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Asco.  Migliora la sopravvivenza tra i bambini con diagnosi di tumore


Il tasso di mortalità legato alle complicanze di salute a 15 anni dalla diagnosi è calato dal 12,4% al 6%. i dati dello studio “Childhood Cancer Survivor Study”, finanziato dal National Institute of Health e presentati al Congresso Asco che ha valutato gli effetti a lungo termine delle terapie tra il 1970 e il 1999.

01 GIU - Migliora la sopravvivenza tra i bambini con diagnosi di cancro. Il tasso di mortalità legato alle complicanze di salute negli anni successivi è stato abbattuto: la mortalità si è infatti praticamente dimezzata, passando dal 12,4% nei bimbi con diagnosi di cancro fatta nel 1970 al 6% di quelli con diagnosi eseguita negli anni 1990. Un importante miglioramento  dovuto in parte ai cambiamenti nelle cure che hanno ridotto il rischio di mortalità legato agli effetti tardivi delle terapie pediatriche anticancro, (come recidive e problemi cardiaci e polmonari) ma anche dal grande sviluppo delle tecniche di screening e delle indagini diagnostiche.
 
È quanto emerge dai dati dello studio “Childhood Cancer Survivor Study”, finanziato dal National Institute of Health e presentati al 51° Congresso dell’American Society of Clinical Oncology (Asco) in corso a Chicago fino a domani che ha analizzato le storie di 34 mila piccoli colpiti da tumore, valutando gli effetti a lungo termine delle terapie nei bambini che all’età di 5 anni hanno avuto una diagnosi di cancro tra il 1970 e il 1999, e sono sopravvissuti alla malattia. Hanno partecipato allo studio 31 ospedali canadesi e degli Stati Uniti.
 
 
“Cinquanta anni fa solo 1 bimbo su 5 sopravviveva al cancro, oggi oltre l’80% è vivo a 5 anni dalla diagnosi. Tuttavia, questi sopravvissuti crescono con un rischio aumentato di mortalità per effetti tardivi delle cure come malattie cardiache ed altri tumori - ha sottolineato il primo autore dello studio Gregory Armstrong del S.Jude Children’s Research Hospital –  oggi invece non solo un maggior numero di bambini sopravvive al tumore primario, ma siamo riusciti ad estendere le loro aspettative di vita riducendo, negli ultimi anni, la tossicità totale dei trattamenti”.
 
Studi precedenti hanno evidenziato il decesso entro 30 anni dalla diagnosi del 18% dei bambini sopravvissuti. I bambini campione del nuovo studio sono stati seguiti per 21 anni dopo la diagnosi: 3958 (12%) sono morti durante questo periodo (soprattutto per effetti collaterali delle terapie), ma se tra questi il 12,4% con diagnosi fatta nel 1970 è deceduto entro 15 anni dalla diagnosi, solo il 6% di quelli con diagnosi eseguita nel 1990 sono morti.
 
I piccoli sopravvissuti e che hanno avuto una diagnosi negli anni più recenti hanno inoltre un rischio statisticamente ancora più basso di morire per cause legate a successive malattie collegabili alle terapie effettuate. “Per decenni abbiamo combattuto contro il paradosso per cui i bambini sopravvivono al cancro solo per ammalarsi o morire anni dopo a causa dei trattamenti ricevuti. Ora speriamo – ha concluso l’oncologo dell’Asco, Stephen Hunger – che il trend positivo attuale si confermi, di pari passo con il continuo ed ulteriore progresso nelle terapie”.

01 giugno 2015
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