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Martedì 27 LUGLIO 2021
Dirigenza PTA. Fedir scrive a Draghi: “Rivedere la nostra collocazione contrattuale nell'Area Sanità”
La Dirigenza Pta è stata ricompresa nell'area della contrattazione collettiva della sanità dalla legge di Bilancio del 2018. Ma questo “impone che 5.000 (circa) dirigenti PTA debbano essere rappresentati contrattualmente in un Area (Sanità) che riguarda 130.000 sanitari (medici e non medici), che conta 80.000 sindacalizzati e nella quale un sindacato per sedere al tavolo deve avere circa 4.000 iscritti”. Per la Fedir già da questo è palese la distorsione e la necessità di abrogare il comma. LA LETTTERA
La Fedirets/Fedir (Federazione dei Dirigenti e Direttivi degli Enti territoriali e della Sanità) scrive al presidente del Consiglio, Mario Draghi, per chiedere di rivedere la collocazione contrattuale della Dirigenza PTA nell'Area Sanità, introdotta con la legge di Bilancio 145 del 2018.
“Da due anni e mezzo la scrivente, unitamente ad altre confederazioni sindacali, si sta adoperando perché il comma 687 venga superato” ma “gli emendamenti proposti (anche solo di rinvio dell'applicazione del comma 687 al triennio 2022/2024) sono stati fin qui sempre respinti con la motivazione quasi prevalente che non erano competenti per materia (anche nei diversi provvedimenti di proroga termini che si sono succeduti numerosi in questi due anni e mezzo e perfino nelle leggi di bilancio pur essendo il comma stato introdotto proprio da un legge di bilancio )”. Da qui la decisione di appellarsi al premier.
Ma perché è necessario superare il comma 687? Tra le motivazioni, il segretario generale della Federi, Elisa Petrone, osserva come "il comma 687 di fatto impone dunque che 5.000 (circa) dirigenti PTA debbano essere rappresentati contrattualmente in un Area (Sanità) che riguarda 130.000 sanitari (medici e non medici), che conta 80.000 sindacalizzati e nella quale un sindacato per sedere al tavolo deve avere circa 4.000 iscritti. Quando mai un sindacato della dirigenza PTA riuscirà ad iscrivere praticamente tutti i dirigenti PTA in servizio per poterli rappresentare autonomamente? E' evidente che solo i sindacati dei medici (compresi i sindacati confederali) siederanno a quel tavolo ed è facile intuire che gli interessi di tali sindacati siano nei fatti addirittura in antitesi con quelli della dirigenza PTA. Un provveditore o un capo del personale del SSN dovrà quindi rivolgersi ad un medico per la disciplina della sua retribuzione di posizione o di risultato?”.
E ancora, per Fedir “la stortura del comma 687 amplifica a dismisura la peculiarità tutta italiana per cui i medici sono dirigenti per legge ma non nei fatti considerato che oltre il 90% dei medici svolge attività da professionisti e non gestisce alcuna risorsa. Mentre infatti la dirigenza PTA è una dirigenza assolutamente gestionale, fra i sanitari solo i titolari di strutture semplici e complesse, che non sono più di 7.500 (conto annuale 2019), possono considerarsi a peno titolo dirigenti gestionali”.
Per la Fedir, “non si riesce ad immaginare”, peraltro, “come la collocazione contrattuale della dirigenza PTA nell'Area Sanità disposta dal comma 687 sia funzionale ad evitare eventuali incrementi di costi considerato anche il fatto che è proprio nel CCNL della dirigenza medica che ci sono molte voci stipendiali (fra tutte indennità specificità ed indennità rapporto esclusivo) non riconosciute - ad oggi - alla dirigenza PTA".
In conclusione, il segretario Petrone chiede a Draghi di intervenire “per evitare un'ingiustizia incomprensibile a favore dell'abrogazione del comma 687 della legge 145/2018 per evidenti distorsioni che lo stesso opera e per il danno che la sua applicazione realizzerebbe nei confronti della dirigenza amministrativa e tecnica della Sanità, motore dell'operatività del SSN”.
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