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Giovedì 17 GIUGNO 2021
Ricerca in Italia. Non ci siamo



Gentile Direttore,
leggiamo con interesse la proposta di intesa sul Programma Nazionale della Ricerca Sanitaria (PNRS), pubblicato lo scorso 15 Giugno da Quotidiano Sanità, pronto per la discussione in conferenza Stato-Regioni. Da lavoratori della ricerca sanitaria, apprezziamo molto le intenzioni dichiarate nel PNRS tra cui rafforzare il trasferimento nella pratica clinica delle conoscenze sviluppate tramite ricerca scientifica, le reti tematiche, la collaborazione tra pubblico e privato, l'internazionalizzazione della ricerca sanitaria.
 
Rimaniamo sbigottiti, invece, leggendo di stabilizzazione e valorizzazione del capitale umano della ricerca pubblica IRCCS/IZS che sarebbero avvenute tramite Legge del 27/12/2017 n.205, art.1 Comma 422-434.
 
Tramite tale legge sono state effettuate le seguenti assunzioni di lavoratori della ricerca con più di 3 anni di servizio presso IRCCS/IZS pubblici:
● circa 1800 lavoratori a tempo determinato 5 anni nell'Area del Comparto (Sezione Ricerca);
● n. 0 lavoratori a tempo determinato nell'Area della Dirigenza.
● n. 0 lavoratori a tempo indeterminato nell’Area del Comparto;
● n. 0 lavoratori a tempo indeterminato nell’Area della Dirigenza.
 
Con la Legge del 27/12/2017 n.205, Articolo 1 Comma 422-434, e successive modifiche è stato infatti creato un sistema (Piramide della Ricerca) in cui i lavoratori della ricerca IRCCS/IZS possono essere contrattualizzati come dipendente area comparto livello D/Ds a tempo determinato di 5 anni con eventuale rinnovo senza progressioni di carriera per altri 5 anni.
 
La prima grave carenza del sistema è che la legge stabilisce che alla fine del percorso decennale detti lavoratori possono essere inseriti nel Servizio Sanitario Nazionale (SSN) a seconda della disponibilità economica e di posti in organico ma attualmente non esiste una pianta organica (detta ora fabbisogno) della ricerca all'interno degli IRCCS/IZS. Non è quindi possibile nessuna stabilizzazione con ruolo Ricerca per i lavoratori all'interno degli IRCCS/IZS pubblici. Ricordiamo che il range di anzianità di servizio presso gli IRCCS/IZS pubblici dei primi 1800 “piramidati” è di 4-40 anni, con medie in alcuni Istituti anche superiori ai 20 anni e che una eventuale assunzione nel ruolo Assistenza, per chi ne ha i titoli, sarebbe paradossale dopo una tale esperienza nella ricerca scientifica.
 
La seconda grande criticità è la collocazione nell’area Comparto di tutto il personale della ricerca sanitaria che determina un grave appiattimento e non una valorizzazione dei titoli, delle competenze e delle mansioni svolte dal personale coinvolto, definito nello stesso PNRS come altamente strategico per il sistema sanitario nazionale. Inoltre, la voce contrattuale di premialità che potrebbe immediatamente aiutare a rendere più adeguato ed attrattivo il compenso salariale di tante figure professionali cruciali per la ricerca sanitaria è attualmente limitata da una discutibile interpretazione di una nota ARAN che ha determinato una limitazione nell’accesso a fondi già disponibili. La totale inefficacia della manovra della piramide per la valorizzazione del personale è quantificabile con qualche numero sulla prima applicazione della Piramide: la quota di ricercatori finora attratti dall'estero per il reclutamento in Piramide è stata dello 0,056% mentre si stima che la quota di “piramidati” che ha già abbandonato gli Istituti sia mediamente del 10%, con picchi in alcuni istituti del 50%.
 
Con spirito propositivo e collaborativo, la Associazione Ricercatori in Sanità - Italia (ARSI) vi chiede di sfruttare la preziosa occasione di confronto tra Stato e Regioni del 22 Giugno per aprire la discussione su cinque punti prioritari per la ricerca sanitaria pubblica:
● Gestione del fabbisogno della ricerca IRCCS/IZS che tenga conto del capitale umano della ricerca attualmente in essere presso gli Istituti
● Finanziamento strutturale del fabbisogno della ricerca IRCCS/IZS
● Riconoscimento del dottorato come titolo preferenziale per mansioni di ricerca in linea con quanto già avviene a livello internazionale
● Progressione verticale (anche in Dirigenza) meritocratica per i lavoratori della ricerca IRCCS/IZS
● Valorizzazione del capitale umano tramite adeguati sistemi di premialità
 
Nonostante gli innegabili sforzi fatti finora dalle parti coinvolte, l'attuale applicazione della Legge 205/2017, art.1 Comma 422-434, negli IRCCS/IZS pubblici risulta essere una piramide tronca a metà, un percorso senza destinazione per chi ha già corso una maratona, un “mostro senza testa”. Tale legge è infatti il primo, necessario, tentativo di regolamentazione del lavoro nell'ambito della ricerca scientifica negli IRCCS/IZS Pubblici ma è urgente una sua ampia revisione. La ricerca sanitaria è parte integrante delle attività del SSN, come dichiarato nella Legge 502 del 1992, e proprio per questo è necessario agire ora affinché non si creino delle gravi disparità nel trattamento e nelle prospettive dei lavoratori della ricerca sanitaria rispetto gli altri lavoratori del SSN.
 
Associazione Ricercatori in Sanità - Italia (ARSI)

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