Hiv. Da Federsanità il Libro Bianco per una migliore prevenzione e gestione della patologia
A Roma, presso l’Istituto Superiore di Sanità, i risultati del lavoro svolto dall’Atelier Federsanità Anci in collaborazione con la Società Italiana di Malattie Infettive e Tropicali (SIMIT) che ha approfondito il tema dei modelli organizzativi che si sono sviluppati nel nostro Ssn per quanto riguarda il trattamento dell’Hiv. IL LIBRO BIANCO
04 NOV - Valutare cambiamenti organizzativi e gestionali nella cura dell’HIV al fine di cercare un equilibrio del Servizio sanitario nazionale fra appropriatezza, sostenibilità e innovazione. Con queste finalità Federsanità Anci, in collaborazione con la Società Italiana di Malattie Infettive e Tropicali (Simit) ha promosso l’Atelier “aspetti organizzativi, economici e gestionali dell’Hiv” per individuare percorsi realizzabili e condivisibili.
“Federsanità Anci – ha affermato il Presidente
Angelo Lino Del Favero - è da sempre interessata ad individuare traiettorie, processi di innovazione, opzioni gestionali capaci di ridurre la portata della dicotomia possibile tra complessità e sostenibilità di un moderno sistema di welfare e welfare community capace da un lato di leggere i bisogni sanitari, sociosanitari e sociali di una popolazione, dall’altro di offrire concrete prospettive operative da indagare ed approfondire. Tutto questo – ha spiegato - con una precisa opzione strategica che è quella di tenersi lontana da semplici manifestazioni di principio, o etichette categoriali, ed invece calare nel caso concreto il driver del proprio agire. Questo percorso è stato immaginato individuando come priorità una patologia che si presenta come paradigmatica di come un sistema sociosanitario possa organizzare/riorganizzare la propria risposta assistenziale: l’Hiv”.
L’Hiv, Human Immunodeficiency Virus, è una patologia complessa, che oggi interessa trasversalmente tutta la popolazione, ma che si caratterizza per la cronicizzazione della patologia e per i costi diretti, indiretti e sociali che sono generati tra prestazioni ambulatoriali, specialistiche, ospedaliere per la sua cronicizzazione.
L’analisi è stata condotta attraverso delle interviste effettuate dai ricercatori del Centro Studi di Federsanità Anci ai responsabili di 14 Centri Hiv, scelti sul territorio nazionale. Dall’analisi è emerso che sebbene la patologia registri un’incidenza e una prevalenza contenuta, essa implica costi finanziari, nonché costi impliciti elevati laddove possono esistere diverse modalità organizzative che, a parità di offerta (in senso qualitativo e quantitativo), potrebbero portare vantaggi all’intero sistema sanitario (minori costi o una più adeguata copertura). La scelta adottata ha visto la redazione di un Libro Verde con obiettivi descrittivi dell’Hiv, del percorso di cura, al contesto nazionale e internazionale. Nel Libro Verde, in particolare, sono state fotografate criticità e opportunità. Nel Libro Bianco, presentato oggi 4 novembre all’Istituto Superiore di Sanità e realizzato grazie al grant liberale, non condizionato da parte di Gilead Sciences, sono riportate invece una serie di proposte e possibili risposte alle questioni principali indicate nel Libro Verde. “Gilead Sciences – ha aggiunto
Emanuele Pria Director Market Access di Gilead - è in favore del supporto di progettualità ed eventi di incontro che possano sostenere la migliore governance nelle aree terapeutiche di natura infettivologica”.
I lavori sono stati moderati da
Lucio Alessio D’Ubaldo Segretario Generale di Federsanità Anci che ha sottolineato: “Federsanità Anci è profondamente convinta che il recupero di appropriatezza del sistema rappresenti lo snodo fondamentale per la tenuta dei sistemi di welfare. La sfida della sostenibilità rispetto alla complessità si può vincere, al netto di tagli finanziari che portano con sé inevitabili, e non sempre prevedibili, conseguenze sul piano dell’equità rispetto alla garanzia dei Lea. In un sistema in cui le risorse arrivano sempre meno, lo scenario impone che le risorse arrivino sempre più per trasformazione dei nostri comportamenti operativi. La consapevolezza che ogni atto medico o sanitario o sociosanitario o assistenziale, compiuto o non compiuto, veicola risultati economici deve diventare il driver coerente degli approcci organizzativi, proprio per consentire di sottrarli alla logica finanziaria pura che, purtroppo, attualmente regola gli approcci alla tutela della salute”.
04 novembre 2016
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