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Le farmacie italiane tra mercato e funzione pubblica. Il dossier di Mediobanca


Il mercato italiano della farmacia (comprese parafarmacie e Gdo) ha raggiunto i 26,1 miliardi di fatturato nel 2021 di cui 24,4 dalle sole farmacie. La rete italiana conta una farmacia ogni 2.977 abitanti (3.245 la media europea), ma il fatturato medio (1,2 mln, -12,2% sul 2015) è alle spalle di Austria, Francia e Germania. Nel I semestre 2022 crescono le vendite (13,1 mld, +8,1%). Nel 2021 gli Integratori hanno registrato un +33% sul 2015. Cresce la preferenza per i generici al 30,8% delle vendite (17,2% nel 2010), mentre i brevettati sono al 24% (41,3%). IL DOSSIER.

16 SET -

L’Area Studi Mediobanca ha presentato oggi un dossier molto articolato dedicato al settore delle farmacie in Italia a confronto con alcuni Paesi europei. Eccone ampi stralci.

Nel 2021 la spesa farmaceutica europea, composta dai farmaci venduti attraverso la rete territoriale delle farmacie ma anche parafarmacie e altri punti vendita ove è consentita la vendita di prodotti farmaceutici senza prescrizione, quali ad esempio i corner dei supermercati, si è attestata a 204,4 miliardi di euro, quella italiana oltre i 16 miliardi, di cui 13,9 miliardi da farmaci con obbligo di prescrizione medica e i residui 2,4 miliardi da quelli senza obbligo (C.d. SOP).

La dimensione del mercato italiano ne fa il quinto in Europa, alle spalle di Germania, Francia, Regno Unito e Spagna e davanti all'Austria. Tuttavia, la spesa farmaceutica italiana è risultata in significativa contrazione nell'ultimo decennio: rispetto ai 18,8 miliardi che essa segnava nel 2011 , la riduzione al 2021 è pari al 1 3,3% e ha interessato in maniera più evidente i medicinali con prescrizione (-1 5%) rispetto a quelli SOP (-2,6%).

Si tratta di una dinamica che contrasta con quella europea cresciuta nello stesso periodo del 29,3%. La caduta della spesa territoriale di medicinali con prescrizione in Italia è il portato di noti fattori: una dinamica avversa dei prezzi unitari alimentata dalla diffusione dei farmaci equivalenti, le politiche di contenimento della spesa da parte del SSN e il susseguirsi delle scadenze brevettuali. Valutando i mercati europei in base alla metrica della spesa per farmaci procapite, l'Italia si segnala per uno tra i valori più contenuti: 275 euro a fronte dei 442,4 euro medi per l' Europa.


Il mercato della salute rappresenta un ambito più ampio di quello farmaceutico. Esso comprende i farmaci e un insieme di prodotti, commercializzati da farmacie, parafarmacie e altri punti vendita autorizzati, afferenti la sfera della salute tra i quali rientrano i C.d. 'prodotti notificati' (quali gli integratori, i preparati per uso erboristico, gli omeopatici e presidi medicochirurgici), i nutrizionali, i parafarmaci e i prodotti per l'igiene e la bellezza.

Nel 2021 il mercato della salute italiano è stimato in 26,1 miliardi di euro, di cui 1 6,3 miliardi rappresentati da farmaci e 9,8 miliardi da extra farmaci. Nel periodo 2018-2021 tutti i capitoli di spesa del mercato della salute sono risultati in flessione o al più stabili, con sola eccezione dei prodotti non farmaceutici (+8,6%). Al loro interno i notificati (+9,5% sul 2018), la parafarmacia (+24,6%) e il nutrizionale (+3,3%) hanno sostenuto la spesa complessiva che ha visto in contrazione l'igiene e la bellezza (-2,6%). Il mercato della salute poggia su una rete di punti vendita composta nel 2021 da 19.901 farmacie, 4.046 parafarmacie e 462 corner della GDO. Tutti questi canali hanno vissuto dal 2010 una rilevante espansione, più evidente per i corner (+68%) e le parafarmacie (+61 , 1%). Per le farmacie la crescita è stata dell'I I ,8%.

