quotidianosanità.it

stampa | chiudi


Giovedì 04 NOVEMBRE 2021
“Pronti a investire 250 mln in Italia per semplificare la vita di medici e pazienti”. Intervista a Nicola Brandolese, Ceo di Doctolib Italia

La tech company franco-italiana si propone di migliorare l’accesso all’assistenza sanitaria e la salute dei pazienti e di aiutare i professionisti della sanità a ottimizzare l’organizzazione della propria attività. "Abbiamo scelto l’Italia per un motivo legato alla nostra mission. L’assistenza sanitaria in Italia ha un accesso difficile e i tempi per accedere ad uno specialista tramite servizio pubblico sono ancora lunghi". 

Nicola Brandolese è il nuovo Ceo di Doctolib Italia. Con 25 anni di esperienza nel settore digitale, Brandolese ha fatto parte del team fondatore di Sky Italia e ha guidato la crescita digital del Gruppo Luxottica, trasformando a livello globale i suoi brand retail. Si racconta a Quotidiano Sanità per parlarci di Doctolib la tech company franco-italiana che si propone di migliorare l’accesso all’assistenza sanitaria e la salute dei pazienti e di aiutare i professionisti della sanità a ottimizzare l’organizzazione della propria attività.
 
Cos’è Doctolib e di cosa si occupa?
È una tech company che si propone di migliorare la vita del paziente, migliorare l’accesso alle cure e la salute di tutti i cittadini ma anche migliorare la vita quotidiana del personale sanitario. Questo avviene grazie ad una suite di software sviluppata con i medici, che permette proprio al personale sanitario di gestire meglio i pazienti e il proprio lavoro di tutti i giorni. Con Doctolib, da desktop o tramite il proprio smartphone il paziente potrà trovare il medico di cui ha bisogno, prenotare una visita e scambiare tutta la documentazione in maniera semplice, sicura, 24/24h.
 
Perché avete deciso di entrare nel mercato italiano?
Il team ha studiato il contesto italiano per diversi anni e nell’ultimo anno sono stati incontrati migliaia di cittadini e medici, poi con 150 dottori è stato effettivamente testato il servizio. Questi sono medici che collaborano con noi tutti i giorni, i nostri early adopter con cui abbiamo messo a punto ogni funzionalità del servizio. E abbiamo scelto l’Italia per un motivo legato alla nostra mission - migliorare la qualità della vita dei dottori e migliorare l’accesso alle cure per i pazienti - in un contesto ad oggi complesso. L’assistenza sanitaria in Italia ha un accesso difficile e i tempi per accedere ad uno specialista tramite servizio pubblico sono ancora lunghi. 
 
A che target vi rivolgete? Puntate a semplificare l’accesso con lo specialista privato o anche con quello che lavora nelle strutture pubbliche? 
Come in Francia e Germania, ci rivolgiamo a tutto il personale sanitario: tanto ai medici di famiglia, quanto agli specialisti  e agli ospedali, sia pubblici che privati. L’obiettivo è quello di andare a servire tutto il personale sanitario in Italia e coprire il 100% dei pazienti – pari quindi ad aiutare 63 milioni di italiani.
 
In Francia, da dove siete partiti, che livello di penetrazione avete? 
Tra Francia e Germania sono più di 300 mila i professionisti della sanità che utilizzano i nostri servizi tutti i giorni. In Francia, che è partita prima, lavoriamo ovviamente con un numero maggiore di professionisti della sanità, ma il servizio è ancora in grande crescita. Con i nostri medici il livello di fedeltà è straordinario. Tutti i medici che lavorano con noi rinnovano la loro partnership ogni mese e chi ci lascia lo fa principalmente quando va in pensione o in caso di trasferimento. A dimostrazione dell’alta qualità delle nostre soluzioni e del servizio offerto. Ci auguriamo, quindi, che lo stesso possa avvenire anche in Italia.
 
Che servizi offrite oltre alla prenotazione delle visite?
I servizi sono molti. Il medico di famiglia ha un servizio basato sulla possibilità di gestire l’agenda del proprio studio e gli appuntamenti, può anche attivare una comunicazione con il paziente e viceversa, scambiare la documentazione clinica e gestire al meglio le attività dell'ufficio. Grazie a tutto questo riesce a risparmiare più di un'ora di tempo al giorno e viene liberato dalle attività più ripetitive di carattere amministrativo. E questo vale molto sia per il medico che per il personale di segreteria, perché liberando il personale da queste attività si ha poi più tempo da dedicare ai pazienti anziani, ai malati cronici e ai pazienti con disabilità. Poi, agli specialisti, oltre la semplificazione dell'attività dello studio e al miglioramento della gestione del tempo, offriamo anche la possibilità di accrescere in maniera significativa il numero di pazienti e di prenotazioni on-line.
 
Qual è il modello di business?
Il modello di business è totalmente gratuito per il paziente, mentre il medico - in funzione della tipologia di medico e di attività svolta - paga un abbonamento mensile e naturalmente questo abbonamento è libero da vincoli. Il medico è libero di aderire e di uscire quando vuole, senza impegno, e abbiamo visto che in realtà una volta provato il servizio, l’impatto positivo sulla semplificazione del lavoro e dell’attività professionale è evidente e notevole. 


