Il Governo si impegnerà ad intervenire subito ed energicamente sul caro energia. E’ quanto promesso dal sottosegretario alla Presidenza de Consiglio Roberto Garofoli al meeting di Rimini il 22 agosto scorso.
Il tema del prezzo del gas alle stelle sta generando una diffusa preoccupazione. Per molti versi è presago di un forte disagio sia delle condizioni di vita delle persone che, più in generale, dell’andamento dell’economia.
La conta delle generali difficoltà presenta saldi esistenziali ed economici da paura. Difficoltà di riscaldamento di case e uffici, somministrazione di servizi carenti ovvero, alternativamente, sopportazione di tariffe dei servizi fondamentali per molti insostenibili, luoghi di ricovero e di ospitalità per anziani e disabili con temperature verosimilmente al freddo, sono questi una piccola parte di ciò che accadrà il prossimo autunno.
Non solo. Autotrasporti e autotrazione su gomma con carburanti a prezzi inaccessibili determineranno una rapida caduta della mobilità pendolare e un sensibile aumento dei prezzi di trasferimento delle merci
La PA è nei guai
Sarà per la PA il medesimo guaio di quello che obbligherà tante aziende a chiudere i battenti con i valori di energia arrivati alla insostenibilità assoluta per effettuare la produzione. Il tutto, in mancanza di un mercato che non sosterrebbe un sensibile aumento dell’offerta adeguata al costo sopravvenuto del gas e suoi derivati.
Per non parlare della sanità
Immaginiamo quali effetti nefasti ci saranno (rectius, ci sono) in una sanità disastrata nei conti, graziata nei bilanci del periodo Covid dalla mancata naturale istanza di cura ospedaliera causata dalla chiusura delle corsie. I consumi riprenderanno a regime pressocché ordinario ma con valori di costo alle stelle.
Un dato che, tenuto conto dell’altissima incidenza dei consumi energetici dei presidi ospedalieri, rappresenterà per tutte le Regioni una sopravvenienza passiva insopportabile sul 2021 e 2022. Per non dire delle Regioni in piani di rientro e delle aziende della salute anche esse in piano di rientro costrette a sopportare in consistente aumento costi di energia indicibili, tali da non fare quadrare assolutamente i conti preventivati.
A tutto questo, nessuno, ma proprio nessuno, ha pensato. Dovrà farlo subito il Governo in carica, solo che non voglia determinare colpevoli disavanzi da paura nelle aziende sanitarie e nei trenta Irccs pubblici, tali da generare incrementi di spesa nei bilanci preventivi, tanto da renderli insopportabili e impraticabili, a fronte dei quali le iper-bollette dovranno essere (ahinoi) pagate con i livelli essenziali di assistenza da garantire alla signora Tizia piuttosto che al signor Sempronio.
Ciò nella certezza che le sopportazioni di consumi energetici rappresentano il 14/17 % dei costi di fornitura media delle aziende ospedaliere e dell’11/14% di quelle territoriali.
Dunque, un piano nazionale urgente per salvare una sanità, già precaria per suo conto, e evitare così che alla stessa non rimanga che “attaccarsi alla canna del gas”, con conseguenze omicidiarie per la collettività sofferente. Il tutto con conseguente adeguamento dei DRG per garantire il corretto funzionamento anche della spedalità privata.
Ettore Jorio
Università della Calabria