L'articolazione della rete di farmacie in Italia è molto capillare. Dal 2015 il loro numero è aumentato del 9,3%, per effetto della crescita di quelle private (+10%) mentre le pubbliche si sono mosse in misura più contenuta (+2,7%). Il numero di abitanti per farmacia in Italia è passato da 3.340 abitanti/farmacia del 2015 a 2.977 del 2021 (-10,9%), al di sotto della media UE che si fissa a 3.245 abitanti.

Considerando i principali Paesi europei solo la Spagna gode di una rete di farmacie più estesa dell'Italia, con 2.135 abitanti per punto di vendita, mentre soprattutto nel Nord Europa i rapporti sono notevolmente maggiori: dai 13.872 abitanti per farmacia in Danimarca, agli 8.647 nei Paesi Bassi e 7.243 in Svezia, fino ai 4.792 del Regno Unito e i 4.434 della Germania. A livello mondiale, il rapporto abitanti per farmacia è attorno a 3.600 unità.

Il fatturato complessivamente sviluppato dalle farmacie italiane si è attestato nel 2021 a 24,4 miliardi di euro, in calo del 4% dal 2015 cui si aggiungono 0,9 miliardi delle parafarmacie e 0,8 miliardi della Gdo. La contrazione del giro d'affari ha interessato tutte le referenze, dai farmaci con ricetta (-9,3%) a quelli senza (-5,3%) fino a tutti comparti del non farmaceutico, con la sola notevole eccezione dei prodotti notificati che, trainati per lo più dagli integratori, hanno segnato una progressione del 32,9% sul 2015.

I farmaci con ricetta rappresentano il 56,9% delle vendite totali delle farmacie (60,1% nel 2015), quelli senza prescrizione sono stabili attorno al 9%, mentre i notificati sono cresciuti dal 12, al 1 6,7%. Il combinato disposto del calo del fatturato e dell'aumento delle farmacie ha generato una flessione importante del fatturato medio per farmacia, caduto da 1,399 milioni nel 2015 a 1 ,228 milioni nel 2021 (-12,2%).
Assieme all'espansione del numero di punti vendita, anche la metratura media per negozio appare in aumento da 68,1 mq a 73,6 (+8, 1%). Il fatturato per metro quadro è di conseguenza caduto dal 20,5 migliaia di euro nel 2015 a 16,7 migliaia nel 2021. 

Complessivamente, le principali reti di farmacie operanti in Italia, reali o in semplice associazione, rappresentano il 24% del numero di farmacie in esercizio per un fatturato pari a circa 6,5 miliardi, ovvero il 26,8% del totale nazionale. Quelle prevalentemente in affiliazione rappresentano il 20% per numerosità e il 21 ,1% per giro d'affari, quelle proprietarie rispettivamente il 4% e il 5,7%.

Nei primi sei mesi del 2022 il giro d'affari delle farmacie ha segnato una crescita rilevante sia in termini di fatturato (+8, 1%) che di confezioni (+8,2%), un trend che permane positivo anche al netto della componente legata al Covid (tamponi e test in farmacia): +6,1% a valore e +6,6% a volumi.

Il canale della farmacia non sembra essere ancora penalizzato dagli effetti dell'inflazione e la domanda di cura e prevenzione resta sostenuta nelle scelte del consumatore. La progressione dell'8, 1% nel primo semestre porta le vendite in farmacia a 13,1 miliardi, con il farmaco RX (etico) che progredisce del 3,5% e rappresenta il 54,3% del totale, a fronte del +9,6% dei prodotti commerciali in libera vendita che assommano al residuo 43,7%.

