Quotidiano on line
di informazione sanitaria
Giovedì 18 APRILE 2024
Studi e Analisi
segui quotidianosanita.it

Fumo e tumori: consumo tabacco responsabile del 30% di tutti i decessi in Italia


24 SET - Nonostante i danni alla salute causati dal fumo di tabacco siano noti da decenni, poco meno di un italiano su tre è fumatore abituale – incluso un laureato su cinque. La legge del 2003 sul divieto di fumo nei locali pubblici ha indubbiamente aumentato la consapevolezza generale sui danni del fumo, ma i nuovi dati epidemiologici sono particolarmente preoccupanti fra i giovani, dove il fumo persiste come uno dei più gravi problemi di sanità pubblica. I dati del sistema PASSI (Progressi delle Aziende Sanitarie per la Salute in Italia), le statistiche sulle cause di morte e i numeri dei registri tumore italiani sono coerenti nell’indicare che sono decine di migliaia le vite che, ogni anno, possono essere salvate attraverso un continuo sviluppo e attuazione di strategie volte alla prevenzione, al controllo e alla cessazione del fumo nella popolazione.

Tra il 2010 e il 2013, il 28% della popolazione italiana in età adulta (18-69 anni) risultava fumatore abituale, secondo le stime fornite dal sistema di sorveglianza PASSI Circa un quarto dei tabagisti (7,3% della popolazione italiana) risultava un forte fumatore, dichiarava cioè di fumare 20 o più sigarette al giorno. Le stime PASSI indicano che la classe di età 25-34 è quella in cui si registra la più alta percentuale di fumatori (34%).
Anche se l’abitudine al fumo risulta ancora più diffusa negli uomini (33%) che nelle donne, va comunque evidenziato che, nel complesso, il 23% delle donne italiane risulta fumatore abituale. Un dato, questo, altrettanto inquietante che indica la necessità di intraprendere azioni ad ampio spettro di contrasto al tabagismo. È inoltre interessante notare un’inversione di tendenza rispetto ai decenni passati: il fumo di sigaretta risulta ora più frequente tra le donne di età 50-69 anni e non tra le giovani generazioni, come osservato tra gli uomini.

Nelle aree italiane coperte da registri tumore, tra il 1999 e il 2010 l’incidenza del carcinoma del polmone è diminuita del 20% tra gli uomini (da 87,6 casi a 70,0 casi/100.000, rispettivamente), mentre è aumentata del 36% nelle donne (da 16,3 a 22,0 casi/100.000 tra il 1999 e il 2010).
Relativamente al grado di istruzione, il 21% dei laureati risulta fumatore, una percentuale inferiore rispetto a quanto registrato nel triennio precedente e anche (sebbene di pochi punti percentuali) a quanto registrato in persone con minor grado di istruzione. Questo dato è incoraggiante ma allo stesso tempo indicativo degli ostacoli che i cambiamenti negli stili di vita incontrano anche tra le classi più istruite della popolazione italiana.
Dal punto di vista della diffusione geografica, il tabagismo risulta relativamente omogeneo nel territorio nazionale. Eccezioni rispetto alla media nazionale (28%) sono rappresentate da tre regioni del Centro-Sud con percentuali di fumatori superiori alla media nazionale (Umbria, Lazio, Campania con il 31% di fumatori); e da cinque regioni del Nord (Veneto 24%, Provincia Autonoma di Trento 25%) e del Centro-Sud (Marche, Basilicata e Calabria 26%) con percentuali di fumatori inferiori alla media nazionale.

Secondo l’American Cancer Society, il consumo di tabacco è responsabile - ogni anno nei Paesi industrializzati - di circa il 30% di tutti i decessi. In Italia, questa stima corrisponde a più di 180.000 morti annue evitabili, decessi in larga parte dovuti a malattie cardiovascolari, tumori e malattie dell’apparato respiratorio.

In aggiunta a bronchi e polmone, le evidenze attuali sono ritenute sufficienti per attribuire al fumo di tabacco un ruolo causale per molte altre sedi di tumore, in particolare: nasofaringe, cavità nasali, orofaringe, cavo orale, ipofaringe e laringe per la regione testa e collo; esofago, stomaco, fegato, colon-retto e pancreas per l’apparto digerente; rene, uretere, vescica, ovaio, cervice uterina per l’apparato urogenitale; e leucemia mieloide.
Smettere di fumare riduce, dopo 5 anni, del 50% il rischio di sviluppare neoplasie del cavo orale, dell’esofago e della vescica e, dopo 10 anni, di morire per carcinoma del polmone.

Le sigarette elettroniche
Nel maggio 2012 la Commissione Europea ha pubblicato un rapporto relativo agli atteggiamenti dei cittadini europei nei confronti del tabacco. Un intero capitolo è dedicato alla sigaretta elettronica, e in particolare alla sua diffusione negli Stati membri e al grado di conoscenza dei cittadini europei. Dal rapporto emerge che, complessivamente, il 46% dei cittadini europei conosce bene la sigaretta elettronica, mentre il 23% ne ha sentito parlare ma non sa esattamente di cosa si tratti.
Per quanto riguarda la situazione italiana, una indagine DOXA condotta nel 2013 indica un netto aumento della percentuale di italiani che dichiara di conoscere la e-cig: oltre il 91% nel 2013, in deciso aumento rispetto al 72% dell’anno precedente. Sul piano epidemiologico è interessante notare quali conseguenze tra i fumatori abbia determinato l’uso della sigaretta elettronica sul consumo delle sigarette tradizionali. Dall’indagine DOXA emerge che solo l’11% dei consumatori abituali di e-cig ha di fatto smesso di fumare.
Gli organismi internazionali che si occupano delle conseguenze sulla salute derivanti dall’utilizzo delle e-cig concordano nell’affermare la necessità di un approfondito monitoraggio sia per le conseguenze sul breve-medio periodo che per il lungo periodo. L’introduzione e diffusione anche nel mercato italiano delle e-cig pone ulteriori problemi sia socio-sanitari che culturali riproponendo, in maniera subdola, il modello del “fumo senza danni” ormai relativamente sconfitto per il fumo di tabacco.
 

24 settembre 2015
© Riproduzione riservata

ISCRIVITI ALLA NOSTRA NEWS LETTER
Ogni giorno sulla tua mail tutte le notizie di Quotidiano Sanità.

gli speciali
Quotidianosanità.it
Quotidiano online
d'informazione sanitaria.
QS Edizioni srl
P.I. 12298601001

Sede legale:
Via Giacomo Peroni, 400
00131 - Roma

Sede operativa:
Via della Stelletta, 23
00186 - Roma
Direttore responsabile
Luciano Fassari

Direttore editoriale
Francesco Maria Avitto

Tel. (+39) 06.89.27.28.41

info@qsedizioni.it

redazione@qsedizioni.it

Coordinamento Pubblicità
commerciale@qsedizioni.it
    Joint Venture
  • SICS srl
  • Edizioni
    Health Communication
    srl
Copyright 2013 © QS Edizioni srl. Tutti i diritti sono riservati
- P.I. 12298601001
- iscrizione al ROC n. 23387
- iscrizione Tribunale di Roma n. 115/3013 del 22/05/2013

Riproduzione riservata.
Policy privacy