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Primari universitari: nomine illegittime fuori dalle vere AOU. I rettori lombardi bocciano ogni accordo ‘fantasioso’

di Ettore Jorio

Solo l’Aou di Salerno ha legittimità giuridica per nominare direttori di Uoc. Le altre 30 pseudo Aou non possono farlo: ogni nomina sarebbe illegittima e potenzialmente perseguibile. I rettori lombardi si oppongono e chiedono il rispetto della legge. Si invoca un intervento legislativo nazionale per sanare la situazione

16 GIU -

I cosiddetti primari non posso essere nominati. Potrebbero, invece, esserlo all’interno di una AOU regolarmente costituita per ivi esercitare, principalmente funzioni di didattica e ricerca e compiti assistenziali nell’erogazione dei Lea ospedalieri. Quindi, allo stato delle cose, solo nell’unica Azienda Ospedaliera Universitaria (AOU) esistente in Italia sul piano giuridico: quella denominata “AOU S. Giovanni di Dio e Ruggi di Aragona” di Salerno, regolarmente attiva in forza di Dpcm del 31 gennaio 2013.

A tutte le altre trenta sedicenti AOU ciò è interdetto. In quanto tale, se messa a terra una siffatta procedura di nomina sarebbe un fatto grave: violazione palese delle regole, con conseguente messa in pericolo dei pazienti costretti ad essere assistiti da nominati ma non vincitori dei relativi concorsi selettivi, garanti del possesso dei titoli necessari per assicurare assistenza. Insomma, in assenza del giusto agonismo premiante, a carico dei designati e dei nominati potrebbe concretizzare anche un reato, ai sensi dell’art. 348 del codice penale.

I rettori lombardi, in assenza di una qualsivoglia AOU e in presenza di giuristi di altissimo livello, lo hanno capito e lo hanno manifestato formalmente alla Regione Lombardia, ritenendo ogni proposta pervenuta in proposito in aperto contrasto con le leggi nazionali. In una nota, a firma della presidente del Crul, hanno infatti ben detto che ogni accordo in tale senso "in contrasto con alcune disposizioni contenute nelle leggi nazionali che regolamentano l'autonomia universitaria e i rapporti tra università, Regioni e sistema sanitario nazionale".

Sostenere e fare il contrario è dunque contra legem nonché suscettibile di azioni seriali di risarcimento da parte di chi è stato eventualmente trattato medicalmente da mani per alcuni versi inadeguate, perché messe lì senza aver superato alcun concorso e dato prova in esso di sapere mantenere un bisturi nelle proprie mani. Nella sostanza, i Magnifici della Lombardia hanno notificato all’assessore al welfare della Regione Lombardia il loro secco no ad accordi, invero fantasiosi, di procedere alla nomina dei direttori di UOC ospedaliere.

Basta quindi con gli errori del passato, lesivi anche degli interessi di tutti quei medici ospedalieri pieni zeppi di aspettative per le loro carriere così impedite. Basta con l’esercizio “abusivo” della Regione meneghina di incidere nelle modalità di formazione dei medici-chirurghi, violando la sacrosanta autonomia funzionale delle Università, concepita dalla Costituzione.

Compito del Governo è quindi quello di sanare l’esistenza di tutte le pseudo AOU con provvedimento legislativo, nel rispetto delle competenze esclusive dello Stato, che qualche dilettante indebitamente seduto tra banchi di alcune istituzioni nazionali e regionali, ritiene (ahinoi, incoscientemente) superfluo, sostenendo che le competenze relative siano passate il 2001 alle Regioni. Solo poi, nell’assoluto rispetto dell’art. 117 della Costituzione e del d.lgs. 517/1999, si potrà provvedere a studiare accordi di strategia tra mondo accademico e Regioni.

Quanto poi sostenuto che « tocca anche alla Regione e non solo agli atenei decidere se, come e quando i professori debbano dirigere i reparti ospedalieri», è verissimo ma solo in presenza di una AOU legittimamente costituta con DPCM. Un requisito non posseduto da 30 AOU su 31.

Ettore Jorio



16 giugno 2025
© Riproduzione riservata


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