Tuttavia la proliferazione degli esercizi in Italia ha prodotto una continua erosione del fatturato medio per farmacia che oggi si attesta 1,2 milioni di euro contro gli 1,9 milioni della Francia e i 3,3 milioni di Germania e Austria. Solo la Spgna con un milione di euro in media ha taglia inferiore. La dimensione ridotta delle farmacie italiane trova riflesso anche nella pianta organica che si attesta a 4,5 dipendenti per punto vendita, contro i 5,9 della Francia, gli 8,7 della Germania e i 1 2,4 dell'Austria, valori che si confrontano con i 4, I della Spagna. Per quanto problematico, il computo delle vendite per metro quadro vede primeggiare Francia (22,3 migliaia di euro) e Germania (1 9,7), con l'Italia (1 6,7) allineata all'Austria (1 6,4) e la Spagna più arretrata (1 4,3 migliaia).

D'altra parte, la metratura media italiana, pari a circa 74mq, si rapporta con i 1 65mq dei maggiori Paesi europei. L'Italia risulta decisamente in svantaggio in termini di spesa media per abitante in farmacia: i suoi 413,2 euro annui la pongono in fondo alla graduatoria, guidata dalla Germania con 733 ewrO. Dal punto di vista economico, le società di capitale esercenti vendita al dettaglio di farmaci mostrano in Italia un ebitda margin del 9,2% nel caso di fatturato superiore ai cinque milioni, incidenza che sale al 10,9% per la fascia con giro d'affari tra tre e cinque milioni.

Tali valori si confrontano, a titolo d'esempio, con quelli della grande distribuzione alimentare e non che esprime un livello attorno al 5%. Inoltre, si tratta di una marginalità sostanzialmente allineata a quella delle farmacie dei principali Paesi europei: 9,9% in Austria, 12,3% in Francia e 12,4% in Germania. Un plausibile multiplo di riferimento per la valorizzazione economica di un esercizio in caso di cessione indica un enterprise value nell'ordine di 7,2x rispetto all'ebitda.

La dinamica avversa del fatturato complessivo e di quello unitario trova giustificazione nel riassortimento della domanda e nei minori volumi venduti, più che nella dinamica dei prezzi. Quanto al primo fattore, si ricorda la ricomposizione occorsa in termini di farmaci coperti da brevetto, a brevetto scaduto o generici, ove evidentemente sono i primi a offrire le quotazioni unitarie più alte. Nel 2010 il 41 ,3% delle vendite era rappresentato da farmaci con brevetto, il 41 da referenze con brevetto scaduto e il residuo 1 7,2% da generici. Nel 2021 i farmaci brevettati sono calati al 24%, quelli a brevetto scaduto sono saliti al 45,2%, mentre i generici sono arrivati 30,8%, quasi raddoppiati.

Circa la dinamica dei prezzi all'interno del sistema delle farmacie, la variazione tra il 2018 e il 2021 segna Un progresso del 3,2% (9,6€ il prezzo medio), con incrementi più cospicui per i SOP (+8,8%) e i notificati (+470), al cui interno si segnala l'avanzamento dei PMC — Presidi medico-
chirurgici (+5,6%) e degli integratori (+4,6%). Questi ultimi rappresentano la referenza a maggiore prezzo unitario con 1 6 euro nel 2021 . Con riferimento al solo segmento SOP, la farmacia è il canale con i prezzi unitari più elevati (9,9 euro), fattore che sconta il maggiore assortimento di referenze. Tuttavia, ciò non impedisce a tale canale di mantenere una quota di mercato sui SOP al di sopra del 90%. Al quadro si deve aggiunge che il pricing dei farmaci con copertura brevettuale appare molto più sostenuto e si attesta a 14,4 euro nel 2021 , mentre segnano progressi nel periodo le quotazioni dei farmaci a brevetto scaduto (8,5 euro, +4,9% sul 2018) e soprattutto dei generici (7 euro e +1 1 ,1%).

