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Covid. Altems: “Il Nord-Est nel pieno della quarta ondata: accelerare sulle terze dosi in attesa del super green pass”


È quanto emerge dal report settimanale dell’Alta Scuola di Economia e Management dei Sistemi Sanitari dell’Università Cattolica. “L’unica via al momento è quella varata ieri dal Governo, di concerto con le Regioni, di applicare un super green pass per andare a prevenire eventuali lockdown”. IL REPORT

25 NOV - Il Nord-Est sta entrando nel pieno della quarta ondata, il Friuli Venezia Giulia supera entrambi i parametri soglia per terapie intensive e ricoveri ordinari. Anche la PA di Bolzano a rischio, con elevati valori di incidenza dei contagi, senza contare che la provincia presenta la quota più bassa (64,3%) di individui che hanno completato il ciclo vaccinale. È quanto emerso dalla 75ma puntata dell’Instant Report Covid-19 dell’Alta Scuola di Economia e Management dei Sistemi Sanitari dell’Università Cattolica di confronto sistematico dell’andamento della diffusione del Sars-COV-2 a livello nazionale.
 
“È ormai chiaro che sarà un Natale in cui sotto l’albero troveremo non solo regali ma anche la preoccupazione della quarta ondata dell’epidemia che sta si sta facendo largo in Italia dalla zona Nord-Est del Paese, afferma il professor Americo Cicchetti, direttore dell’Alta Scuola di Economia e Management dei Sistemi sanitari dell’Università Cattolica (ALTEMS)”.
 
“I nostri indici ALTEMS elaborati negli ultimi mesi per monitorare lo stress del SSN e l’allerta epidemiologica avevano evidenziato già da qualche settimana un lieve ma costante peggioramento, dovuto in parte a una situazione europea molto preoccupante”, continua il professor Cicchetti.
 
“L’unica via al momento - afferma - è quella varata ieri dal Governo, di concerto con le Regioni, di applicare un super green pass per andare a prevenire eventuali lockdown, salvaguardare l’erogazione delle cure e il recupero delle prestazioni sospese durante le prime tre ondate, oltre che evitare ulteriori decessi. La strategia del super green pass – sostiene il professor Cicchetti - deve essere affiancata da una risposta della popolazione verso la terza dose, come lo è stato nel periodo maggio-luglio in cui superammo le 500.000 somministrazioni giornaliere; tuttavia, al momento le somministrazioni totali (3°dose/100.000 abitanti) in rapporto alla popolazione residente di età superiore ai 12 anni nell’ultima settimana, evidenzia una grossa eterogeneità nel Paese, con la Toscana che ha somministrato il maggior numero di 3° dosi (1.677,88/100.000) mentre la Valle d’Aosta è la regione in cui tale somministrazione riporta il valore più basso (404,20/100.000)”.
 
Quadro epidemiologico
In merito agli aspetti epidemiologici si confermano le differenze importanti in termini di incidenza della diffusione del Covid-19 nelle diverse Regioni che proseguono anche nella Fase 2. I dati (al 22 Novembre) mostrano che la percentuale di casi attualmente positivi (n = 151.514) sulla popolazione nazionale è pari a 0,25% (in aumento rispetto ai dati del 15/11 in cui si registrava lo 0,20%). La percentuale di casi (n= 4.932.091) sulla popolazione italiana è in aumento, passando dal 8,16% al 8,27%.
 
L’incidenza settimanale corrisponde al numero di nuovi casi emersi nell’ambito della popolazione regionale nell’intervallo di tempo considerato. È stata individuata, come riferimento, il valore massimo che questa dimensione epidemiologica ha assunto in Italia: nei 7 giorni tra il 16 ed il 22 novembre 2020 i nuovi casi, a livello nazionale, sono stati 366 ogni 100.000 residenti. La settimana appena trascorsa evidenzia un aumento dell’incidenza settimanale, registrando un valore nazionale pari a 99 ogni 100.000 residenti (in aumento rispetto ai dati del 15/11, pari a 78 ogni 100.000 residenti).
 