 
Arriverete a offrire soluzioni anche agli ospedali?
Certamente sì, ovviamente sarà in una seconda fase, al fianco e a supporto del sistema sanitario a cui noi mai ci potremmo sostituire. Dal 2016 Doctolib è partner dell’Assistance Publique – Hôpitaux de Paris , la APHP, che è il più grande gruppo universitario ospedaliero d'Europa con più di 10 milioni di pazienti, quindi puro sistema sanitario, dove più dell’80% delle visite mediche è facilitato da Doctolib. Con le autorità sanitarie sia in Francia che in Germania abbiamo aiutato l'allestimento di 1800 centri vaccinali, 70 milioni di appuntamenti in Francia e Germania e per la campagna covid, sono state assunte 200 persone per la gestione di questa attività con ovviamente un carico di lavoro straordinario durante l'estate. Per cui la risposta alla domanda iniziale è certamente sì. Ci arriveremo per fasi, partendo dai medici di base poi agli specialisti e poi andremo a offrire soluzioni anche per gli ospedali
 
Si parla tanto di big data in sanità e ovviamente si intuisce che la mole di viste che andrete a gestire andrà a popolare una banca dati, voi pensate anche ad un'attività in qual senso?
I dati vengono richiesti esclusivamente per svolgere il servizio: non li condividiamo con nessuno, né li utilizziamo per fini commerciali. Non lo facciamo in Francia e in Germania e non lo faremo nemmeno in Italia. Garantire la massima sicurezza nel trattamento dei dati personali è realmente il nostro mantra, quindi vengono seguite in maniera rigorosa tutte le disposizioni che ogni singolo Stato all'interno dell'Unione Europea ha definito. Proteggiamo ogni dato individuale con il più alto standard di criptazione e ogni utente ha il pieno controllo dei propri dati. 

Cosa rappresenta l’acquisizione di dottori.it?
Loro, come Doctolib, sono partiti nel 2013 e condividiamo la stessa visione a lungo termine; quindi, abbiamo ben pensato di unirci con loro, perché alla fine i medici che utilizzano dottori.it sono quelli che poi decideranno di puntare su doctolib aumentando in maniera significativa il numero di pazienti. Ad oggi rimane dottori.it come brand e come suite, dopodiché ci sarà la possibilità per i dottori di utilizzare entrambi i servizi ed entrambi i brand, poi decideremo nel tempo quando, come e se eventualmente concentrarci solo su Doctolib. 

L'altra cosa che ha fatto notizia è stata sicuramente la mole di investimento: 250 milioni. In cosa li investirete?
Li investiremo sicuramente in personale per dare un servizio straordinario ai nostri dottori. Costruiremo poi un tech-hub a Milano per lo sviluppo di feature che siano utili e specifiche per il contesto italiano, ma anche per la Germania e per la Francia. Abbiamo già tech-hub negli altri due stati e quindi quello italiano andrebbe a supporto. Investiremo sicuramente anche in marketing e comunicazione per far crescere il nostro brand e dare la possibilità ai dottori che aderiscono di avere più visibilità. Questo è un investimento iniziale, quindi 250 milioni sono già nel nostro piano in tempo breve, ma non ci limitiamo a questo e saremo ben pronti a cogliere altre iniziative e altre opportunità. Prenderemo uffici nelle principali regioni italiane, apriremo a Roma e poi più avanti anche nelle principali città.

Pensate anche a altre acquisizioni strategiche dopo quella di dottori.it?
Acquisizioni per ora non ne abbiamo previste, ma saremo pronti a fare tutto ciò che ci sarà possibile per andare incontro alle nostre missioni, senza cambiare quindi il nostro obiettivo di facilitatori nella gestione dei pazienti e di miglioramento della vita quotidiana del personale sanitario.
 
Una curiosità. Che tipologia di specialisti è maggiormente attratto dal vostro servizio?
I medici di famiglia sono stati i primi ad usare le nostre soluzioni. Gli specialisti più ricercati dai pazienti sono il dentista, il cardiologo, lo psicologo o il ginecologo. Poi c'è chi tra le varie categorie di medici ha benefici differenti, per esempio il medico di famiglia è interessato a semplificare la propria giornata e guadagnare tempo da dedicare ai propri assistiti. Scegliendo Doctolib, gli specialisti che lo desiderano potranno incrementare il numero di prenotazioni online di 3 volte rispetto a quanto avevano su dottori.it, in poche settimane.
 
E come avviene questo incremento? 
Per tanti motivi. Intanto perché aumentiamo la disponibilità e l'accesso al numero di medici e quindi il cittadino ha un numero più ampio di specialisti fra cui scegliere. Poi diamo visibilità al nostro brand portando un beneficio a tutti i medici, così come aumentando l'efficienza del tempo delle visite e riducendo le cancellazioni, che portano sia alla disruption nell'agenda del medico sia alla riduzione della possibilità per il medico di visitare in quell'ora cancellata dal paziente. 

© RIPRODUZIONE RISERVATA