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La fotografia del Ssn nel 2016: 605mila operatori, mille ospedali, 9mila ambulatori, 10mila strutture residenziali e semi residenziali, 1.100 centri di riabilitazione e altre 5.600 strutture, dalla salute mentale ai consultori 


Lo spaccato delle strutture, delle attività e del personale del Servizio sanitario nazionale, sia nel pubblico che nel privato (case di cura e strutture private autorizzate, accreditate e non accreditate con il Ssn) lo dà l’Annuario statistico del Servizio sanitario nazionale 2016, appena pubblicato dal ministero della Salute a cui si affianca una pubblicazione dedicata al personale di tutte le tipologie di strutture. ANNUARIO 2016 - PERSONALE 2016.

26 GIU - Il ministero della Salute ha pubblicato l’Annuario del Ssn 2016 con i dati strutturali e di attività del sistema sanitario nazionale il compendio statistico del personale della Asl e degli ospedali.
 
Un quadro generale sulle strutture del Ssn
Le strutture censite risultano pari a: 1.029 per l’assistenza ospedaliera, 8.928 per l’assistenza specialistica ambulatoriale, 7.324 per l’assistenza territoriale residenziale, 3.064 per l’assistenza territoriale semiresidenziale, 5.649 per l’altra assistenza territoriale e 1.109 per l’assistenza riabilitativa (ex. art. 26 L. 833/78).
 
Per quanto riguarda la natura delle strutture, sono in maggioranza pubbliche le strutture che erogano assistenza ospedaliera (52,2%) e le strutture che erogano altra assistenza territoriale (87,3%) che comprendono Centri dialisi ad assistenza limitata, Stabilimenti idrotermali, Centri di salute mentale, Consultori familiari e Centri distrettuali.
 
Sono in maggioranza private accreditate le strutture che erogano assistenza territoriale residenziale (81,9%) e semiresidenziale (68,2%) e le strutture che erogano assistenza riabilitativa ex art.26 L. 833/78 (77,8%).
 
L’analisi dei dati nel periodo 2013-2016 evidenzia ancora un andamento decrescente del numero delle strutture di ricovero, per effetto degli interventi di razionalizzazione delle reti ospedaliere che determinano la riconversione e l’accorpamento di molte strutture: il numero delle strutture pubbliche diminuisce del 1,4% mentre per le strutture private accreditate si registra un decremento del 1,1%.
 
Per l’assistenza specialistica ambulatoriale si assiste ad una diminuzione consistente degli ambulatori e laboratori pubblici (1,6%) e ad una diminuzione più lieve per le strutture private accreditate (0,7%).
 
Andamenti divergenti si evidenziano tra gli erogatori pubblici e quelli privati accreditati per l’assistenza territoriale residenziale (-3,4% per il pubblico, +3,8% per il privato accreditato).
 
Per l’assistenza territoriale semiresidenziale l’incremento delle strutture è principalmente riconducibile agli erogatori privati accreditati per i quali, nel periodo temporale in esame, si registra un incremento del 3,0%.
 
Anche nell’ambito dell’assistenza riabilitativa ex art.26 L. 833/78 si osserva un incremento delle strutture private accreditate (+1,8%).
 
Infine per l’assistenza erogata da altre strutture territoriali, si rileva una complessiva lieve diminuzione (-0,2% per le strutture pubbliche e -0,4% per le strutture private accreditate).
 
 
L’assistenza distrettuale
Dell’assistenza distrettuale fanno parte i medici di medicina generale e i pediatri di libera scelta.
In media a livello nazionale ogni medico di base ha un carico potenziale di 1.197 adulti residenti.
 
A livello regionale esistono notevoli differenze: per le Regioni del Nord, a parte alcune eccezioni, gli scostamenti dal valore medio nazionale sono positivi.

In particolare, nella Provincia Autonoma di Bolzano con 1.584 residenti adulti per medico di base, anche se qui il massimale previsto non è quello nazionale di 1.500 assistiti, ma raggiunge i 2mila.

In tutte le Regioni del Sud, tranne la Sardegna, il carico potenziale dei medici di medicina generale è inferiore al valore medio nazionale; la Basilicata in particolare registra il valore minimo di 1.028 residenti adulti per medico.
 
