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Medicina di genere. Cosa cambia con il nuovo Piano nazionale

di Alessandra Carè

L’esigenza di questo nuovo punto di vista da includere in tutte le specialità mediche nasce dalla crescente consapevolezza delle differenze associate al genere, con il fine ultimo di garantire ad ogni persona, sia uomo che donna, la migliore cura, rafforzando ulteriormente il concetto di “centralità del paziente” e di “personalizzazione delle terapie”

31 MAG - Il 30 maggio 2019 è una data molto importante che pone l’Italia all’avanguardia in Europa nel campo della Medicina di Genere. Il Piano per  l’applicazione e la diffusione della Medicina di Genere sul territorio nazionale è stato infatti formalmente approvato dalla Conferenza Stato-Regioni, previsto dall’articolo 3 della Legge 3/2018.
 
L’esigenza di questo nuovo punto di vista da includere in tutte le specialità mediche nasce dalla crescente consapevolezza delle differenze associate al genere, con il fine ultimo di garantire ad ogni persona, sia uomo che donna, la migliore cura, rafforzando ulteriormente il concetto di “centralità del paziente” e di “personalizzazione delle terapie”.
 
Con l’approvazione di tale Piano, per la prima volta in Italia viene inserito il concetto di “genere” nella medicina, al fine di garantire in modo omogeneo sul territorio nazionale la qualità e l’appropriatezza delle prestazioni erogate dal Servizio sanitario nazionale. Nell’era della Medicina personalizzata risulta quanto mai importante, anzi direi indispensabile, tenere conto delle numerose differenze osservate tra uomini e donne nella prevenzione, diagnosi e cura delle malattie.
 
Il Piano è nato dall’impegno congiunto del Ministero della Salute e del Centro di riferimento per la Medicina di Genere dell’Istituto Superiore di Sanità con la collaborazione di un Tavolo tecnico-scientifico di esperti regionali in Medicina di Genere e dei referenti per la Medicina di Genere della rete degli Istituti di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico nonché di AIFA e AGENAS.
 
Oltre alla descrizione dello stato dell’arte della Medicina di Genere a livello nazionale e internazionale, il Piano, indica gli obiettivi strategici, gli attori coinvolti e le azioni previste per una reale applicazione di un approccio di genere in sanità nelle quattro aree d’intervento previste dalla legge, i) Percorsi clinici di prevenzione, diagnosi, cura e riabilitazione, ii) Ricerca e innovazione, iii) Formazione, e iv) Comunicazione.
 
L’art.3 della legge 3/2018 prevede inoltre la costituzione presso l’Istituto Superiore di Sanità di un Osservatorio dedicato alla Medicina di Genere con il compito di assicurare l’avvio, il mantenimento nel tempo e il monitoraggio delle azioni previste dal Piano, con lo scopo ultimo di fornire al Ministro della Salute i dati da presentare annualmente alle Camere. L’ISS è stato individuato quale ente vigilato titolare dell’Osservatorio e garante dell’attendibilità e appropriatezza dei dati rilevati, naturalmente con il coinvolgimento degli altri enti vigilati (AIFA, AGENAS, IRCCS) e con la consultazione della Commissione dei rappresentanti regionali.
 
In questo contesto, il Centro di riferimento per la Medicina di Genere dell’Istituto Superiore di Sanità avrà un ruolo cruciale di promozione e coordinamento delle attività volte all’applicazione e diffusione della Medicina di Genere, con l’obiettivo di coinvolgere tutte le Regioni italiane in modo da assicurare la tutela della centralità della persona in egual misura su tutto il territorio nazionale.
 
Il Centro di riferimento per la Medicina di Genere, già impegnato direttamente nella promozione della ricerca sui meccanismi fisiopatologici responsabili delle differenze di genere e sugli effetti dello stile di vita e dell’ambiente sulla salute dell’uomo e della donna, si occuperà di formare e aggiornare gli operatori sanitari e di promuovere campagne di comunicazione e informazione rivolte ai cittadini per una corretta ed omogenea applicazione di un approccio genere-specifico.
 
In conclusione possiamo dire che è un risultato importante che richiederà un grande impegno da parte di tutti gli addetti poiché l’attuazione di questo Piano rappresenterà un obiettivo strategico per la nostra Sanità che, attraverso una medicina più aderente alle specifiche necessità di ciascuno, potrà essere più efficace ed economica.
 
Alessandra Carè
Direttore del Centro di Riferimento di medicina di genere dell’Iss

31 maggio 2019
© Riproduzione riservata


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