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Ospedali. Nel 2020 ricoveri calati del 20,8%. In tutto 6,4 milioni ma quasi il 30% è inappropriato. Il nuovo Rapporto Sdo del Ministero

di L.F.

Pubblicate le nuove Schede di dimissione ospedaliere. Il calo è in evidente relazione all'emergenza sanitaria che si è verificata con la pandemia Covid. Per i ricoveri per acuti il decremento registrato è del 18,2% mentre per le lungodegenze si rileva un calo del 26,1%. Giù anche la mobilità sanitaria tra Regioni. Le malattie e disturbi dell'apparato cardiocircolatorio e le malattie e disturbi dell'apparato respiratorio in testa con il maggior numero di ricoveri. IL RAPPORTO SDO 2020

22 NOV -

Nel 2020 sono state rilevate 4.910.582 dimissioni per acuti in regime ordinario e 1.251.653 in regime diurno (queste ultime pari al 20,3% del totale delle dimissioni per acuti), 254.268 dimissioni in riabilitazione (di cui il 92,7% in regime ordinario) e 72.966 dimissioni per lungodegenza. Il corrispondente volume di giornate erogate si attesta a 36.727.653 giornate per acuti in regime ordinario e 3.369.832 accessi in regime diurno, 6.740.776 giornate in riabilitazione (di cui il 96,0% in regime ordinario) e 1.793.361 giornate in lungodegenza.

È quanto riporta il nuovo Rapporto sulle Schede di dimissione ospedaliere (Sdo) per l’anno 2020 appena pubblicato dal Ministero della Salute.

A causa del Covid ricoveri in calo del 20,8%. Rispetto all'anno precedente, per il 2020 si osserva una generale diminuzione del volume di attività erogata (e anche in questo caso non si può non tener conto dell’impatto della pandemia di COVID-19): il numero complessivo di dimissioni per acuti, riabilitazione e lungodegenza passa da 8.193.592 a 6.489.469 unità, con una diminuzione di circa il 20,8%; il corrispondente volume complessivo di giornate passa da 57.714.560 a 48.631.622, con una riduzione di circa il 15,7%.

Più nel dettaglio, il numero di dimissioni per acuti in regime ordinario passa da 6.006.392 a 4.910.582 unità, con una riduzione del 18,2%, e il corrispondente volume di giornate passa da 42.289.312 a 36.727.653, con una riduzione del 13,2%; l'attività per acuti in regime diurno passa da 1.748.138 a 1.251.653 dimissioni (-28,4%) e da 4.411.874 a 3.369.832 accessi (-23,6%).

Il numero di dimissioni per riabilitazione in regime ordinario si riduce del 24,4%, (da 311.979 a 235.725 unità), mentre il corrispondente volume di giornate diminuisce del 20,7%, passando da 8.161.735 a 6.472.344; per la riabilitazione in regime diurno, il numero di dimissioni diminuisce del 34,7%, (da 28.402 a 18.543 unità), mentre il corrispondente volume di accessi si riduce del 40,1%, (da 447.949 a 268.432 unità).

Infine, per l'attività di lungodegenza si osserva un decremento delle dimissioni da 98.681 unità a 72.966 (-26,1%), mentre il corrispondente volume di giornate erogate passa da 2.403.690 a 1.793.361 unità (-25,4%). Anche in questo caso è possibile collegare l’andamento descritto all’impatto indiretto della pandemia sui percorsi organizzativi ospedalieri, sia in seguito alle già descritte misure di rimodulazione dell’erogazione delle attività programmate differibili, sia per gli effetti della riconversione dei posti letto (anche di riabilitazione) per l’ampliamento delle aree dedicate al trattamento dei pazienti affetti da malattia da SARS-Cov-2.

Il maggior numero di ricoveri per le malattie cardiache. Dall’analisi delle Sdo 2020 emerge che le malattie e disturbi dell'apparato cardiocircolatorio sono quelle che hanno registrato il maggior numero di ricoveri per acuti (672.777 pari al 13,7%), seguite dalle Malattie e disturbi dell'apparato respiratorio (644.497 ricoveri pari al 13,1%), Malattie e disturbi del sistema muscolo‐scheletrico e del tessuto connettivo (619.606 ricoveri pari al 12,6%), Gravidanza, parto e puerperio (479.512 ricoveri pari al 9,7%) e dalle Malattie e disturbi dell'apparato digerente (400.272 ricoveri pari all’8,1%).

Frenata anche per la mobilità sanitaria

Per gli acuti in regime ordinario il tasso di ospedalizzazione fuori Regione si attesta a 5,6 per 1.000 abitanti, mentre è pari a 2,0 in regime diurno (nel 2019 erano, rispettivamente, pari a 7,8 e 2,8). Tale calo della mobilità è ragionevolmente da ascriversi alle limitazioni negli spostamenti imposte per il contrasto alla pandemia di COVID-19. In particolare, per il tasso di ospedalizzazione fuori Regione in regime ordinario, i valori più elevati si osservano in Molise (21,8 per 1.000 abitanti), Basilicata (18,0), Valle d'Aosta (12,6) e Abruzzo (12,5), mentre i valori più bassi si registrano in Lombardia (3,3), Sardegna (3,6), P.A. Bolzano (4,0) e Sicilia (4,2); per il tasso di ospedalizzazione fuori Regione in regime diurno, i valori più elevati si osservano in Molise (7,8 per 1.000 abitanti), Basilicata (5,5), Abruzzo (5,4) e Umbria (4,5), mentre i valori più bassi si presentano in Lombardia (0,9), P.A. Bolzano (1,2), Sicilia (1,3) e Sardegna (1,5).

