In Italia il 4 aprile scorso la variante Omicron aveva una prevalenza stimata al 100%, con la sottovariante BA.2 predominante e la presenza di alcuni casi di variante ‘ricombinante’ della stessa Omicron. Sono questi i risultati dell’indagine rapida condotta dall’Iss e dal Ministero della Salute insieme ai laboratori regionali e alla Fondazione Bruno Kessler.
Per l’indagine è stato chiesto ai laboratori delle Regioni e Province Autonome di selezionare dei sottocampioni di casi positivi e di sequenziare il genoma del virus.
Il campione richiesto è stato scelto dalle Regioni/PPAA in maniera casuale fra i campioni positivi garantendo una certa rappresentatività geografica e, se possibile, per fasce di età diverse. In totale, hanno partecipato all’indagine tutte le Regioni/PPAA e complessivamente 115 laboratori e sono stati sequenziati 2018 campioni.
Queste le prevalenze stimate:
BA.1 11,8% (range: 0% -34,5%)
BA.2 86,6% (range: 46,5% -100%)
BA.3 0,2% (range: 0% -1,2%)
XJ 0,5% (range: 0% -11,6%)
XL 0,9% (range: 0% - 20,9%)
“In questa indagine - spiega Paola Stefanelli, che coordina la rete di monitoraggio - sono state identificate alcune sequenze riconducibili a possibili ricombinanti BA.1/BA.2 che sono da seguire con attenzione, come indicato anche dall’Oms”.
“La rete di monitoraggio - aggiunge Anna Teresa Palamara, che dirige il dipartimento di Malattie Infettive dell’Iss - con le flash survey e la piattaforma Icogen che raccoglie le sequenze in maniera continua, si sta dimostrando efficace nel seguire le evoluzioni del virus Sars-Cov-2”.