Il carico medio potenziale per pediatra è a livello nazionale di 995 bambini,con un’ampia variabilità territoriale (da un valore di 865 bambini per pediatra in Sicilia a 1.252 bambini per pediatra nella Provincia Autonoma di Bolzano).

Tutte le Regioni sono comunque caratterizzate da una carenza più o meno accentuata di pediatri in convenzione.
 
A fronte del carico potenziale dei medici di base (di medicina generale e pediatri), spiega il ministero, è possibile valutare il carico assistenziale effettivo, dato dal numero degli iscritti al SSN (coloro che hanno scelto presso la ASL di competenza il proprio medico di base) per ciascun medico.
 
Nella maggior parte delle Regioni l’indicatore evidenzia che il numero di scelte per medico di medicina generale è di poco inferiore al numero di adulti residenti per medico di medicina generale.

Il numero di scelte per pediatra è sempre inferiore al numero dei bambini residenti per pediatra. Tuttavia, è in atto una tendenza di riduzione dello scostamento tra i due indicatori. Complessivamente il numero totale delle scelte è di poco inferiore al numero complessivo dei residenti.
Per molti bambini l’assistenza di base continua a essere erogata dal medico di medicina generale invece che dal pediatra.
 
Il servizio di guardia medica garantisce la continuità assistenziale per l’intero arco della giornata e per tutti i giorni della settimana. I suoi interventi sono domiciliari e territoriali per le urgenze notturne festive e prefestive.
Nel 2016 sono stati rilevati in Italia 2.981 punti di guardia medica; con 12.064 medici titolari, 20 ogni 100.000 abitanti. Ancora una volta sono forti le diversità territoriali sia per quanto riguarda la densità dei punti di guardia medica sia per quanto concerne il numero dei medici titolari per ogni 100.000 abitanti.
 
Per l’assistenza farmaceutica convenzionata, nel2016 sono state prescritte 585.337.324 ricette con un importo di quasi 10 miliardi di euro, con un costo medio per ricetta di 15,69 euro. Il costo medio per ricetta è fortemente variabile con il valore minimo in Toscana (12,77 euro) e quello massimo (20,10 euro) in Lombardia.
 
L’assistenza domiciliare integrata è intesa come l’assistenza domiciliare erogata in base ad un piano assistenziale individuale attraverso la presa in carico multidisciplinare e multi-professionale del paziente e comprende anche le cure palliative domiciliari e i casi di dimissione protetta.
 
Nel 2016 sono stati assistiti a domicilio 946.812 pazienti, di questi l’82,3% è rappresentato da assistibili di età maggiore o uguale a 65 anni e il 10,4% è rappresentato da pazienti terminali.
 
Mediamente a ciascun paziente sono state dedicate circa 17 ore di assistenza erogata in gran parte da personale infermieristico (12 ore per caso).
 
In particolare, le ore dedicate a ciascun assistito anziano sono state 16, di cui 11 erogate da personale infermieristico, mentre le ore dedicate a ciascun malato terminale risultano pari a 18, di cui 14 erogate dal personale infermieristico.
 
Le strutture sanitarie che erogano prestazioni di assistenza distrettuale sono: gli ambulatori/laboratori in cui si erogano prestazioni specialistiche come l’attività clinica, di laboratorio e di diagnostica strumentale; le strutture di assistenza territoriale in regime residenziale; le strutture di assistenza territoriale in regime semiresidenziale; le strutture territoriali di altro tipo quali i centri di dialisi ad assistenza limitata, gli stabilimenti idrotermali, i centri di salute mentale, i consultori familiari, i centri distrettuali, ecc.; gli istituti o centri di riabilitazione che forniscono prestazioni diagnostiche e terapeutico-riabilitative in forma residenziale, semiresidenziale, ambulatoriale, extramurale e domiciliare.

Nel 2016 in totale sono state censite 8.928 strutture sanitarie di tipo ambulatorio/laboratorio: la percentuale di strutture pubbliche è molto variabile a livello regionale; in generale nelle Regioni Centro-meridionali si ha una prevalenza di strutture private accreditate.
 
Una situazione opposta si registra per quanto riguarda le altre strutture territoriali (centri dialisi ad assistenza limitata, stabilimenti idrotermali, centri di salute mentale, consultori familiari, centri distrettuali ecc.) nelle quali prevale la gestione diretta delle Aziende Sanitarie.
 
