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Come ci prepariamo ad affrontare la Demenza?

di Grazia Labate

La demenza è una minaccia in rapida crescita per i sistemi di assistenza sociale e di invecchiamento in buona salute in ogni paese. Investire in un'adeguata risposta della salute pubblica alla demenza e all'invecchiamento in buona salute, con l'equità sanitaria al centro, deve iniziare ora, qui e adesso

27 GEN - La 150ª sessione del Comitato Esecutivo dell'OMS si sta tenendo e si concluderà il 29 gennaio, i membri dovranno concordare l'agenda e le risoluzioni che saranno prese in considerazione dall'Assemblea Mondiale della Sanità. Un'importante iniziativa sarà presentata nell'ambito del cosiddetto Pilastro 3 (1 miliardo di persone in più che godono di salute e benessere migliori) e riguarderà l'invecchiamento sano.
 
 A dicembre 2020, l'Assemblea generale delle Nazioni Unite ha dichiarato il decennio 2021-2030 dell'invecchiamento in buona salute e l'OMS ha il compito di coordinare questa iniziativa e fornire una leadership strategica sul cambiamento demografico e sull'invecchiamento in buona salute.
 
Oggi ci sono più di 1 miliardo di persone di età pari o superiore a 60 anni, in tutto il mondo e le popolazioni stanno invecchiando. Questa transizione demografica interesserà quasi tutti gli aspetti della società.
 
Una condizione, in particolare, potrebbe mettere in discussione le ambizioni dell'OMS e dell'ONU: la demenza.
La demenza è una delle principali cause di disabilità e dipendenza tra gli anziani e, secondo lo studio Global Burden of Disease (GBD) pubblicato nell’ultimo numero di The Lancet Public Health, i casi di demenza dovrebbero triplicare entro il 2050 a meno che i paesi non affrontino i fattori di rischio.
 
Nel loro studio, Emma Nichols della University of Washington School of Medicine di Seattle (Usa), ed altri suoi colleghi, alla conferenza annuale dell’Alzheimer’s Association International, tenutasi dal 26 al 30 luglio scorso a Denver, negli Stati Uniti, hanno previsto la prevalenza della demenza in 204 paesi e territori ed hanno esaminato l'impatto delle tendenze attese nell'esposizione ai fattori di rischio selezionati e importanti.
 
Nichols e i suoi colleghi stimano che il numero di adulti affetti da demenza nel mondo dovrebbe aumentare da circa 57 milioni che erano nel 2019 a 153 milioni nel 2050, principalmente a causa della crescita della popolazione e dell'invecchiamento della medesima. Gli autori hanno stimato la prevalenza della demenza dal 1990 al 2019, e hanno calcolato la prevalenza della demenza attribuibile ai tre fattori inclusi nello studio Global Burden of Disease (indice di massa corporea, glicemia a digiuno e fumo).
 
Dai dati emerge un incremento notevole nei prossimi decenni, che porterà quasi a triplicare il numero di persone affette da demenza rispetto ai 57,4 milioni stimati nel 2019 a livello globale. Gli autori hanno considerato i quattro fattori di rischio per la demenza - glicemia alta, fumo, obesità e scarsa istruzione - e il loro potenziale effetto sulle tendenze future.
 
Riferiscono che i miglioramenti nell'istruzione potrebbero ridurre la prevalenza della demenza di 6,2 milioni di casi entro il 2050, ma questo potrebbero essere contrastato dalle tendenze previste per l'obesità, la glicemia alta e il fumo, che dovrebbero contribuire ad altri 6,8 milioni di casi di demenza.
 
Questo studio è particolarmente importante per diversi motivi. In primo luogo, per la politica a livello locale. Le stime a livello nazionale possono essere utilizzate per informare la pianificazione nazionale e il processo decisionale per garantire che le risorse e i supporti siano disponibili per gli individui, gli operatori sanitari e i sistemi sanitari.
 
In secondo luogo, per la prevenzione e l'importanza dei fattori di rischio potenzialmente modificabili. La Commissione Lancet del 2020 sulla demenza ha stimato che il 40% dei casi di demenza potrebbe essere prevenuto o ritardato se l'esposizione a 12 fattori di rischio noti fosse eliminata: ipertensione, fumo, obesità, scarsa istruzione, depressione, diabete, inattività fisica, problemi di udito, isolamento, consumo eccessivo di alcol, trauma cranico e inquinamento atmosferico.
 
Affrontare questi fattori di rischio va ben oltre i comportamenti degli individui e dovrà contestualizzarsi con i determinanti economici e sociali della salute.
Per Theo Vos, coautore dello studio, "Garantire che le disuguaglianze strutturali nell'accesso ai servizi sanitari e di assistenza sociale, possano essere affrontate e che i servizi possano essere ulteriormente adattati alle esigenze senza precedenti di una popolazione anziana in aumento con bisogni di assistenza complessi richiederà una pianificazione considerevole, sia a livello locale che nazionale”.
 
Infine, questo studio sulla GBD fornisce un chiaro promemoria sul fatto che tale crescita nel numero di individui che convivono con demenza, sottolinea la necessità di risposte di salute pubblica molto forti.
 
A settembre 2021, l'OMS ha riferito sui progressi della risposta della salute pubblica alla demenza, nell'ambito del Piano d'azione globale (2017-25), che mira a ridurre il peso della demenza e migliorare la vita delle persone affette da demenza e dei loro badanti. A metà di questo piano sono stati compiuti alcuni progressi, ma troppo pochi paesi hanno un piano nazionale per prevenire, mitigare e gestire la demenza.
 
Per Hilary Evans, amministratore delegato di Alzheimer's Research UK, “la demenza non colpisce solo gli individui, può devastare intere famiglie e reti di amici e persone care. Lo straziante costo personale della demenza va di pari passo con enormi impatti economici e sociali, rafforzando le argomentazioni verso i governi di tutto il mondo, affinché facciano di più per proteggere le vite ora e in futuro".
 
La demenza è una minaccia in rapida crescita per i sistemi di assistenza sociale e di invecchiamento in buona salute in ogni paese. Investire in un'adeguata risposta della salute pubblica alla demenza e all'invecchiamento in buona salute, con l'equità sanitaria al centro, deve iniziare ora, qui e adesso.
 
Grazia Labate
Ricercatrice in economia sanitaria già sottosegretaria alla sanità

27 gennaio 2022
© Riproduzione riservata


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