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Giovedì 04 NOVEMBRE 2021
Emergenza urgenza. Medici e infermieri del Ps e 118 Simeu in piazza a Roma il 17 novembre

Ad annunciarlo la Simeu. Scopo della mobilitazione, sensibilizzare opinione pubblica e decisori sul disagio lavorativo causato delle carenze strutturali e di organico della categoria: “L’obiettivo primario è salvare il pronto soccorso da una crisi senza ritorno a tutela della salute dei cittadini”

Medici e infermieri del Pronto Soccorso e del 118 della Simeu, la Società italiana di medicina di emergenza urgenza, scenderanno in piazza il prossimo 17 novembre a Roma (la sede è in attesa di definizione) per sensibilizzare opinione pubblica e decisori rispetto l’attuale crisi legata alla situazione di disagio lavorativo causato delle carenze strutturali e di organico che si registrano nelle Unità Operative di Medicina d’Urgenza, Pronto Soccorso e 118, in tutta Italia.

Il dato inquietante, sottolinea una nota Simeu, è che “la perdita di professionisti ha ormai raggiunto i massimi livelli storici e oggi si è molto vicini a compromettere, in maniera decisiva, la qualità dell’assistenza offerta, peggiorando il livello di rischio clinico per la salute dei cittadini. Nella realtà dei fatti possiamo affermare che siamo di fronte alla concreta possibilità di un fallimento che si ripercuote su tutto il Ssn”.
 
 
Per Simeu è necessario intervenire subito con provvedimenti straordinari: “Oggi è diventata drammaticamente evidente l’effettiva insufficienza numerica del personale, soprattutto medico, nonostante le molte denunce inascoltate del passato. Ad aggravare la situazione si somma il disagio lavorativo dei professionisti MEU che viene confermato quasi ogni giorno dalla scelta dei molti, già attivi nei servizi di Emergenza Urgenza, che accelerano percorsi in uscita, prediligendo nuovi ambiti di lavoro e specialità o scivoli pensionistici. Il ricambio generazionale inoltre non è più assicurato: la scarsa attrattiva che la disciplina ha sui giovani laureati è stata evidenziata da una Scuola di specialità che registra abbandoni, di anno in anno superiori, e borse di studio non assegnate”.


Se non cambierà concretamente qualche cosa da subito, avverte la Simeu “la qualità dell’assistenza offerta dal servizio di Pronto Soccorso verrà compromessa per condizione, non certo per mancanza di impegno di medici e infermieri, innalzando il livello di rischio clinico per la salute dei cittadini. L’obiettivo primario dei professionisti presenti in piazza è salvare il Pronto soccorso da una crisi senza ritorno a tutela della salute dei Cittadini, come sancito dall’art. 32 della Costituzione della Repubblica”.
 
I dati. Oggi si registra una carenza di circa 4mila medici e 10mila infermieri di Pronto Soccorso e 118. Concorsi andati deserti in tutte le Regioni italiane e abbandono dei professionisti; 50% circa delle Borse di Studio della Specialità di Emergenza Urgenza non sono state assegnate nell’anno accademico 2021/22, per disinteresse dei neolaureati; 18% di abbandoni di studenti nell’anno accademico 2020/21
 
 
 
Le criticità. Le condizioni di lavoro attuali dei medici e degli infermieri MEU, prosegue la nota, non consentono loro di avere i giusti e necessari tempi di riposo, di recupero psico-fisico e spazio da dedicare alla loro formazione e agli indispensabili aggiornamenti professionali. La specialità è complessa e unica: abbraccia conoscenze e competenze che appartengono ad altre discipline. L’attività non può essere delegata a “medici in affitto”, a neolaureati non adeguatamente formati o a cooperative di servizio. Devono essere riviste equipollenze e affinità, garantendo eque prospettive di carriera, una riforma sulla modalità di accesso al Ssn per i giovani professionisti attualmente in Scuola di Specializzazione, misure di assistenza e tutele legali, protezione dagli episodi di aggressione e violenza sul luogo di lavoro.
Infine, conclude la nota, la medicina di Emergenza Urgenza è una specialità che deve essere legittimata nel suo ruolo per le specifiche competenze, a partire dalla denominazione che dovrebbe coincidere con quella della Scuola di Specializzazione, come avviene per le altre specialità mediche.
 
 
 
 

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