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Forum Risk Management. PON GOV Cronicità: le buone pratiche regionali


Il Forum, che si chiude oggi, è stato l’occasione per le Regioni di illustrare le loro esperienze improntate su un sempre maggiore coinvolgimento del paziente nel processo di cura e su un ruolo di primo piano della telemedicina

25 NOV -

Promuovere le buone pratiche regionali e renderle facilmente trasferibili e applicabili a tutte le realtà territoriali italiane, per poter gestire in maniera integrata, sostenibile e innovativa le cronicità, una delle maggiori sfide attuali e future per la sanità italiana. Questo l’obiettivo del PON GOV Cronicità, il progetto coordinato da ministero della Salute e Agenas di cui è parlato in una sessione dal titolo “Progetto PON GOV” svoltasi oggi nella giornata conclusiva del 17° Forum Risk Management.

Protagoniste del tavolo di lavoro proprio le buone pratiche regionali della Lombardia, nell’esempio dell’ASST di Lodi, della Puglia, del Veneto, della Campania attraverso l’esperienza di Caserta, del Piemonte, del Lazio, del Friuli Venezia Giulia, Calabria, Toscana e Sardegna.

“Abbiamo in corso la sperimentazione della COT, la Centrale Operativa Territoriale - ha affermato Salvatore Gioia, Direttore Generale dell’Asst Lodi – e anche le Case di Comunità sono pienamente operative. Uno degli elementi fondamentali sui cui stiamo lavorando con i medici di medicina generale riguarda la proposta di un fast track per indirizzare i pazienti cronici che presentassero criticità ad una più urgente valutazione specialistica presso le case di Comunità”.

“In Veneto – ha spiegato Maria Cristina Ghiotto dell’Ulss 8 Berica, Regione Veneto - abbiamo all’attivo la proposta per la definizione di uno strumento validato e condiviso di valutazione di buone pratiche di integrazione sociosanitaria, che è stato applicato ad una realtà importante del vicentino. E un progetto in attesa di valutazione che riguarda i centri polifunzionali di prossimità nei Comuni delle Aree interne, con 12 sedi fisiche che consentano agli assistiti di fruire dei servizi di telemedicina estendendo il concetto di assistenza a domicilio”.

Mentre in Friuli Venezia Giulia, come raccontato dalla referente regionale Beatrice Del Frate “con la smart care del paziente cronico cardiologico abbiamo iniziato già dal 2015 un’attività di telemedicina attraverso il telemonitoraggio del paziente. Una sperimentazione durata anni che ci ha consentito di definire e configurare tutti i processi, ma soprattutto di abituare il paziente ad un coinvolgimento attivo nel suo processo di cura”.

Proposte che attraversano l’Italia. Anche il Sud non è da meno. “In Puglia – ha spiegato Vito Petrarolo di AreSS Puglia - abbiamo sviluppato una web App per la telemedicina e l’assistenza personalizzata, attraverso la quale il paziente, da casa, può monitorare il proprio piano terapeutico, l’aderenza alla terapia, effettuare prenotazioni, inviare misurazioni oltre ad accedere ai consueti servizi di telemedicina”.

E ancora la Campania, con l’esperienza del Chronic Care Center della Asl di Caserta. “Si tratta di un nuovo percorso per la cura e la gestione dei pazienti cronici, un centro improntato all’accoglienza e all’umanizzazione delle cure, con la presenza di varie branche specialistiche e un team medico e infermieristico multidisciplinare al suo interno. Un modello funzionale che ci traina verso la casa di Comunità”, ha affermato Vincenzo Iodice, Direttore Sanitario della Asl di Caserta.

Ora la sfida è rendere applicabili questi modelli anche ad altre realtà che, magari, ne sono prive e grazie al progetto PON GOV e alla concomitanza con i finanziamenti previsti dal PNRR la strada potrebbe non essere così in salita.



25 novembre 2022
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