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Il DM 71 starà in piedi solo se sotto avrà un DM 70 rivisto e applicato

di Claudio Maria Maffei

Lo so che non sono in molti ad apprezzare il DM 70, vecchio o nuovo che sia, ma ne abbiamo bisogno perché, insisto,  il DM 71 senza sotto un nuovo  DM 70 avrà difficoltà a reggersi.  E quindi invito a dare un contributo alla sua revisione e alla sua pronta approvazione

01 MAR - Adesso che il Decreto sui modelli e standard per lo sviluppo dell’Assistenza Territoriale nel Servizio Sanitario Nazionale è in dirittura finale e dovrebbe essere approvato dalle Regioni, come documentato qui su QS, occorrerà decidere rapidamente sul nuovo DM 70 sugli standard ospedalieri, non a caso scelto come riferimento per dare una sigla facile da ricordare al nuovo Decreto: DM 71.
 
I motivi che rendono necessario avere accanto al nuovo DM 71 anche un DM 70 (rivisitato o meno, poi lo vedremo) per arrivare ad un riordino contestuale dei servizi ospedalieri e territoriali sono diversi e importanti:
 
• la programazione regionale dei servizi andrà fatta area per area includendo tutti i servizi sia ospedalieri che territoriali. I cittadini di regola vogliono sapere che ne è dei loro ospedali prima di conoscere la collocazione dei nuovi servizi territoriali, visto che spesso quelli ospedalieri se li sono visti chiudere nella promessa non sempre mantenuta di ricevere un potenziamento di quelli territoriali;
 
• la fragilità mostrata dal sistema ospedaliero di molte Regioni nella risposta alla pandemia ha fatto rinascere la voglia di riaprire i piccoli ospedali che sono invece tra le sedi tipiche delle attività degli ospedali di Comunità: ci vuole la massima chiarezza al riguardo;
 
• i nuovi servizi strutturalmente finanziati dal PNRR rischieranno di rimanere inattivi se non si recupereranno risorse anche da una razionalizzazione della vecchia rete ospedaliera alla luce di un DM stavolta da rispettare;
 
• la rete dei “nuovi” servizi territoriali è stata prevista dal PNRR anche per limitare un ricorso all’ospedale, tanto da ipotizzare esplicitamente un recupero di risorse da destinare al loro finanziamento (850 milioni l’anno tra riduzione dei ricoveri e riduzione degli accessi al Pronto Soccorso) e quindi di questo trasferimento di risorse attività assistenziale verso il territorio la programmazione ospedaliera dovrà tenere conto;
 
• molte Regioni adegueranno i loro programmi complessivi di edilizia ospedaliera in base ai fondi del PNRR con il rischio che li modulino sulla nuova sanità territoriale e sulla vecchia sanità ospedaliera.
 
Ma i motivi per avere un nuovo DM 70 sono molti altri come ad esempio:
 
• il rafforzamento della rete ospedaliera per far fronte alle eventuali ulteriori gravi emergenze come del resto previsto nel DL 34/2020;
• la necessità di una diversa integrazione del privato contrattualizzato;
• una ridefinizione dei bacini di utenza di alcune discipline;
• una regolamentazione più cogente delle reti cliniche e la migliore definizione di alcune di queste;
• l’esigenza di avere una rete ospedaliera capace di attrarre professionisti e non di allontanarli.
 
Nell’ottobre 2021 trovò circolazione un documento su un nuovo DM 70che venne presentato e commentato qui su QS. Il Ministro Speranza lo ridimensionò al ruolo di brogliaccio, ma il documento aveva lo spessore tecnico di una bozza già buona per un confronto. La disponibilità di un nuovo DM 70 è urgente, ma stranamente il dibattito al riguardo è scarso, scarsissimo se confrontato con i tanti interventi su Case della Salute, Ospedali di Comunità e tutta la sanità territoriale prevista dal PNRR.
 
Lo so che non sono in molti ad apprezzare il DM 70, vecchio o nuovo che sia, ma ne abbiamo bisogno perché, insisto,  il DM 71 senza sotto un nuovo  DM 70 avrà difficoltà a reggersi.  E quindi invito a dare un contributo alla sua revisione e alla sua pronta approvazione.
 
Claudio Maria Maffei
 
 
 
 
 
 
 
 
 

01 marzo 2022
© Riproduzione riservata


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