Tirelli (Aviano): “Serve sforzo ulteriore, in particolare medici e insegnanti non devono più fumare in ospedali e scuole”
29 MAG - “Se in Europa una causa qualsiasi fosse responsabile della morte di 1, 6 milioni di persone l’anno, come avviene per il fumo di sigarette, i parlamenti di ogni nazione europea sarebbero in seduta straordinaria continua per cercare di risolvere, di eliminare o di contenere quella causa responsabile di così tanti morti”. E’ la valutazione espressa da
Umberto Tirelli, oncologo del Centro di Aviano, in vista della Giornata Mondiale senza tabacco
“Invece, con il 30% dei giovani che fuma e con le ragazze che fumano più delle donne adulte e con questo impressionante numero di morti causati dai cancerogeni presenti nel fumo, siamo troppo poco attivi” constata amaramente.
Tirelli ricorda poi che secondo l’Oms il fumo è la “prima causa di morte facilmente evitabile”, responsabile ogni anno della morte di 5 milioni di persone in tutto il mondo per cancro, malattie cardiovascolari e respiratorie. “Un numero peraltro destinato ad arrivare a 10 milioni entro il 2030, se non saranno adottate misure efficaci. In particolare, l’industria del tabacco ha ben utilizzato i media, il cinema e la moda per farsi quella pubblicità più o meno sottile che influenza soprattutto i giovani. Recentemente – ricorda - al gran premio di Montecarlo, Vettel il pilota della Ferrari, ha potuto tranquillamente fare pubblicità alle sigarette in quanto in quel paese questo è ancora possibile. Identificare le strategie più corrette per promuovere la riduzione o la cessazione dell’uso di tabacco è un compito non semplice”.
L'oncologo riconosce che” senza dubbio sono stati fatti passi avanti significativi con la proibizione del fumo nei locali chiusi, in particolare bar e ristoranti, e questo sicuramente ha migliorato favorevolmente la salute non solo dei lavoratori che operano in quegli ambienti ma anche di tutti gli altri fruitori, fumatori e non fumatori”. Tuttavia “potremmo fare uno sforzo ulteriore affinché i medici e gli insegnanti in particolare, non fumino più, ovviamente negli ospedali o nelle scuole, cosa che apparentemente ancora succede”.
“Se poi – conclude - qualcuno non riesce a smettere perché può essere molto difficile farlo, le sigarette elettroniche sono una buona alternativa per eliminare drasticamente il contatto con le sostanze cancerogene che provengono dalla combustione delle sigarette tradizionali. Ovviamente l’ideale sarebbe quello di non fumare neppure le sigarette elettroniche ma può servire per coloro che non ce la fanno a smettere di fumare”.
29 maggio 2015
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