Il primato per la prevalenza periodale sulla popolazione si registra in PA Bolzano (15,93%), in Friuli-Venezia Giulia (10,59%) ma è in PA Bolzano (0,87%) e Friuli-Venezia Giulia (0,51%) che oggi abbiamo la maggiore prevalenza puntuale di positivi, con valori in leggero aumento nelle altre regioni, e con un media nazionale pari a 0,26% (stabile rispetto ai dati del 15/11, pari a 0,21%).
 
Dal report #25 è stata analizzata la prevalenza periodale che corrisponde alla proporzione della popolazione regionale che si è trovata ad essere positiva al virus nell’intervallo di tempo considerato (casi già positivi all’inizio del periodo più nuovi casi emersi nel corso del periodo). È stata individuata, come soglia di riferimento, il valore massimo che questa dimensione epidemiologica ha assunto in Italia: la settimana tra il 22 ed il 28 novembre è ad oggi il periodo in cui si è registrata la massima prevalenza periodale in Italia (1.612 casi ogni 100.000 residenti), mentre nell’ultima settimana la prevalenza periodale in Italia è pari a 314 casi ogni 100.000 residenti, in aumento rispetto ai dati del 15/11 (252 casi ogni 100.000 residenti).
 
Dal report #25 è stata analizzata la letalità grezza apparente del COVID-19 nelle Regioni italiane nell’ultima settimana che corrisponde al numero di pazienti deceduti nell’ambito dei soggetti positivi al COVID-19 nell’intervallo di tempo considerato. È stata individuata, come soglia di riferimento, il valore massimo che questa dimensione epidemiologica ha assunto in Italia: nei 7 giorni tra il 18 ed il 24 marzo 2020 la letalità grezza apparente, a livello nazionale, è stata pari al 61,80 x 1.000. Nell’ultima settimana il dato più elevato si registra in Friuli-Venezia Giulia pari a 3,87 x 1.000 e in Sicilia pari a 3,53 x 1.000, nonostante siano ben lontani dal valore massimo registrato a marzo; la letalità grezza apparente, a livello nazionale, è pari al 1,96 per 1.000 in calo rispetto ai dati del 15/11 (2,29 x 1.000).
 
Dal rapporto #26 è stata analizzata la mortalità grezza del COVID-19 nell’ultima settimana; la mortalità grezza corrisponde al numero di pazienti deceduti nell’ambito della popolazione di riferimento nell’intervallo di tempo considerato. È stata individuata, come soglia di riferimento, il valore massimo che questa dimensione epidemiologica ha assunto in Italia: nei 7 giorni tra il 26 marzo ed il 1 aprile 2020 la mortalità grezza, a livello nazionale, è stata pari al 8,42.
Nell’ultima settimana, la mortalità grezza apparente, a livello nazionale, è pari a 0,62 in aumento rispetto ai dati del 15/11 (0,58 x 1.000). Il dato più elevato si registra in Friuli-Venezia Giulia al 2,67 e PA Bolzano a 1,69.
 
Indice di positività settimanale
L’indice di positività al test misura, su base settimanale, il rapporto tra i nuovi casi positivi ed i nuovi soggetti sottoposti al test. L’indicatore differisce dall’indice di positività calcolato su base giornaliera, che valuta invece, il rapporto tra i nuovi casi positivi ed i nuovi tamponi effettuati, e comprende anche i tamponi effettuati per il monitoraggio del decorso clinico e l’eventuale attestazione della risoluzione dell’infezione. In particolare, l’indice registra un valore massimo del 34,15 % in Veneto e del 32,43% nella P.A. di Bolzano. In Italia l’indice di positività al test è pari al 14,83%: risulta positivo, dunque, circa 1 paziente su 7 nuovi soggetti testati, in aumento rispetto alla settimana precedente.
 
