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Il “Nucleo della concretezza”: un nuovo attore del sistema salute?

di Tiziana Frittelli

Il Dl “concretezza”, ha istituito il Nucleo delle azioni concrete di miglioramento dell'efficienza amministrativa, denominato “Nucleo della Concretezza”. Per gli enti del Ssn la problematica dell’efficientamento del sistema si interseca con i piani di rientro regionali, nonché con quelli aziendal; necessario, poi, un coordinamento con la normativa in materia di accreditamento delle scuole di specializzazione medica, ma soprattutto con il complessivo sistema di accreditamento delle strutture sanitarie

07 LUG - La sanità italiana, tra mille difficoltà, è in un momento di forte riflessione e anche di grandi occasioni. Si sta discutendo il nuovo Patto per la salute. Si è aperta una nuova riflessione sul decentramento, a seguito delle proposte sul regionalismo differenziato e si sta ragionando su modelli di governance in grado di fronteggiare la grande sfida della cronicità. Siamo alle soglie del nuovo CCNL della dirigenza che, seppure con contenuti di modesta innovatività organizzativa, dopo 10 anni riavvia un dialogo con le parti sociali. Si sono appena chiuse le trattative per il rinnovo ACN degli specialisti ambulatoriali.
 
Per la prima volta, dopo molti anni, si cerca di focalizzare l’attenzione sulle deficienze di programmazione delle professioni mediche e si cercano correttivi, anche se, da un lato, permane il problema del finanziamento delle borse di studio sufficienti a risolvere il problema e, dall’altro, urgono approfondimenti tecnici per rendere operative le novità normative introdotte, a partire alla medicina generale, vero snodo del sistema. E’ipotizzabile che la riforma degli ordini darà presto i suoi frutti, traducendo il nuovo più pregnante ruolo delle professioni sanitarie in innovazioni organizzative necessarie per un restyling delle Cure primarie, come si sta cercando di fare con il Patto della salute, attraverso l’implementazione delle esperienze dell’infermiere di famiglia e di comunità. Si sono riaperti i tavoli per i decreti attuativi in materia assicurativa della legge sulla responsabilità professionale sanitaria, per avviare alla conclusione una riforma che ha segnato positivamente il nostro SSN.
 
Sembra, invece, scomparso dall’agenda politica il DPR per l’approvazione di una specifica tabella unica su tutto il territorio della Repubblica per il danno non patrimoniale per lesioni di non lieve entità, in attuazione di quanto disposto dalla legge c.d. concorrenza (L.4 agosto 2017 n 124), essenziale per la sostenibilità di un sistema di responsabilità professionale sanitaria obbligatoriamente assicurato. Sono stati variati i parametri per la spesa del personale.
 
Si stanno sperimentando nuovi indicatori di monitoraggio della griglia Lea che potrebbero spingere il sistema verso soluzioni più appropriate sulla prevenzione e sull’assistenza distrettuale. Certo, molto rimane da fare: il DM Salute e Mef sulle prestazioni ambulatoriali e sui dispositivi protesici ex DPCM 12 gennaio 2017 sui Lea; il recepimento e l’attuazione in tutte le regioni del Piano della cronicità; il finanziamento di una politica nazionale di HTA per affrontare il tema della sostenibilità dei farmaci e dispositivi innovativi; l’ammodernamento strutturale, tecnologico ed informatico; i rapporti con il mondo universitario, fermi ad una normativa del 1999 e moltissimo altro ancora.

Molti sono i soggetti coinvolti nella elaborazione di tematiche strategiche per il nostro SSN, oltre, ovviamente al Ministero della salute, con i suoi organismi consultivi (in primis il Consiglio Superiore di Sanità); il Mef, che insieme al Ministero della Salute, vigila sulle regioni in piano di rientro; il Miur, deputato alla programmazione della formazione universitaria e delle scuole di specializzazione:
• L’Agenzia Nazionale per i Servizi Sanitari Regionali (AGENAS), che ha visto ampliare nel tempo le proprie competenze e funzioni, da ultimo con il dl Calabria. Come si legge nell’home page “mission dell’AGENAS è quella di supportare il Ministero della Salute, le Regioni e gli Enti del SSN per contribuire a rendere il sistema sanitario sostenibile e capace di gestire situazioni di elevata complessità clinica e organizzativa, assicurando il rispetto degli standard di qualità, quantità, sicurezza, efficacia, efficienza, appropriatezza ed equità dei servizi erogati dalle strutture sanitarie su tutto il territorio nazionale. 
La realizzazione di questi obiettivi avviene principalmente tramite una sistematica attività di misurazione, analisi, valutazione e monitoraggio che consente di individuare, prima che si verifichino anomalie nell’erogazione dei servizi assistenziali, eventuali punti di debolezza delle organizzazioni sanitarie e di adottare tempestivi interventi correttivi, anche favorendo la diffusione e l’implementazione delle migliori pratiche.”

