Quotidiano on line
di informazione sanitaria
Martedì 16 APRILE 2024
Studi e Analisi
segui quotidianosanita.it

Sostanze energizzanti. Allarme Aifa su reazioni avverse. Possono essere anche gravi


Le smart drugs per aumentare la concentrazione “causano danni al pari delle vere e proprie droghe”. Anche la caffeina, compresa quella negli Energy Drink, può causare dipendenza e reazioni avverse come attacchi di panico, nervosismo ed epilessia. Dall'Aifa appello ai sani stili di vita.

19 MAR - “Uso lo xanax per concentrarmi, l'ambien per dormire, l'erba per calmarmi, la cocaina per tirarmi su e la morfina perché è ottima”. Cita Jordan Belfort, il protagonista dell’ultimo film di Martin Scorsese, The Wolf of Wall Stree, l’Agenzia italiana del farmaco (Aifa) per introdurre il tema dell’uso di droghe, smart drugs e sostanze energizzanti, in un articolo pubblicato oggi sul proprio sito internet. Sostanze stupefacenti per affrontare tutto, dal risveglio al lavoro, passando per cibo, sesso e sonno, successo, famiglia, relazioni interpersonali.

Tutto questo, però, secondo l’Agenzia, non è solo un film. “In una società che corre sempre più velocemente l’ambizione di superare e migliorare le proprie prestazioni non conosce limiti, neanche quando vi è un palese pericolo per la salute. Pressioni, aspettative, ansia vengono quindi affrontate non considerando gli effetti devastanti che l’assunzione di certi prodotti può causare. Non siamo mai abbastanza magri, svegli o reattivi, abbastanza allegri, flessibili, ma - piuttosto che fermarci a riflettere e a risolvere i coni d’ombra dei nostri stati d’animo – ci rifugiamo in soluzioni tanto veloci quanto, spesso, dannose. La pubblicità virale ci spinge a ripensare di continuo la nostra idea di benessere psicofisico, spingendo oltre i limiti le nostre capacità”.

Ma attenzione, avverte l’Aifa. Le conseguenze dell’uso di droghe e di altre sostanze anche legali possono essere molto negative per la salute. “I potenziatori cognitivi – spiega infatti l’Aifa -, a volte chiamati smart drugs o ‘potenziatori di memoria’, sono sostanze utilizzate allo scopo di aumentare alcune funzioni mentali quali l’attenzione, la memoria, la concentrazione, la motivazione, la pianificazione, l’autostima e la capacità di prendere decisioni. Se da un lato però aumentano le capacità cognitive e riducono la sensazione di fatica, il sonno e la fame, dall’altro causano danni al pari delle vere e proprie droghe, sebbene le ‘smart drugs’ apparentemente non siano sempre illegali e pertanto perseguibili dalla legge”.
 
Ma anche la semplice caffeina può essere tutt’altro che innocua. “Secondo la Johns Hopkins University School of Medicine e l’University of Vermont (…) questa sostanza viene utilizzata anche quando sarebbe sconsigliata ovvero, ad esempio, durante la gravidanza, in presenza di malattie del cuore o di un disturbo della coagulazione del sangue. La dipendenza produce una condizione chiamata ‘Caffeine Use Disorder’, ossia disturbo da uso di caffè; l’intossicazione da caffeina presenta di fatto gli stessi sintomi riscontrati in un’overdose di farmaci stimolanti. La comunità scientifica, e nello specifico l’American Psychiatric Association, hanno pertanto ufficialmente riconosciuto il disturbo da (ab)uso di caffeina come un problema di salute reale ed ecco perché il ‘caffeine use disorder’, per incoraggiare ulteriori ricerche in tal senso,  è stato incluso nella sezione III del DSM-5”.
 
Occhi puntati anche sulle “bevande energetiche”. “Nel 2013 – spiega l’Aifa - l'Agenzia francese per la sicurezza sanitaria ed alimentare, si è espressa sulle cosiddette bevande energetiche (a base di caffeina, ma anche taurina), analizzando 257 casi di reazioni avverse, tra cui attacchi di panico, nervosismo ed epilessia. Altri studi hanno dimostrato che l’elevato consumo di energy drink tra gli studenti delle scuole superiori può rappresentare un marker per altre attività che potrebbero influenzare negativamente lo sviluppo, la salute e il benessere degli adolescenti. In ambito europeo infine ci si è posti l'obiettivo di calcolare l’uso di energy drink tra i giovani danesi, esaminando anche le associazioni dei fattori socio-demografici e comportamentali in termini di salute. Ne emerge che in Danimarca il consumo sembra essere relativamente basso. Allo stesso tempo, sembra che il fenomeno sia perlopiù maschile e molto più diffuso tra le persone con bassi livelli di istruzione”.

Secondo l’Aifa, “il fattore più interessante dello studio è però che i fumatori, così come coloro che fanno consumo di alcool, sono anche i più inclini a consumare bevande energetiche. A riprova – conclude l’Agenzia del farmaco - del fatto che utilizzare stili di vita sani rimane una delle migliori ‘medicine’ a nostra disposizione”.

19 marzo 2014
© Riproduzione riservata


Altri articoli in Studi e Analisi

ISCRIVITI ALLA NOSTRA NEWS LETTER
Ogni giorno sulla tua mail tutte le notizie di Quotidiano Sanità.

gli speciali
Quotidianosanità.it
Quotidiano online
d'informazione sanitaria.
QS Edizioni srl
P.I. 12298601001

Sede legale:
Via Giacomo Peroni, 400
00131 - Roma

Sede operativa:
Via della Stelletta, 23
00186 - Roma
Direttore responsabile
Luciano Fassari

Direttore editoriale
Francesco Maria Avitto

Tel. (+39) 06.89.27.28.41

info@qsedizioni.it

redazione@qsedizioni.it

Coordinamento Pubblicità
commerciale@qsedizioni.it
    Joint Venture
  • SICS srl
  • Edizioni
    Health Communication
    srl
Copyright 2013 © QS Edizioni srl. Tutti i diritti sono riservati
- P.I. 12298601001
- iscrizione al ROC n. 23387
- iscrizione Tribunale di Roma n. 115/3013 del 22/05/2013

Riproduzione riservata.
Policy privacy