Una linea di prodotti ancora marginale nelle farmacie, ma dal potenziale importante, riguarda la marca del distributore (Mdd) la cui incidenza nel 2021 è valutata attorno allo 0,6% delle vendite totali (l ,5% escludendo i farmaci prescription), per un giro d'affari di circa 1 55 milioni, in crescita del 72,5% sul 201 9. A titolo di raffronto, si consideri che nella CDO italiana a prevalenza alimentare l'Mdd rappresentava nel 2021 il 19,8% delle vendite. Il prezzo medio degli articoli Mdd in farmacia è passato da 6,2 etJrO nel 2019 a 7 euro nel 2021 (+13%) così come è cresciuto il numero delle referenze nello stesso periodo, da I .923 a 2.627 (+3770).

Al di là della vendita di prodotti medicinali e non, alcune farmacie risultano già coinvolte, con prospettive di intensificazione ulteriore, in attività di erogazione di servizi: dalla consegna di medicinali a domicilio, alla prestazione di cure domiciliari per anziani o disabili (nursing home), dal primo soccorso e relativi follow-up, al rinnovo di prescrizioni per pazienti cronici, dalla cura domiciliare con controllo delle terapie, fino alla sostituzione di dosaggio o tipologia di farmaco e alla modifica di trattamenti già prescritti.

Nel 2021 sono state 5.894 le farmacie che hanno dispensato servizi di diagnostica, con un incremento del 10% sul 2020, per un totale di 250.946 prestazioni, in crescita del 79% sull'anno precedente (in media si tratta di 43 prestazioni all' anno per singola farmacia). Le prestazioni erogate nel 2021 hanno riguardato per il 64% elettrocardiogrammi (+87% sul 2020), per il 22% monitoraggi di holter cardiaci (+6970) e per il residuo 1 4% rilevazioni della pressione arteriosa sulle 24 ore. Oltre a rappresentare fonti di ricavo con più alta marginalità, i servizi rappresentano anche un'occasione per decongestionare le strutture sanitarie e promuovere un modello di assistenza maggiormente ispirato alla prossimità territoriale.

L'e-commerce rappresenta uno strumento essenziale nell'ottica di poter realizzare un modello di farmacia omnicanale. La maggior parte delle vendite on-line in Italia fa capo alle farmacie (siano esse fisiche con proprio portale o esclusivamente digitali) il cui giro d'affari si è attestato nel 2021 a 437 milioni, in crescita del 14% sui 383 milioni del 2020 che a loro volta segnavano una progressione di oltre il 66% dai 230 milioni del 2019. Tra il 2021 e il 2019 la crescita è stata quindi del 90%. Il mercato mostra un discreto livello di concentrazione con i primi cinque player che ne rappresentano il 40%.

Nell'insieme, tuttavia, il fenomeno è ancora marginale e certamente con un forte potenziale davanti a sé. Tenuto conto che solo i prodotti SOP possono essere venduti in Italia tramite e-commerce, l'on-line veicola circa il 4,2% del mercato, quota che si confronta con il 10%-1 5% dei principali Paesi europei, ove la Germania è al 23%, così come gli Stati Uniti, e il 1 3% della Cina. I dati relativi al primo trimestre del 2022 corroborano l'ulteriore crescita della farmacia on-line italiana che ha consuntivato 1 78 milioni di euro, in crescita del 24,8% sul corrispondente periodo dell'anno precedente. Tale dinamica proietta al 5% l'incidenza del canale digitale.

Lo sconto medio dell'on-line sull'off-line è del 33% per i prodotti da automedicazione, del 29% per il parafarmaco, del 22% per l'igiene e bellezza e del 1 9% sul nutrizionale. E' necessario rilevare che restano sullo sfondo potenziali criticità che originano dal fatto che i prodotti da farmacia, essenzialmente quelli SOP che sono poi i soli farmaci dispensabili on-line in Italia, non sono assimilabili a generici beni di consumo.



16 settembre 2022
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