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Lunedì 19 LUGLIO 2021
Un Mmg e quell’elenco di non vaccinati che arriva dalla Asl



Gentile Direttore,
arriva sul mio computer la solita mail dall’azienda (che brutto termine per la sanità…) che indica in formato Excel un lungo elenco di non vaccinati, lo zoccolo duro dei disobbedienti. In calce, un invito, tra il supplichevole e il perentorio, che in sostanza dice: faccia qualcosa, riporti all’ovile le pecorelle smarrite… Guardo l’elenco e ogni nominativo mi restituisce un volto e una famiglia.
 
Li conosco tutti e conosco già esattamente le motivazioni di questa scelta. Non è un elenco di intransigenti radicali della porcheria intesa come vaccinazione, sono persone smarrite, pecorelle, appunto che nella miriade di indicazioni e controindicazioni al vaccino hanno smarrito la retta via e aspettano che accada qualcosa.

La maggior parte di essi mi dice: rendiamola obbligatoria e che sia finita. La Legge che impone e toglie all’Italiano l’imbarazzante posizione del senso civico di responsabilità: non devi scegliere, devi obbedire perché fai parte del gregge e oltre all’immunità vogliamo un popolo obbediente se non possiamo averlo responsabile, è così che abbiamo avuto un ventennio fascista. Questo elenco di persone renitenti mi fa tenerezza perché ripropone l’anima autentica del nostro non essere cittadini di questa nazione. Non sono disobbedienti è solo un gruppo senza testa, senza l’autorevolezza dello Stato che suscita coesione e consenso. Un gruppo indisciplinato che vorrebbe, in mancanza di autorevolezza, il ceffone del genitore incazzato. La Legge che impone.

Io faccio parte di questa generazione cresciuta col motto bastone e carota e calci nel sedere, pedagogia povera e ridotta all’osso. Dalle mie parti si usa ancora dire che il pesce puzza dalla testa e, seppur qualunquista, questa affermazione dice il vero: lo Stato ha fallito e continua a fallire nel primo comandamento di una democrazia: l’autorevolezza che induce fiducia nei cittadini. Questa vicenda delle vaccinazioni ha tutti gli elementi di massima confusione possibile, dalla fretta, alla incompletezza dei dati scientifici, alla formulazione nuova e innovativa del vaccino, alle indicazioni contraddittorie del comitato scientifico in corso d’opera, alla non chiarezza degli eventi avversi gravi. Come quando si innescava la baionetta e si andava all’assalto del nemico e tutti inneggiavano alla vittoria ma nessuno sapeva quanti soldati sarebbero caduti.

E’ naturale che tanti si chiedano quanto costerà questa vittoria e se bisognerà ottenerla con la propria pelle. Questo elenco di renitenti al vaccino è il gruppo di quelli che si chiedono se valga la pena innestare la baionetta e andare all’assalto. Come biasimarli? Tra gli errori di sistema di questa campagna vaccinale furiosa e pericolosamente intransigente c’è un primum movens: l’aver marginalizzato il medico di base negando il suo ruolo di regista del consenso presso la gente. La maggior parte delle persone si fida ancora del proprio medico di base, prova ne è il fatto che tutti i giorni veniamo interpellati da centinaia di richieste di aiuto sul tema vaccinale, e prova ne è il fatto che l’azienda (che brutto termine) si rivolga a noi come ultima chance dopo il fallimento dei diktat.

In medicina ci sono due setting operativi: si definisce high touch quello dell’empatia tra medico e paziente e high tech quello delle macchine dell’ospedale basato solo sulla tecnologia, senza alcuna empatia con il paziente. L’opera di convincimento ad una terapia passa attraverso la profonda relazione di aiuto con il paziente e allora perché è stata abbandonata l’unica strada vincente per il consenso che è la medicina di base?

La pedagogia e la medicina, non si fanno con il calcio nel sedere, ma c’è un elenco di renitenti che se lo aspetta, anzi, lo invoca…

Enzo Bozza
Medico di base
Vodo di Cadore

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