Il tasso di ospedalizzazione complessivo si riduce da 171,8 per 1.000 abitanti nel 2010 a circa 99,0 nel 2020 (123,9 nel 2019). In particolare, il tasso di ospedalizzazione per acuti in regime ordinario passa da 115,8 per 1.000 abitanti nel 2010 a 74,4 nel 2020 (90,1 nel 2019), mentre il tasso di ospedalizzazione per acuti in regime diurno passa da 48,8 a 20,2 (27,8 nel 2019).

Nello specifico la mobilità per diagnosi principale di tumore, rispettivamente in regime ordinario e diurno: nel primo caso, il numero di ricoveri è pari a 482.419 unità, con un valore di mobilità del 9,2% (rispettivamente, 542.951 dimissioni e 10,0% di mobilità nel 2019), mentre per il regime diurno si osserva un numero di dimissioni di 123.557 unità, con una mobilità del 7,7% (erano 151.064 dimissioni e 8,3% di mobilità nel 2019).

Per la mobilità per radioterapia nell'anno 2020 il numero di dimissioni in regime ordinario ammonta a 8.295 unità, con un valore di mobilità del 25,5% (rispettivamente, 9.661 dimissioni e 28,7% di mobilità nel 2019), mentre per il regime diurno si osserva un numero di dimissioni di 2.033 unità, con una mobilità del 25,6% (erano 2.426 dimissioni e 29,3% di mobilità nel 2019).

La mobilità per chemioterapia a fronte di un numero complessivo di 38.730 dimissioni in regime ordinario (42.858 nel 2019), la mobilità interregionale osservata nel 2020 è pari a 14,1% (era 16,0% nel 2019), mentre in regime diurno si osservano 92.535 dimissioni (95.708 nel 2019) con una mobilità del 5,5% (5,8% nel 2019). Infine per la mobilità generale nella fascia d'età 0-17 anni: il numero di ricoveri per acuti in regime ordinario è pari, nel 2020, a 379.535 unità, con una mobilità del 9,3% (rispettivamente, 535.374 dimissioni e 9,4% di mobilità nel 2019), mentre il corrispondente valore in regime diurno è di 169.766 unità, con una mobilità del 16,0% (rispettivamente, 250.602 dimissioni e una mobilità del 15,4% nel 2019).

Inappropriato quasi il 30% dei ricoveri

Nel 2020, la percentuale di dimissioni da reparti chirurgici con DRG medico inappropriato si attesta a 27,04% (era 26,65% nel 2019), la percentuale di ricoveri diurni di tipo diagnostico è pari a 35,52% (35,25% nel 2019), la percentuale di ricoveri brevi si attesta a 8,71% per i ricoveri 0-1 giorno (9,06% nel 2019) e 23,57% per i ricoveri 2-3 giorni (23,98% nel 2019), mentre la percentuale di ricoveri con degenza oltre soglia con DRG medico in pazienti con età di 65 anni e oltre si attesta a 4,97% (4,59% nel 2019).

Nello specifico i tassi di ospedalizzazione per alcune condizioni cliniche quali il diabete non controllato, il diabete con complicanze, l'insufficienza cardiaca, l'asma nell'adulto, le malattie polmonari croniche ostruttive, l'influenza nell'anziano e le patologie correlate all'alcol. L’interpretazione dei valori di ospedalizzazione per l’anno 2020 per le patologie croniche non può non tenere conto del calo complessivo dei ricoveri dovuto alla rimodulazione delle attività programmate considerate clinicamente differibili, resasi necessaria a causa della pandemia e del minore ricorso spontaneo all’ospedale da parte dei pazienti particolarmente esposti al rischio di complicanze gravi della malattia da SARS-CoV-2.

Nel 2020, in tutte le categorie analizzate si nota un forte calo del tasso di ospedalizzazione (dimissioni per 100.000 abitanti) rispetto all’anno precedente: - diabete non controllato: 7,33 (10,22 nel 2019); - insufficienza cardiaca nella fascia di età uguale o superiore ai 18 anni: 227,33 (301,12 nel 2019); - insufficienza cardiaca nella fascia di età uguale o superiore a 65 anni: 733,38 (994,67 nel 2019); - influenza nell'anziano: 6,72 (12,40 nel 2019); - malattie polmonari croniche ostruttive: 27,35 (48,74 nel 2019); - diabete con complicanze: 20,07 (27,45 nel 2019).

Infine, nel 2020 la percentuale di riammissioni non programmate (avvenute entro 30 giorni dal precedente episodio di ricovero) per schizofrenia e disturbo bipolare è pari, rispettivamente, a 12,90% e a 7,71% (le percentuali erano pari a 14,55% e 8,79% nel 2019).

L.F.



22 novembre 2022
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