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Martedì 29 GIUGNO 2021
Calabria. Cgil, Cisl e Uil in stato di agitazione: “Con Longo non è cambiato nulla”. Domani sit in alla Cittadella

Appuntamento alle 10 sotto la sede della Regione per chiedere azioni tempestive e concrete per risolvere “i disagi dei lavoratori e dei cittadini da parte di chi ha responsabilità e compiti istituzionali nel governo del Sistema Sanitario Regionale”. Riflettori puntati sulla nuova gestione Longo che “non ha certamente segnato quel cambio di passo tanto atteso e auspicato da tutti, anzi”, accusato Fp Cgil, Cisl Fp, Uil Fpl Calabria.

Scendono in piazza i lavoratori della Sanità calabrese pubblica e privata per rivendicare un vero cambio di passo alla struttura commissariale, alla Regione e nella governance di tutte le strutture. Fp Cgil, Cisl Fp, Uil Fpl hanno proclamato lo stato di agitazione degli operatori della sanità pubblica e privata ed indetto un sit in davanti alla Cittadella regionale, domani, 30 giugno alle ore 10, sostenute dalle rispettive Confederazioni regionali e dalle categorie dei pensionati, per chiedere che si manifesti con azioni tempestive e concrete la volontà di risolvere “i disagi dei lavoratori e dei cittadini calabresi da parte di chi ha responsabilità e compiti istituzionali nel governo del Sistema Sanitario Regionale”.
 
“Troppe ancora le criticità, troppe le attese disilluse, troppi i bisogni di salute senza risposta”, affermano i segretari generali regionali Calabria, Alessandra Baldari (FP CGIL), Luciana Giordano (CISL FP), Elio Bartoletti (UIL FPL). “Già un anno fa la lunga lista di richieste e l’appello a fare presto erano stati al centro di analoga manifestazione, ma sembra che il tempo sia trascorso invano e i nodi cruciali siano ancora irrisolti, a partire dai riconoscimenti economici alle lavoratrici ed ai lavoratori della sanità per l’impegno profuso in tempo di pandemia, corrispondendo finalmente la cosiddetta indennità Covid; per passare al punto fondamentale delle assunzioni e dei rinnovi dei contratti in scadenza, ma anche per i mancati confronti sulla pianificazione operativa, lo smaltimento delle liste d’attesa, il potenziamento della sanità territoriale, l’assistenza agli anziani e tutta la partita sulla sanità privata con al primo punto il mancato finanziamento regionale del rinnovo contrattuale Aiop- Aris, ma anche tutte le altre problematiche relative a questo comparto”.

Riflettori puntati anche sulla nuova gestione del commissario Guido Longo che “non ha certamente segnato quel cambio di passo tanto atteso e auspicato da tutti, anzi semmai si registra un atteggiamento arrogante probabilmente dettato dall’esigenza di celare la propria incapacità e incompetenza in materia sanitaria”, scrivono i sindacati per poi passare nel dettaglio dei tanti problemi e difficoltà della sanità calabrese.

“Che cos’è il Commissariamento della Sanità in Calabria? Una bufala a cui non possiamo più credere. Non solo non si prospettano i risultati tanto annunciati e attesi, ma ogni giorno che passa, viene dimostrato plasticamente dai dati che le azioni di risanamento e le iniziative urgenti da intraprendere per restituire un minimo di dignità al Sistema sanitario calabrese non sono neanche lontanamente prese in considerazione dai supermanager e da chi è stato designato per riordinare, rendere efficienti e mettere a regime, Aziende e Strutture sanitarie che ogni giorno di più precipitano nel degrado. Potremmo stilare un lungo elenco, partendo dal crollo del soffitto del pronto soccorso dell’ospedale Spoke di Locri che ci ribalta agli onori delle cronache nazionali e fornisce l’immagine concreta di cosa sia l’abbandono, per scorrere poi i vari problemi ignorati e aggravati da una inerzia inaccettabile. Come si raggiungono i LEA? Dov’è il Piano operativo? Come si riassestano i bilanci? Cosa viene dopo la loro bocciatura? E le Assunzioni che sono il nodo fondamentale per far ripartire il Sistema, sono state programmate? Quando si daranno le autorizzazioni per fare i concorsi? I piani di fabbisogno con quale logica si stanno formulando? E, ancora, che facciamo con tutto il personale in scadenza, assunto con contratti di ogni sorta interno o esternalizzato, reclutato non solo in tempo di pandemia, ma già prima per le gravi carenze numeriche a tutti note? Quali servizi si potranno ancora pienamente erogare senza di loro? E che diciamo degli Atti Aziendali che non rispondono spesso e volentieri alle esigenze territoriali di pazienti e cittadini non solo bisognosi di assistenza ma anche di prevenzione?”.

