Mi sono molto sorpreso (per non dire altro) quando ho letto che il ministro Calderoli ha minacciato di querelare quei giornali (Mattino e Messaggero) che nei loro articoli hanno sostenuto la tesi che il regionalismo differenziato è un rischio per l’unità del paese
Trovo infatti incredibile che il ministro Calderoli si senta “calunniato” e “diffamato” solo perché molti, tra i quali anche io, considerano l’autonomia differenziata un siluro sparato non solo contro il SSN ma anche contro un’idea unitaria di paese di Repubblica e di Stato.
Avere la coda di paglia
Trovo poi grottesco che la Lega, evidentemente con una coda di paglia lunga un bel po’, si senta calunniata per essere semplicemente la Lega, cioè se medesima, cioè una forza politica di destra che, come è arcinoto attraverso l’autonomia differenziata, persegue da decenni scopi deliberatamente secessionisti.
In tutta franchezza non capisco l’orco che, nelle favole, si sente offeso come orco solo perché orco.
Di contro a questa messa in scena dell’onorevole Calderoli alla quale dubito che si andrà oltre le chiacchiere, vorrei richiamare il discorso di fine anno del nostro stimato presidente della Repubblica.
Un discorso che mi ha molto colpito e che per i suoi profondi significati merita addirittura una esegesi.
I punti importanti del discorso di Mattarella
Il campo semantico
Questi quattro punti per quello che mi riguarda costituiscono nei confronti della questione “autonomia differenziata” un’area densa di significati (campo semantico) nella quale alcuni concetti hanno tra loro un forte legame di covalenza.
Il presidente Mattarella, secondo me, ci offre così una analisi ma anche una lezione inedita di straordinario valore e interesse politico.
Seguendo l’ordine espositivo del Presidente io mi limiterò per ovvie ragioni a pochi accenni cominciando intanto a sintetizzare i concetti richiamati dal Presidente in gruppi di sintagmi:
Se si fa attenzione, analizzando la struttura del discorso del Presidente, viene fuori in modo molto chiaro l’esistenza nel paese di una vera antinomia tra valori e disvalori, cioè viene fuori il rischio di una importante contraddizione politica.
Da una parte abbiamo i valori positivi, quelli contraddetti, (scienza, fiducia, responsabilità, sanità, unità, bisogni, Costituzione, Repubblica, diritti, eguaglianza), dall’altra abbiamo i valori negativi quelli che contraddicono i valori positivi, cioè differenze, ingiustizie, diritti negati.
Secondo me tutta la problematica dell’autonomia differenziata è in questa antinomia. Se essa, a causa di una fraintesa autonomia differenziata, non sarà rimossa avremo inevitabilmente solo un deterioramento dei valori in gioco quindi da subito una gigantesca compromissione prima morale e poi politica e infine sociale.
Immagino sia questa la preoccupazione principale del presidente Mattarella. Sicuramente è la mia, soprattutto dopo aver letto la bozza di proposta di legge scritta dall’onorevole Calderoli (QS 22 novembre 2022).
I suggerimenti del presidente
Per evitare tanto il deterioramento dei diritti che questa compromissione dei valori fondamentali della Repubblica il Presidente Mattarella nel suo discorso indica sostanzialmente due strade:
“Unità e eguaglianza” contro “disomogeneità e differenze”.
Questo sembra essere il senso profondo del suo discorso.
A me pare che quando il presidente parla di “unità” e “uguaglianza” il suo intento sia soprattutto quello di sottolineare la loro profonda con-significanza politica: senza uguaglianza non c’è unità e senza unità non c’è uguaglianza
La scienza e i diritti
Mi ha fatto un enorme piacere che il Cipomo (Collegio Italiano dei primari oncologi medici ospedalieri) abbia deciso di affiggere sulla porta di tutte le Unità Operative di Oncologia l’esortazione del presidente Mattarella che, a questo punto, vorrei ribadire per esteso per capirne tutto il significato.
“Occorre operare affinché quel presidio insostituibile di unità del Paese rappresentato dal Servizio sanitario nazionale si rafforzi, ponendo sempre più al centro la persona e i suoi bisogni concreti, nel territorio in cui vive”.
Ma in che modo la sanità è un presidio di unità del paese? In che modo si fa unità come dice il presidente mettendo al centro della cura i bisogni del cittadino nel loro contesto di vita?
Per rispondere vorrei ricordare due cose:
La condizione che rende possibile (come auspica il presidente) di curare oltre che le malattie anche i malati e per giunta nei loro contesti di vita è il riconoscimento dell’impareggiabilità della medicina come scienza.
Impareggiabilità che con i Lep di Calderoli e i suoi costi standard è del tutto incompatibile. E’ vero che nella bozza del ddl la tutela della salute è materia esclusa dalla definizione dei Lep, esistendo già i Lea, ma è certo che il rischio che la logica dei livelli di prestazione possa pur indirettamente prevalere anche in sanità, c’è.
Una logica del resto già presente in chi parla di costi standard di prestazioni che pensa a curare a suo modo delle malattie ma di certo non a curare dei malati. I malati nei costi standard e nelle prestazioni vanno molto stretti.
E’ quindi questa “impareggiabilità” soprattutto epistemica che consente alla medicina di dare ad ogni persona la cosa più adeguata ai suoi bisogni personali e singolari. Quindi è la medicina prima della sanità che garantisce in sommo grado il valore importante dell’unità e dell’eguaglianza.
Sarebbe oltremodo difficile garantire l’unità del paese soprattutto se a causa del regionalismo differenziato nel paese dovessero:
Quindi la straordinaria lezione del presidente Mattarella è chiara:
la medicina impareggiabile come la chiamo io rende possibile:
Conclusione
Ma se questo è vero allora prima di tutti il Parlamento deve rigettare il regionalismo differenziato che ci propone l’onorevole Calderoli. Non è una proposta negoziabile. Per questo trovo del tutto coerente l’intransigenza politica manifestata dal M5S.
Ma scusate: se serve più unità e più uguaglianza per rafforzare la Repubblica come si fa a pensare di fare il bene della Repubblica facendo esattamente il contrario?
Ivan Cavicchi