Le strutture di tipo Ambulatorio/Laboratorio pubbliche erogano nella maggior parte dei casi assistenza clinica, mentre quelle private accreditate erogano in egual misura prestazioni di laboratorio e cliniche.
 
Per quanto riguarda le altre strutture territoriali, nel 2016 sono stati censite 7.324 strutture residenziali, 3.064 strutture di tipo semiresidenziale, 5.649 strutture di altro tipo (come centri di salute mentale, consultori, stabilimenti idrotermali).

Tra le strutture residenziali e semiresidenziali sono stati censiti 244.928 posti, 497 per 100.000 abitanti. Di questi il 69,4% sono stati dedicati all’assistenza agli anziani, il 12,4% all’assistenza psichiatrica, il 17,2% all’assistenza ai disabili psichici e fisici, 1,0% ai pazienti terminali.
 
Nel 2016 sono state rilevate 1.109 strutture riabilitative con 14.702 posti per l’attività di tipo residenziale e 14.609 per l’attività di tipo semiresidenziale: in Italia sono presenti 48 posti in strutture riabilitative ogni 100.000 abitanti.

Il numero di utenti totali assistiti in regime residenziale è superiore agli utenti assistiti in regime semiresidenziale (rispettivamente 61.771 e 25.440 utenti), ma il rapporto cambia a seconda della tipologia di attività riabilitativa, in particolare la riabilitazione neuropsichiatrica infantile è svolta preferibilmente in strutture semiresidenziali. Nel 2016 le strutture riabilitative hanno impiegato 51.038 unità di personale di cui il 9,83% costituito da medici ed il 43,1% da terapisti e logopedisti.

L’assistenza ospedaliera
Nel 2016 c’erano 1.029 istituti di cura, di cui il 52,18% pubblici e il 47,81% privati accreditati. In calo il numero di istituti per effetto della riconversione e dell’accorpamento di molte strutture. Il 64,24% delle strutture pubbliche è costituito da ospedali direttamente gestiti dalle aziende sanitarie locali, il 10,24% da Aziende ospedaliere, e il 25,51% dalle altre tipologie di ospedali pubblici.

Il Ssn dispone di circa 193 mila posti letto per degenza ordinaria, di cui il 21,1% nelle strutture private accreditate, 13.863 posti per day hospital, quasi totalmente pubblici (89,6%) e di 8.545 posti per day surgery in grande prevalenza pubblici (78%).
A livello nazionale sono disponibili 3,6 posti letto ogni 1.000 abitanti, in particolare i posti letto dedicati all’attività per acuti sono 3,0 ogni 1.000 abitanti.

Anche in questo caso c’è disomogeneità territoriale: Molise (4,6 posti letto), Emilia Romagna (4,00) fra le Regioni con la maggiore densità di posti letto, Calabria (3,0 posti letto), Campania (3,1) e Puglia (3,1) fra le Regioni con la minor disponibilità di posti letto.
 
A livello nazionale i posti letto destinati alla riabilitazione e lungodegenza sono 0,6 ogni 1.000 abitanti con notevole variabilità regionale.
 
La presenza di apparecchiature tecnico-biomediche (nelle strutture ospedaliere e territoriali) è in aumento nel settore pubblico, ma con una forte variabilità regionale. Esistono circa 101,1 mammografi ogni 1.000.000 di abitanti con valori oltre 140 in due Regioni (Valle d’Aosta, Umbria).
 
L’area dell’emergenza
Il 52,0% degli ospedali pubblici risulta dotato nel 2016 di un dipartimento di emergenza e oltre la metà del totale degli istituti (65,0%) di un centro di rianimazione. Il pronto soccorso è presente nell’80,6% degli ospedali. Il pronto soccorso pediatrico è presente nel 16,9% degli ospedali.

Dai dati di attività delle strutture con pronto soccorso si evidenzia che nel 2016 ci sono stati circa 3,4 accessi ogni 10 abitanti; di questi quasi il 14,2% è stato in seguito ricoverato. Quest’ultimo indicatore si presenta altamente variabile a livello territoriale: a fronte di una percentuale di ricovero pari al 11,5% registrato in Piemonte si raggiungono valori pari a 19,3% in Molise.