Tamponi molecolari e tamponi antigenici
Dal report #37 si è avviato il monitoraggio del confronto tra il numero di tamponi molecolari e il numero di tamponi antigenici per 1.000 abitanti. La Regione associata ad un numero maggiore di tamponi antigenici realizzati risulti essere la Valle d’Aosta (92,09 per 1.000 abitanti), mentre la Regione associata ad un numero maggiore di tamponi molecolari realizzati risulti essere il Friuli-Venezia Giulia (32,14 per 1.000 abitanti). A livello nazionale, il numero di nuovi tamponi molecolari settimanali è pari a 14,11 per 1.000 abitanti mentre il numero di nuovi tamponi antigenici è pari a 39,61 per 1.000 abitanti.
 
Terapie intensive
 
Nuovi Ingressi Settimanali in Terapia Intensiva
Dal report #33 è stato avviato il monitoraggio dei nuovi Ingressi Settimanali in Terapia Intensiva (x 100.000 ab.). Il valore medio registrato nel contesto italiano è pari a 0,56 x 100.000 ab. in aumento rispetto ai dati del 15/11 (pari a 0,45). Le regioni che hanno evidenziato più ingressi nel setting assistenziale della terapia intensiva durante l’ultima settimana sono il Friuli-Venezia Giulia (1,33 x 100.000 ab.), il Veneto (1,22 x 100.000 ab.) e l’Emilia-Romagna (0,94 x 100.000 ab.).
 
Tassi di saturazione dei posti letto in Terapia Intensiva e di Area Non Critica
L’indicatore mette in relazione il tasso di saturazione dei posti letto in Terapia Intensiva con il tasso di saturazione dei posti letto in Area Non Critica.
Le soglie del 10% e del 15%, rispettivamente di Terapia Intensiva e per l’Area Non Critica, sono individuate dal DECRETO-LEGGE 23 luglio 2021, n. 105 “Misure urgenti per fronteggiare l'emergenza epidemiologica da COVID-19 e per l'esercizio in sicurezza di attività sociali ed economiche” come quelle oltre le quali è previsto il passaggio dalla Zona Bianca a Zona Gialla. Al 21 novembre solo il Friuli-Venezia Giulia si posiziona nel primo quadrante registrando tassi di saturazione, sia in relazione ai posti letto di terapia intensiva sia a quelli relativi all’area non critica, oltre le rispettive soglie stabilite dal suddetto DL. La P.A. di Bolzano, invece, ha superato la sola soglia relativa ai posti letto di area non critica, mentre le restanti Regioni sono concentrate nel terzo quadrante non avendo superato le soglie critiche.
 
Indice di stress del sistema sanitario
L’assegnazione dei «colori» alle Regioni è regolata da tre soglie principali: dall’incidenza dei casi sulla popolazione, dai tassi di occupazione dei posti letto in terapia intensiva e dai tassi di occupazione dei posti letto nelle terapie sub-intensive.
Con l’avanzamento della campagna vaccinale, le soglie di 50/150/250 casi ogni 100.000 abitanti devono essere innalzate poiché, a parità di sistema ospedaliero regionale, il numero di persone che oggi rischiano di contrarre la malattia è inferiore rispetto al periodo nel quale queste soglie sono state stabilite.
L’indicatore di stress elaborato sulla settimana (18 novembre – 24 novembre) mostra un valore medio nazionale pari a 0,61 (con un’incidenza media settimanale pari a 113 nuovi casi ogni 100.000 ab. e 45.483.744 persone che hanno completato il ciclo vaccinale), con valori differenti tra le Regioni: la regione con il rischio di soglia in zona gialla più elevato è la PA Bolzano con un indice di stress pari a 2,93, un’incidenza media settimanale pari a 417 nuovi casi ogni 100.000 ab. e 364.521 persone che hanno completato il ciclo vaccinale; segue il Friuli-Venezia Giulia con un indice di stress pari a 1,76, un’incidenza media settimanale pari a 311 nuovi casi ogni 100.000 ab. e 905.821 persone che hanno completato il ciclo vaccinale; al contrario la regione con il rischio di soglia in zona gialla più basso è la Basilicata con un indice di stress pari a 0,17, un’incidenza media settimanale pari a 32 nuovi casi ogni 100.000 ab. e 422.438 persone che hanno completato il ciclo vaccinale.
 
