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Giovedì 14 OTTOBRE 2021
Non scherziamo sui vaccini



Gentile Direttore,
“La protezione del vaccino, nei confronti dell'infezione, dopo sei mesi passa dal 95 al 40% (come prova lo studio realizzato dal Kaiser Permanente Southern California Department of Research & Evaluation, pubblicato su Lancet, condotto su vaccino Pfizer inoculato su 3.500.000 persone che avevano completato il ciclo vaccinale nel periodo compreso tra il 4 dicembre 2020 e l’8 agosto 2021). Quindi, l'aver protratto la validità del vaccino da 6 mesi ad un anno non ha nulla di scientifico".
 
E’ quanto dichiarato alla stampa (La Repubblica) il prof. Andrea Crisanti, uno dei più credibili scienziati che si sono avvicendati nei diversi talk, accompagnando la nazione nella terribile esperienza pandemica. Non solo. Si dichiara incredulo sul numero dei riconosciuto positivi pro die.
 
Insomma, quanto rappresentato quotidianamente dai media risulta immediatamente dopo smentito o quantomeno corretto, spesso da chi si è dimostrato nel tempo più attento a non lasciarsi andare a sottovalutazione, salvo poi dire l’esatto contrario.
 
Crisanti è uno scienziato riconosciuto dalla ricerca internazionale e, in quanto tale, va presa in seria considerazione tutto ciò che il medesimo afferma.
 
Dunque, un vaccino che degrada sensibilmente i suoi effetti protettivi, tanto da andare a scadere oltre la metà in sei mesi, genera una serie preoccupazione ai vaccinati e comporta un obbligo nell’autorità governativa di provvedere.
 
Altro che disporre la terza dose nelle categorie individuate. Con un autunno inoltrato presago di un inverno rigido alle porte, con tanti irresponsabili che disertano il vaccino, con un Governo che si smarca dall’obbligo di vaccino si corre il rischio di cominciare da capo.
 
Tutto ciò prescindendo dagli egoismi nazionali che stanno impedendo di prendere in considerazione la vaccinazione solidarista da praticare, a costo del sistema dei Paesi ricchi e industrializzati, nei confronti di quelli poveri, a rischio di decimazione nei loro ceti più deboli.
 
I temi sono entrambi rilevanti.
 
Ettore Jorio
Università della Calabria

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