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Covid. Solo l’8,5% degli over 80 in Europa ha ricevuto il vaccino nell’ultimo anno, ma persiste una grande variabilità tra Paesi. L’Italia con il 7% delle coperture si allinea con i Paesi dell’Est europeo. I dati nel nuovo rapporto dell’Ecdc


Tra agosto 2024 e marzo 2025, la copertura vaccinale mediana contro il Covid per le persone più soggette a rischio di ospedalizzazione e morte a causa dell'età avanzata è risultata ancora molto bassa. Ma il gap tra Nord Europa e Sud-Est del Continente è ancora una volta amplissimo. Si passa infatti dall'83,5% delle coperture in Svezia allo 0,9% dell'Ungheria. L'Italia si assesta al di sotto della media europea. Non va meglio per gli over 60: in media l'8,7% ha ricevuto una vaccinazione nell'ultimo anno. IL REPORT

16 GIU - Tra agosto 2024 e marzo 2025, la campagna vaccinale contro il COVID-19 nell'Unione Europea e nello Spazio Economico Europeo ha mostrato un’adesione molto eterogenea. Il report pubblicato dall’Ecdc (Centro Europeo per la Prevenzione e il Controllo delle Malattie) evidenzia come, nonostante la disponibilità di vaccini aggiornati, la copertura tra le fasce più vulnerabili resti ampiamente insufficiente. E l’Italia è tra i fanalini di coda, anche se secondo l'Ecdc questi risultati devono essere interpretati con cautela poiché le campagne di vaccinazione sono in corso ed è necessario considerare tutti i possibili fattori, tra cui la completezza e la qualità dei dati.

Nel periodo considerato, in Europa circa 13,6 milioni di persone di età pari o superiore a 60 anni hanno ricevuto una dose del vaccino contro il COVID-19.
Di queste, circa quattro milioni di persone avevano un'età pari o superiore a 80 anni. La copertura vaccinale mediana contro il COVID-19 tra le persone di età pari o superiore a 60 anni è stata dell'8,7% (intervallo: <0,1-52,8%), con un'elevata variabilità tra i Paesi. Per le persone di età pari o superiore a 80 anni, la copertura mediana è stata dell'8,5% (intervallo: 0,9-83,5%), con un'elevata variabilità tra i Paesi. Tra i 21 Paesi segnalanti, un Paese ha segnalato una copertura vaccinale ≥50% per la fascia di età pari o superiore a 60 anni, mentre sette Paesi hanno segnalato una copertura vaccinale ≥50% per la fascia di età pari o superiore a 80 anni. Il numero di Paesi è salito a otto per coloro che hanno segnalato una copertura vaccinale >30% per la fascia di età pari o superiore a 60 anni e a nove per la fascia di età pari o superiore a 80 anni. La maggior parte delle circa 15,5 milioni di dosi di vaccino COVID-19 somministrate nell'UE/SEE durante questo periodo nella popolazione complessiva era il vaccino Pfizer BioNTech – Comirnaty JN.1 (circa 11,3 milioni di dosi; 73,3% delle dosi totali somministrate).

Secondo i dati relativi al periodo settembre 2024 - marzo 2025, in Italia solo il 7% degli over 80 ha ricevuto una dose di vaccino anti-COVID, un dato inferiore alla già bassa media UE/SEE dell’8,5%. La copertura cala ulteriormente nella fascia 70-79 anni (4,8%) e si ferma a 1,1% tra i 60-69enni, rendendo l’Italia una delle nazioni con le percentuali più basse in tutte le fasce anziane. A titolo di confronto, Svezia ha vaccinato l’83,5% degli over 80, Finlandia quasi il 70% e Portogallo oltre il 56%. Anche Paesi come Irlanda, Danimarca e Paesi Bassi hanno superato il 60% nella fascia più anziana. Solo sette Paesi hanno raggiunto almeno il 50% di copertura per gli over 80, e solo uno (Svezia) ha superato l’80%.

L’Italia non ha fornito dati disaggregati su operatori sanitari, pazienti cronici o donne in gravidanza, a differenza di altri Paesi come Belgio, Irlanda e Spagna. Questo rende difficile valutare l’efficacia della protezione delle categorie più vulnerabili. In altri Stati, invece, la copertura per gli operatori sanitari ha raggiunto il 13,7% in Belgio e il 9,2% in Irlanda, mentre tra le donne in gravidanza il dato più alto è quello irlandese con il 6,9%.Durante il periodo analizzato, nei 21 Paesi UE/SEE partecipanti sono state somministrate oltre 15,4 milioni di dosi. Il vaccino più usato è stato il Comirnaty JN.1 di Pfizer-BioNTech, con oltre 11,3 milioni di dosi (73,3%). Tuttavia, il 17% dei vaccini risulta etichettato come “altro” o “sconosciuto”, un elemento che suggerisce possibili limiti nella tracciabilità delle campagne.




16 giugno 2025
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