Dai dati di attività delle strutture con pronto soccorso pediatrico emerge che ci sono stati 1,5 accessi ogni 10 abitanti fino a 18 anni di età; l’8,1% di questi è stato in seguito ricoverato.
I reparti direttamente collegati all’area dell’emergenza dispongono per il complesso degli istituti pubblici e privati accreditati di 4.988 posti letto di terapia intensiva (8,23 per 100.000 ab.), 1.160 posti letto di terapia intensiva neonatale (2,45 per 1.000 nati vivi), e 2.618 posti letto per unità coronarica (4,32 per 100.000 ab.).

I posti letto nel pubblico
Nel 2016 le strutture di ricovero pubbliche erano 538. Il 30% delle strutture di ricovero dispone meno di 120 posti letto e il 16% dispone meno di 120 posti letto distribuiti su meno di 5 discipline.
 
Il 42% delle strutture di ricovero pubbliche è caratterizzato da un numero di posti letto compreso fra i 120 e i 400 posti letto.
 
Il 13% delle strutture di ricovero pubbliche è caratterizzato da un numero di posti letto compreso fra i 400 e i 600. Infine il 16% dispone di più di 600 posti letto.
 
Per quanto riguarda il numero delle discipline, strutture di dimensioni ridotte (meno di 120 posti letto) presentano al massimo 14 discipline, mentre le strutture di dimensioni significative (più di 600 posti letto) presentano un numero di discipline in genere pari a 15.

Il personale del Ssn
Il personale dipendente – a cui il ministero dedica una pubblicazione a sé - è costituito dal personale delle aziende sanitarie locali, compreso quello degli istituti di cura a gestione diretta, dal personale delle Aziende ospedaliere, Aziende ospedaliere integrate con il Ssn e dal personale delle Aziende ospedaliere integrate con l’Università.
 
Nel 2016 in tutto il personale ammonta a 605.192 unità e risulta così ripartito: il 71,3% ruolo sanitario, il 17,6% ruolo tecnico, il 10,8% ruolo amministrativo e lo 0,2% ruolo professionale.
 
Nell’ambito del ruolo sanitario, il personale medico è costituito da 100.702 unità e quello infermieristico da 253.543 unità; il rapporto fra infermieri e medici, a livello nazionale, si attesta sul valore di 2,5 infermieri per ogni medico.

Nelle strutture di ricovero pubbliche ed equiparate operano 92.326 medici e 232.570 unità di personale infermieristico.

In particolare, nelle Asl il personale dipendente è pari a 404.411 unità di cui 66,0% donne e 34,0% uomini.
 
La composizione media per ruolo è strutturata: il 71,0% ruolo sanitario, il 17,2%  ruolo tecnico, il 13,6% ruolo amministrativo e lo 0,2% dal ruolo professionale.
 
Le unità di personale con profilo infermieristico costituiscono il 57,0% del totale del ruolo sanitario, i medici e gli odontoiatri il 23,3% mentre il 19,7% è rappresentato da altre figure professionali sanitarie (altro personale laureato; dirigente delle professioni sanitarie; personale tecnico – sanitario; personale funzioni riabilitative; personale vigilanza – ispezione).

Nelle strutture di ricovero pubbliche ed equiparate il totale del personale era di a 532.561 unità di cui: il 74,7% ruolo sanitario, 17,4% ruolo tecnico, 7,6% ruolo amministrativo e  0,3% ruolo professionale.
 
Le unità di personale con profilo infermieristico costituiscono il 59,2% del totale del ruolo sanitario, i medici e gli odontoiatri il 25,6% mentre il 15,2% è rappresentato da altre figure professionali sanitarie (altro personale laureato; dirigente delle professioni sanitarie; personale tecnico – sanitario; personale funzioni riabilitative; personale vigilanza – ispezione).

Nelle Aziende ospedaliere c’erano 136.426 unità di personale di cui 68,0% donne e 32,0% uomini. Di questi: il 72,5% è rappresentato dal ruolo sanitario, 18,0% ruolo tecnico, 9,3% ruolo amministrativo e 0,2% ruolo professionale.
 
Le unità di personale con profilo infermieristico costituiscono il 60,8% del totale del ruolo sanitario, i medici e gli odontoiatri il 24,3% mentre il 14,9% è rappresentato dalle altre figure professionali sanitarie come per le tipologie precedenti.
 
Negli ospedali a diretta gestione delle Asl c’erano 239.543 unità di personale di cui: 78,3% ruolo sanitario, 17,0% ruolo tecnico, 4,5% ruolo amministrativo e 0,2% ruolo professionale.
 