Indice epidemico composito
Sfruttando le principali basi dati disponibili, abbiamo elaborato un Indice Epidemico Composito che rappresenta sinteticamente cinque dimensioni relative all’epidemia, in particolare: la proporzione dei nuovi casi tra i testati, l’incidenza, lo stress sulle terapie intensive, la mortalità e la proporzione di popolazione non vaccinata; ognuna di queste dimensioni rappresenta un elemento su cui porre particolare attenzione nel monitoraggio dell’epidemia ed è utile poter disporre di un indice che consente di leggerle insieme, il cui valore dovrebbe idealmente tendere al valore 1. Le 5 dimensioni prese in considerazione sono state normalizzate sulla base di standard di riferimento, in modo da poterle combinare. I valori tendenti al rosso nella mappa indicano i contesti su cui porre particolare attenzione.
Alcune Regioni attualmente si trovano in uno scenario su cui porre più attenzione (Friuli-Venezia Giulia, PA Bolzano, Veneto, Val d’Aosta, Emilia-Romagna, Campania, Lazio, Liguria, Marche, Abruzzo).
 
Confronto tra case della salute attive e case della comunità da attivare
L’indicatore mette in rapporto il numero di case della salute già attivate nelle regioni italiane e la stima delle case della comunità da attivare sulla base delle indicazioni del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Dall’analisi dell’istogramma emerge una situazione estremamente eterogena. Alcune regioni hanno già raggiunto o sono molte vicine a raggiungere il target di case della comunità da attivare (Emilia, Romagna, Toscana, Molise). Al contrario, Campania e Lombardia devono attivare rispettivamente 216 e 124 case della comunità.
 
Andamento vaccinazioni Covid-19 in Italia
Dal report #34 è stato analizzato l’andamento delle vaccinazioni Covid-19 in Italia.
 
Prime dosi/Popolazione residente per fascia di età (x 100 ab.)*
A livello nazionale si registrano le seguenti percentuali per le fasce di età considerate: 12-19 anni (72%), 20-49 anni (82%), 50-69 (85%), 70-79 (90%), over 80 anni (93%). La media nazionale (che considera la fascia di età maggiore di 12 anni) è pari al 84%.
 
Andamento somministrazioni (valore soglia 500.000)
Analizzando l’andamento delle somministrazioni giornaliere (prima e seconda dose) considerando il valore soglia pari a 500.000 somministrazioni giornaliere, dal 31 luglio 2021 le somministrazioni giornaliere risultano essere ancora sotto questa soglia.
 
Percentuale di copertura delle fasce di popolazione (1° dose)
È stato avviato il monitoraggio della percentuale di copertura delle fasce di popolazione stratificate per età riguardo la prima dose vaccinale. Dal grafico si evince come la Puglia, il Lazio e l’Emilia-Romagna abbiano vaccinato la quota maggiore di over 70 nel contesto nazionale. La Sicilia rappresenta la regione con la percentuale minore in termini di copertura vaccinale della popolazione over 70 (83,94%).
 
Terza dose (dose aggiuntiva e dose booster) / platea x 100.000 abitanti
L’indicatore mostra le somministrazioni totali (3°dose/100.000) in rapporto alla popolazione residente di età superiore ai 12 anni nell’ultima settimana. Dal grafico si evince come la Toscana sia la regione che ha somministrato il maggior numero di 3° dosi (1.677,88/100.000) mentre la Valle d’Aosta è la regione in cui tale somministrazione riporta il valore più basso (404,20/100.000).
 
Copertura vaccinale reale (ciclo completo, popolazione generale)
L’indicatore mostra la percentuale su base regionale di individui sopra i 12 anni di età che hanno ultimato il ciclo vaccinale. Dal grafico si evince che la regione caratterizzata dalla copertura più alta è la Toscana (77,8%) mentre la P.A. di Bolzano si configura come la regione con la percentuale di individui che hanno completato il ciclo vaccinale più bassa (64,3%). In Italia il 74% della popolazione risulta totalmente immunizzata.

25 novembre 2021
© Riproduzione riservata

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