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Sclerosi multipla. Indagine Barometro Aism 2024: 36% pazienti ha ritardi in accesso a risonanza e 25% ha avuto problemi per prenotare visite di controllo


Il caso sollevato dalla giornalista Francesca Mannocchi, che ha raccontato i suoi problemi nel prenotare visite ed esami, rispecchia quello che vivono centinaia di pazienti nel nostro Paese. L'indagine del Barometro 2024 dell'Associazione italiana sclerosi multipla (Aism) evidenzia, grazie alle segnalazioni dei pazienti, le tante difficoltà di chi deve curarsi, ma soprattutto disparità di cure da regione a regione

02 APR - L'assistenza ai pazienti con sclerosi multipla in Italia non funziona sempre benissimo. Il caso sollevato dalla giornalista Francesca Mannocchi, che ha raccontato i suoi problemi nel prenotare visite ed esami, rispecchia quello che vivono centinaia di pazienti nel nostro Paese. L'indagine del Barometro 2024 dell'Associazione italiana sclerosi multipla (Aism) evidenzia, grazie alle segnalazioni dei pazienti, le tante difficoltà di chi deve curarsi, ma soprattutto disparità di cure da regione a regione. I dati raccolti dall'Aism, attraverso l'indagine sulle persone con sclerosi multipla e Nmosd (disturbo dello spettro della neuromielite ottica), evidenziano come queste persone “hanno bisogni complessi, cui i servizi devono rispondere in modo tempestivo e coordinato”. Ma “i problemi emergono soprattutto nei ritardi per accedere a risonanze magnetiche (36,2%) e visite di controllo (24,7%), e rimangono più spesso insoddisfatti i bisogni che richiedono servizi integrati: riabilitazione (46,9%), trattamento psicologico (45,2%), cure farmacologiche sintomatiche (39,3%) e assistenza domiciliare (19,6%) che le persone hanno indicato di non aver ricevuto, o di aver ricevuto in quantità insufficiente rispetto al bisogno”.

“La crisi del personale che investe tutto il Ssn non risparmia i servizi per la sclerosi multipla”, sottolinea l'Aism. “Secondo i dati 2024 ogni neurologo dedicato segue 558 pazienti e un infermiere 477, valori molto superiori a quelli indicati da Agenas (un neurologo ogni 300/400 pazienti). La telemedicina, sebbene abbia potenziato la risposta a distanza, non è ancora pienamente integrata nel sistema sanitario, e anche l'implementazione delle cure digitali si scontra con la mancanza di personale”. La diffusione dei Pdta (Percorsi diagnostico terapeutici e assistenziali) per i pazienti “non solo a livello regionale (14 approvati in Italia più 4 in discussione), ma anche a livello territoriale (passano dal 25% del 2022 al 36,5% i centri che ne hanno uno) segnala che il sistema delle cure, e i Centri sclerosi multipla in particolare, sono aperti a soluzioni innovative, che offrano cure integrate e centrate sulla persona e razionalizzino i loro percorsi di cura”, si legge nel report. “Rimangono però ostacoli organizzativi: di nuovo la carenza di personale è il principale (indicato dall'80% circa dei centri), ma anche la debolezza dei servizi territoriali e sociali (60% circa) e le complicazioni amministrative alla gestione e condivisione dei dati clinici (57%), rallentano la piena realizzazione dei Pdta”.

02 aprile 2025
© Riproduzione riservata


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