Le unità di personale con profilo infermieristico costituiscono il 61,0% del totale del ruolo sanitario, i medici e gli odontoiatri il 25,0% mentre il 14,0% è rappresentato da altre figure professionali sanitarie.
 
Nelle aziende ospedaliero universitarie e nei Policlinici universitari privati c’erano 80.746 unità di personale. Di questi il 71,7% è rappresentato dal ruolo sanitario, il 17,9%, dal ruolo tecnico, il 9,8% dal ruolo amministrativo e lo 0,2% dal ruolo professionale.
 
Anche in questo caso il personale con profilo infermieristico è la maggioranza, il 58,1% del totale del ruolo sanitario, seguiti dai medici e gli odontoiatri con il 27,4% mentre il 14,5% è rappresentato da altre figure professionali sanitarie.
 
Strutture di ricovero equiparate alle pubbliche: comprendono i Policlinici Universitari privati, gli Istituti di ricovero e cura a carattere scientifico privati e pubblici, gli ospedali classificati, gli Istituti privati qualificati presidio Asl e gli Enti di ricerca.
 
Nell’anno 2016 il personale dipendente delle strutture di ricovero equiparate alle pubbliche ammonta a 73.180 unità, di cui: 70,9% ruolo sanitario, 16,8% ruolo tecnico,12,0% ruolo amministrativo, 0,3% ruolo professionale. Le unità di personale con profilo infermieristico costituiscono il 52,0% del totale del ruolo sanitario, i medici e gli odontoiatri il 28,1% mentre il 19,9% è rappresentato da altre figure professionali sanitarie.
 
Irccs privati. Il personale dipendente degli IRCSS privati e degli IRCCS fondazioni private era di 24.327 unità.
Di questi il 70,0% è rappresentato dal ruolo sanitario, il 15,0%, dal ruolo tecnico, il 14,6% dal ruolo amministrativo e il restante 0,4% dal ruolo professionale.
 
Le unità di personale con profilo infermieristico costituiscono il 46,1% del totale del ruolo sanitario, i medici e gli odontoiatri il 28,3% mentre il 25,6% è rappresentato da altre figure professionali sanitarie,
 
Irccs pubblici. Il personale degli IRCSS pubblici e degli IRCCS fondazioni pubbliche era di 22.386 unità, di cui: 70,5% ruolo sanitario, 18,9% ruolo tecnico, 10,3% ruolo amministrativo, 0,3% ruolo professionale. Gli infermieri sono il 56,1% del totale del ruolo sanitario, i medici e gli odontoiatri il 25,9% mentre il 18,0% è rappresentato dalle altre figure professionali sanitarie.
 
Ospedali classificati. Di unità di personale ce n’erano 14.712. Di queste il 74,3% è rappresentato dal ruolo sanitario, il 16,4%, dal ruolo tecnico, il 9,1% dal ruolo amministrativo e il restante 0,2% dal ruolo professionale. Gli infermieri sono il 54,3% del totale del ruolo sanitario, i medici e gli odontoiatri il 30,6% mentre il 15,1% è rappresentato dalle altre figure professionali sanitarie.
 
Istituti qualificati presidi di Asl. Nel 2016 il personale dipendente degli Istituti di cura privati qualificati presidio dell’Asl era di 5.574 unità. Il 68,8% è rappresentato dal ruolo sanitario, il 19,5%, dal ruolo tecnico, l’11,4% dal ruolo amministrativo e il restante 0,3% dal ruolo professionale. Le unità di personale con profilo infermieristico costituiscono il 50,9% del totale del ruolo sanitario, i medici e gli odontoiatri il 28,3% mentre il 20,8% è rappresentato dalle altre figure professionali sanitarie.,
 
Enti di ricerca. Solo 976 unità di personale, ma anche in questo caso il 78,8% è nel ruolo sanitario, il 9,9% nel ruolo tecnico, il 11,2% nel ruolo amministrativo e lo 0,1% nel ruolo professionale. Gli infermieri sono sempre la maggioranza con il 62,5% del totale del ruolo sanitario, i medici e gli odontoiatri il 21,5% mentre il 16,0% è rappresentato da altre figure professionali sanitarie.

 

 

 


26 giugno 2019
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