• L'Istituto superiore di sanità, che, in qualità di organo tecnico-scientifico del Servizio sanitario nazionale, svolge funzioni di ricerca, sperimentazione, controllo, consulenza, documentazione e formazione in materia di salute pubblica. L'Istituto è posto sotto la vigilanza del Ministero della salute.

• L’Aifa per la governance del farmaco
 
• La Conferenza per i rapporti tra lo Stato, le Regioni e le province autonome per la negoziazione politica tra le Amministrazioni centrali e quelle regionali, la sede in cui il Governo acquisisce l’avviso delle regioni in relazione agli indirizzi governativi di politica generale incidenti nelle materie della salute.
 
 
Da tempo sono molti ad invocare la necessità di un riordino delle competenze affidate ai vari organismi tecnici, al fine di una ottimale sinergia tra attori tanto prestigiosi, per il miglioramento ed il ripensamento del sistema, in un momento delicato e cruciale per il SSN, alle prese con problemi di sostenibilità, equità di accesso, garanzia dei Lea su tutto il territorio nazionale.

In questo quadro, il DL “concretezza”, convertito con l 19 giugno 2019 n 56, ha istituito presso il Dipartimento della funzione pubblica della Presidenza del Consiglio dei ministri, il Nucleo delle azioni concrete di miglioramento dell'efficienza amministrativa, denominato “Nucleo della Concretezza”. Con decreto del Ministro per la pubblica amministrazione, di concerto con il Ministro dell'interno, previa intesa in sede di Conferenza per la parte relativa alle azioni da effettuare nelle regioni, negli enti strumentali regionali, negli enti del Servizio sanitario regionale e negli enti locali, è approvato il Piano triennale delle azioni concrete per l'efficienza delle pubbliche amministrazioni, predisposto annualmente dal Dipartimento della funzione pubblica della Presidenza del Consiglio dei ministri. Il Piano contiene:
a) le azioni dirette a garantire la corretta applicazione delle disposizioni in materia di organizzazione, funzionamento, trasparenza e digitalizzazione delle pubbliche amministrazioni e la conformità dell'attività amministrativa ai princìpi di imparzialità e buon andamento;
b) le azioni dirette a implementare l'efficienza delle pubbliche amministrazioni, con indicazione dei tempi per la realizzazione delle azioni correttive;
c) l'indicazione delle modalità di svolgimento delle attività del Nucleo della Concretezza nei confronti delle regioni, degli enti strumentali regionali, degli enti del Servizio sanitario regionale e degli enti locali.

Il Nucleo della Concretezza assicura la concreta realizzazione delle misure indicate nel Piano. A tal fine, effettua sopralluoghi e visite finalizzati a rilevare lo stato di attuazione delle disposizioni da parte delle pubbliche amministrazioni, nonché le modalità di organizzazione e di gestione dell'attività amministrativa alla luce dei criteri di efficienza, efficacia ed economicità, proponendo eventuali misure correttive.

Da capire, in prospettiva, come il piano per la concretezza si coordini con il ciclo della performance, con il piano della trasparenza e dell’anticorruzione, con il piano triennale dell’ICT, al fine di evitare sovrapposizione e possibile interferenza di profilo funzionale (in termini di competenze) e strutturale (in termini di organismi/autorità cui rispettivamente sono ascritte tali competenze).

È appena il caso di ricordare che per gli enti del servizio sanitario nazionale la problematica dell’efficientamento del sistema si interseca con i piani di rientro regionali, nonché con quelli aziendali, di cui al comma 524 della l 208 del 2015, anche se non e’ mai pervenuta l’intesa da parte della conferenza delle regioni sul DM 21 giugno 2016 del Ministero della salute; necessario, poi, un coordinamento con la normativa in materia di accreditamento delle scuole di specializzazione medica, ma soprattutto con il complessivo sistema di accreditamento delle strutture sanitarie, presidiato da linee ferree di governo e sorveglianza (di competenza regionale).

Bisogna anche riflettere su eventuali problemi di costituzionalità in vista del preannunciato riassetto delle competenze legislative e amministrative delle regioni che hanno richiesto il regionalismo differenziato.

Come si porrà questo ulteriore organismo all’interno del sistema salute? Forse una riflessione sul riordino e sinergia delle competenze tra i vari attori del SSN ormai si impone, per non ingenerare confusione e dispersione di energie preziose in un momento tanto critico di ripensamento dell’intera governance.
 
Tiziana Frittelli
Presidente di Federsanità


07 luglio 2019
© Riproduzione riservata


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