Tutte domande che, afferrano Baldari, Giordano e Bartoletti, sono rimaste “inevase” e “a cui la struttura commissariale si sottrae. Infatti, la nuova gestione Longo non ha certamente segnato quel cambio di passo tanto atteso e auspicato da tutti, anzi semmai si registra un atteggiamento arrogante probabilmente dettato dall’esigenza di celare la propria incapacità e incompetenza in materia sanitaria”.

Per i sindacati i problemi sono tanti, ma ci sono "dei punti nodali che, qualora vi fosse la competenza, un concreto impegno e la volontà di scioglierli, sarebbe facile affrontare con tempestività e risolvere”.

Inoltre, dichiarano Baldari, Giordano e Bartoletti nella nota, “la grave crisi pandemica ha disvelato con ampia chiarezza quanto siano stati e siano fondamentali l’impegno e l’abnegazione dei lavoratori del Sistema sanitario che, seppur in condizioni di grave disagio, anche senza adeguate protezioni, nonostante la grave carenza di personale, hanno affrontato con coraggio e senza risparmiarsi la crisi sanitaria. Tanto che lo stesso Governo, di concerto con la Conferenza delle Regioni, ha stanziato risorse vincolate al fine di ristorare i sacrifici ed il rischio corso, così come per tutti i lavoratori anche per quelli della Calabria che, però, nonostante l’accordo sindacale sottoscritto ormai da quasi un anno, e a differenza dei lavoratori delle altre regioni, non hanno percepito nulla in ragione del pressapochismo della burocrazia regionale e della errata imputazione delle somme nel Decreto di assegnazione delle risorse alle Aziende. Non si possono usare i soldi stanziati dal governo con un fine ben preciso, premiare i lavoratori con una indennità, per fare altro, ovvero compensare le spese straordinarie del personale impegnato a fronteggiare la pandemia. C’è una bella differenza tra ciò che contrattualmente è stabilito e un riconoscimento premiale di 16 milioni inghiottiti dai bilanci aziendali magari per contabilizzare un bel risparmio!”.

“Altrettanta negligenza e incompetenza” si è manifestata, secondo i sindacati, “allorquando abbiamo chiesto conto al Commissario alla Sanità, al Direttore generale del Dipartimento salute, e alla funzionaria dell’Agenas presente ad uno dei rari incontri ottenuti, circa la delibera della Giunta regionale di stanziamento delle somme a copertura del rinnovo del CCNL Sanità privata AIOP ARIS pari al 50% del costo del rinnovo, ai sensi dell’intesa sottoscritta in Conferenza delle Regioni con il supporto istituzionale anche del Governo che ha fatto da garante. Con grande sorpresa abbiamo appurato che disconoscevano i termini dell’accordo e che con molta arroganza escludevano qualunque partecipazione finanziaria della Regione al rinnovo, creando anche in questo caso un danno ai lavoratori”.

Baldari, Giordano e Bartoletti affermano di avere “più volte cercato il dialogo ed il confronto per dare un contributo utile, ma, a parte la rarità e inefficacia degli incontri conclusi solo con annunci e promesse, oggi, sono stati travalicati i limiti delle corrette relazioni sindacali, nel momento in cui il Commissario Longo ha convocato i rappresentanti dei lavoratori inutilmente, dati sopraggiunti impegni che non sono stati comunicati per tempo come avrebbe preteso il garbo istituzionale e, mancando anche di buona educazione, li ha lasciati in attesa, senza alcuna notizia, così dimostrando quale sia il grado di rispetto e di considerazione per chi rappresenta la componente essenziale del sistema sanitario calabrese, i lavoratori”.

Ma Fp Cgil, Cisl Fp, Uil Fpl chiarisce: “Non ci arrendiamo all’inerzia, alla lentezza, al rinvio di temi che sono fondamentali per cambiare un sistema sanitario regionale che arretra piuttosto che risanare, per questo torniamo in piazza, perché il diritto alla salute deve essere garantito a tutti i cittadini calabresi e il diritto alla sicurezza e ad un lavoro dignitoso deve essere garantito a tutti i lavoratori e le lavoratrici della sanità pubblica e privata. Per tutte queste ragioni si fa appello alla massima partecipazione all’iniziativa”.
 

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