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Qualcosa di Sinistra, vi prego, per il Ssn

di Fabrizio Gianfrate

Ma per il neo-Ministro sarà lotta dura. Anche perché le armi che avrà a disposizione sono  spuntate, le polveri bagnate sia da un quadro di finanza pubblica stringente sia da un regionalismo sempre più esigente, che da vent’anni ha via via depotenziato il ruolo decisionale nazionale affidando progressivamente tutte (o quasi) le leve di comando alle Regioni.

09 SET - Si promette secondo Speranza ma si mantiene secondo timori (La Rochefoucauld). Per la nostra sanità sotto finanziata e dalle crescenti diseguaglianze, la citata virtù teologale s’incarna “nomen omen” nel nuovo Ministro di LeU, mentre i suoi timori si chiamano finanze pubbliche e disparità regionali, almeno quelle grandi di opposta visione e politica.  
 
Penso sia bello che l’unica grande area della cosa pubblica rimasta con ideali fondanti tradizionalmente vicini a quelli storici progressisti, come equità, uguaglianza, universalismo, redistribuzione, vada alla componente più di sinistra del nuovo Governo.
 
Sanità pubblica, insomma, come unica area residuale rimasta con una identità collettiva in un contesto sociale generale invece sempre più confusamente individualista ed egoista, sempre più naturalmente destrorso in modo diffuso e “spontaneo”, fisiologico.
 
Per il neo-Ministro sarà quindi lotta dura. Anche perchè le armi che avrà a disposizione sono  spuntate, le polveri bagnate sia da un quadro di finanza pubblica stringente sia da un regionalismo sempre più esigente, che da vent’anni ha via via depotenziato il ruolo decisionale nazionale affidando progressivamente tutte (o quasi) le leve di comando alle Regioni.
 
Insomma i dolori del Giovane Werther di LeU verranno da un lato dal suo compagno di banco in CdM, Ministro dell’Economia, ambasciator a cui tocca portare pena, ovvero i vincoli economici endogeni ed esogeni che incravattano il Belpaese peggio di un bottegaio di Suburra. Rendendo inevitabilmente e certo non velleitariamente il SSN, primaria voce di spesa erariale, un suo protettorato di cui decide le risorse sulla scrivania di Quintino Sella.
 
Dall’altro, tanto per rimanere a Goethe, lo Sturm und Drang del buon Speranza sarà appunto con le grandi Regioni “nemiche”, per lo più in camicia verde, pure bramose di ulteriore autonomia e dal dente ancora più avvelenato dai recenti improvvisi eventi politici nazionali ad esse contrari proprio nel momento della grande illusione del vasto consenso.
 
Così che il Ministero della Salute, denervato negli anni dei suoi gangli vitali finanziari ed operativi, al principale inquilino del palazzo piacentiniano sul Lungotevere, di potere decisionale e operativo reale ormai ne resta ben poco. Giusto qualche aspetto più di facciata che di sostanza, magari di carattere etico, oltre a un ruolo ispettivo Gogoliano, ma senza sostanziale potere sanzionatorio.
 
Insomma un Ministero della Salute limitato nel portafoglio dal Tesoro e soprattutto svuotato di poteri reali dalle Regioni. Allora viste le continue rogne quotidiane sulla sanità, magari il Ministro potrebbe pensare alla vecchia battuta di Sacha Guitry: “se uno ti porta via la moglie non c'è miglior vendetta che lasciargliela”
 
 
Prof. Fabrizio Gianfrate
Economia Sanitaria

09 settembre 2019
© Riproduzione riservata


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