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Lunedì 19 LUGLIO 2021
Lo Snami Veneto entra in stato di agitazione

Tra le criticità denunciate dal sindacato, il perdurare della grave carenza dei medici del territorio e l’eccessiva burocratizzazione della Medicina Generale; la diminuzione delle borse di studio per la Scuola di formazione in Medicina Generale e la fuga del personale dalle Rsa. “Stiamo parlando di alcuni punti fondamentali della sanità pubblica, irrisolti da anni ma siamo rimasti inascoltati”

Snami Veneto, con una nota indirizzata al Presidente della Regione Veneto Luca Zaia, all’Assessore alla Sanità Regione Veneto Manuela Lanzarin, al Prefetto di Venezia Vittorio Zappalorto e, per conoscenza, ai Direttori Generali delle U.L.S.S. Venete, evidenzia quanto siano distanti le posizioni fra O.S. e Regione Veneto su punti improrogabili, irrisolti e privi di riscontro.  

“Siamo entrati in stato di agitazione– dice il Presidente Regionale Snami Veneto, Salvatore Cauchi – nell’intento di fare prendere coscienza alla Regione Veneto ed al Prefetto di Venezia del nostro disagio. Stiamo parlando di alcuni punti fondamentali della sanità pubblica, irrisolti da anni e che, come sempre, danno lo stesso risultato che è quello di penalizzare il cittadino, più che mai come in questo periodo, quando invece c’è assoluto bisogno di certezze. Stiamo parlando della carenza di MMG, dei medici di CA e di tutta quella rete di medicina territoriale che non ha una programmazione da anni. Oltre a questo, molti medici stanno dando le loro dimissioni dalle strutture delle RSA per andare a prestare servizio nel privato e, quello che è ancora più grave, è che la stessa Regione non sta nemmeno prendendo in considerazione ciò che in questi anni/mesi abbiamo sollevato plurime volte, rimanendo inascoltati, non considerati, trattati come fantasmi”.   
   
Ecco i punti sollevati da O.S. SNAMI Veneto:
1. Il perdurare della grave carenza dei medici di Medina Primaria nel territorio regionale e la ancor più grave carenza di medici di CA che vanno a nocumento della mancanza di assistenza sanitaria della popolazione Veneta;

2. L’eccessiva burocratizzazione della Medicina Generale con continui carichi in sostituzione al Servizio Igiene Sanità Pubblica per tracciamento e certificazioni; tamponi; inserimento dati dei vaccinati e la continua richiesta da parte delle ULSS venete di aggiornare le liste dei non vaccinati, cosa che non compete alla Medicina Generale e per ultimo ma non meno importante, il rilascio della green card;

3. La mancata programmazione e attuazione dei TAP (team di assistenza primaria) già condivisa con la Regione ben due anni fa e per cui lo scrivente sindacato ha chiesto più volte, senza avere un minimo cenno di risposta, oppure incontri con la Regione;

4. La mancata programmazione e la diminuzione delle borse di studio per la Scuola di formazione in Medicina Generale;

5. La reperibilità dei MMG;

6. I rapporti ospedale-territorio con tutte le criticità ben più volte manifestate;

7. La fuga dei Medici di Medicina Generale dalle RSA già evidenziate dallo scrivente sindacato alla Regione Veneto e senza mai avere una risposta;

“Crediamo che sia arrivato il momento – continua il Presidente Cauchi – di dire cosa vogliamo dare, chiaramente e senza tanti giri di parole. Non possiamo più inviare lettere, note e comunicati stampa dai contenuti più o meno simili, mentre la Regione Veneto fa assolutamente e inesorabilmente finta di nulla o, peggio ancora, va avanti per la sua strada con i soliti annunci politici, come se nulla fosse successo o non stia succedendo, quando la situazione è gravissima. I cittadini devono sapere che non intervenire su questioni fondamentali come quelle sulla medicina territoriale è probabilmente un disegno regionale annunciato e che con ogni probabilità la Regione Veneto un giorno se ne uscirà con qualche delibera bizzarra, come quella sulla formazione complementare degli Oss, sospesa dal Tar Veneto, volendo così far fare il lavoro del medico territoriale a qualche altra figura alternativa. Se fosse così allora i vertici regionali devono dirlo anche perché non si spiega un’inerzia così lunga ed irresponsabile da parte degli stessi vertici  e che perdura da anni”.

Endrius Salvalaggio

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