra i 172 punti della Basilicata (in peggioramento rispetto al 2018 quando aveva registrato 191) e i 222 di Veneto e Toscana e 221 dell’Emilia-Romagna.
 


 
“Anche se in miglioramento – rileva la Corte dei conti -  i dati relativi alla rete ospedaliera e all’appropriatezza, complessivamente l’esercizio non segna passi avanti significativi in quelli che sono tradizionalmente i punti critici dei livelli di assistenza, peraltro comuni a molte aree territoriali. Nella prevenzione, continua a presentare valori estremamente contenuti il numero degli screening oncologici effettuati nelle regioni in Piano, con l’eccezione di Lazio e Abruzzo in linea con i valori richiesti; così come resta indietro in tutte le regioni la vaccinazione antinfluenzale per la popolazione anziana; grazie alle azioni intraprese con il Piano vaccinale 2017-19 si accentua invece il miglioramento delle coperture vaccinali di bambini e adolescenti, pur permanendo forti in alcune regioni gli scostamenti rispetto alla soglia di riferimento”
 
Sempre troppi cesarei
In termini di sicurezza e qualità delle cure, resta eccessivo in tutto il Paese il ricorso ai parti cesarei, anche in strutture con un limitato numero di parti l’anno, e non è stata raggiunta in tutte le regioni in Piano l’obiettivo di interventi tempestivi per alcune patologie in cui gli esiti dell’operazione dipendono in modo cruciale dalla brevità dei tempi intercorrenti dal ricovero.
 
Rete territoriale inadeguata
Continuano poi a segnalare situazioni di inefficiente utilizzo delle risorse ospedaliere e al contempo una inadeguatezza della rete territoriale gli indicatori legati al tasso di ospedalizzazione degli over 75, elevato soprattutto nelle regioni del Centro-Nord, così come quelli relativi all’assistenza, domiciliare o presso strutture residenziali, di anziani e disabili, che risulta carente in tutte le regioni in Piano. Criticità che si sono accentuate nel 2020 a causa della pandemia e che, da un lato, hanno portato come si è visto all’allungarsi delle liste di attesa per le visite specialistiche e gli interventi programmati, così come a forti ritardi nelle vaccinazione dei bambini e adolescenti e negli screening oncologici ponendo a rischio le fasce di popolazione interessata; dall’altro, hanno evidenziata come l’inadeguatezza della rete territoriale rendono di fatto gli ospedali il principale (e a volte l’unico) punto di riferimento per l’assistenza in gran parte del Paese.
 
 
L.F.

© RIPRODUZIONE RISERVATA