Lotta al fumo. Oms: "Sei milioni di morti l'anno. Prevenzione inadeguata"
Una nota dell'Organizzazione mondiale della sanità sottolinea che il totale dei decessi annui nel 2030 potrebbe superare quota 8 milioni. E soltanto 19 Paesi, pari al 15% della popolazione mondiale, si attengono alle migliori pratiche per le avvertenze illustrate. IL DOCUMENTO
24 MAG - Il tabacco uccide circa 6 milioni di persone ogni anno, delle quali oltre 5 milioni a causa del consumo diretto di tabacco e più di 600.000 per l’esposizione al fumo passivo: se non verranno intraprese iniziative urgenti, il totale dei decessi annui potrebbe salire a più di 8 milioni entro il 2030. Sono i dati allarmanti evidenziati in una nota informativa diffusa dall’Organizzazione mondiale della sanità (Oms). Per completare il quadro, il documento sottolinea che il tabacco uccide la metà dei propri consumatori e che circa l’80% del miliardo di fumatori del mondo vive nei Paesi a basso e medio reddito.
Un’ampia parte della nota informativa è dedicata agli effetti del fumo passivo. “Ci sono più di 4.000 prodotti chimici nel fumo di tabacco, tra i quali è noto che almeno 250 sono dannosi e più di 50 sono cancerogeni. Non esiste un livello sicuro di esposizione al fumo passivo”. A corroborare l’analisi anche una serie di riscontri statistici.
-Negli adulti, il fumo passivo causa gravi malattie cardiovascolari e respiratorie, tra cui le cardiopatie coronariche e i tumori al polmone. Nei neonati provoca la sindrome della morte improvvisa del lattante. Nelle donne incinte, è causa di sottopeso alla nascita.
-Quasi la metà dei bambini respira regolarmente aria inquinata da fumo di tabacco nei
luoghi pubblici.
-Più del 40% dei bambini ha almeno uno dei genitori che fuma.
-Il fumo passivo provoca ogni anno più di 600.000 decessi precoci.
-Nel 2004, i bambini rappresentavano il 28% dei decessi attribuibili al fumo passivo.
Problemi anche a livello di informazione e conoscenza dei rischi. “Gli studi dimostrano che poche persone comprendono i rischi specifichi del tabacco per la salute. Ad esempio, un’inchiesta del 2009 in Cina ha rivelato che solo il 38% dei fumatori era consapevole che fumare provoca cardiopatie coronariche e solo il 27% sapeva che è causa di ictus”. In questo senso, l’Oms sottolinea come le campagna di informazione di massa possano ridurre il consumo, “inducendo le persone a proteggere i non fumatori e convincendo i giovani a smettere di consumare tabacco”.
Tuttavia gli interventi messi in campo sono pochi e insufficienti. Solamente 19 paesi, che rappresentano il 15% della popolazione mondiale, si attengono alle migliori pratiche per le avvertenze illustrate, che dovrebbero includere avvertenze scritte nelle lingue locali e coprire in media almeno la metà della superficie anteriore e posteriore dei pacchetti di sigarette. Nessun paese a basso reddito ha raggiunto il livello previsto da queste buone pratiche. Le avvertenze illustrate sono obbligatorie in 42 paesi, che rappresentano il 42% della popolazione mondiale. Più di 1,9 miliardi di persone, vale a dire il 28% della popolazione mondiale, vivono nei 23 paesi che negli ultimi due anni hanno attuato almeno una decisa campagna di comunicazione di massa contro il tabacco.
La nota sottolinea poi gli sforzi e l’impegno dell’Oms “nella lotta contro l’epidemia globale del tabacco” La Convenzione quadro per la lotta al tabagismo dell’OMS è entrata in vigore nel febbraio del 2005. Da allora, è diventata una uno dei trattati con la più ampia adesione nella storia delle Nazioni Unite, con 176 parti, che equivalgono all’88% della popolazione mondiale. La Convenzione quadro è il più importante strumento di controllo del tabacco dell’OMS e costituisce una pietra miliare nella promozione della sanità pubblica. “È un trattato basato sulle evidenze scientifiche che riafferma il diritto delle persone al più alto livello di salute raggiungibile, offre un quadro normativo per la cooperazione sanitaria internazionale e stabilisce alti standard cui conformarsi”.
E di recente, nel 2008, l’OMS ha introdotto un metodo pratico, con un buon rapporto costo-benefici, per migliorare l’applicazione concreta delle disposizioni della Convenzione quadro dell’OMS. Si tratta delle misure cosiddette Mpower, che individuano i migliori approcci per la riduzione del consumo del tabacco. Ognuna delle misure MPower corrisponde ad almeno una disposizione della Convenzione quadro dell’OMS per la lotta al tabagismo. Le sei misure Mpower sono:
-Monitorare il consumo di tabacco e le politiche di prevenzione
-Proteggere le persone dal consumo di tabacco
-Offrire aiuto per abbandonare il consumo di tabacco
-Avvertire circa i pericoli del tabacco
-Rafforzare i divieti su pubblicità, promozione e sponsorizzazione del tabacco
-Aumentare la tassazione sul tabacco.
24 maggio 2013
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