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Un europeo su 4 accusa limitazioni nell’attività quotidiana per problemi di salute. Italia in media


Nell'Ue, secondo l’analisi Eurostat, la percentuale di persone che ha segnalato lievi o gravi limitazioni varia dal 12% a Malta, 13% in Svezia e dal 17% in Bulgaria al 35% in Slovenia, al 39% in Estonia, con la percentuale più alta in Lettonia del 40 per cento. L'Italia rispetto alla media Ue è più bassa dell'1% circa. Gli uomini denunciano in genere meno limitazioni rispetto alle donne in tutti gli Stati membri dell'Ue.

02 DIC - le="margin:0cm;margin-bottom:.0001pt"> Nel 2018, il 24,7% della popolazione dell'Ue di età pari o superiore a 16 anni ha riferito di lievi o gravi limiti nelle sue attività quotidiane a causa di problemi di salute. Nel 18% dei casi si tratta di limiti di bassa entità ma nel 7% la limitazione viene definita molto grave.

 

L’Italia si colloca vicino alla media UE con il 24% di segnalazioni. I Paesi con minore incidenza del fenomeno sono Malta (12%), Svezia (13%) e Bulgaria (17%) mentre il picco si rileva in Lettonia (40%), seguita dall'Estonia (39%) e dalla Slovenia (35%).

 

 
Gli uomini sembrano essere meno colpiti dal fenomeno. Nel 2018, gli uomini hanno segnalato in generale meno limiti rispetto alle donne in tutti gli Stati membri dell'Ue. Le maggiori differenze di genere sono state registrate in Portogallo, Romania e Finlandia (più dell’8%) mentre le minori in Irlanda (1%) e Cipro (1,4%).
 
La prevalenza di limiti aumenta con l'età.Nel 2018, il 7,8% della fascia d'età tra i 16 ei 24 anni ha riferito limitazioni, percentuale che sale al 73,8% per le persone di età pari o superiore a 85 anni.
 
Le limitazioni diminuiscono se il reddito è più alto.Solo il 17,1% della popolazione nel quinto quintile di reddito (il 20% della popolazione con il reddito più elevato) segnala limitazioni a fronte della media generale del 24,4% e la percentuale sale invece al 32,0% nella popolazione con il reddito più basso.
 
Incide anche il livello di istruzione. Nell'Ue-28, il 35,7% della popolazione che ha completato al massimo l'istruzione secondaria inferiore ha riferito limiti nel 2018, rispetto al 22,6% che ha completato l'istruzione secondaria superiore o post-secondaria superiore e il 15,6% che ha completato l'istruzione terziaria.
 
I servizi di assistenza domiciliare. Per integrare ulteriormente il quadro delle limitazioni incontrate dagli anziani nello svolgimento di attività personali e domestiche, viene presentato anche l'indicatore sull'uso dei servizi di assistenza a domicilio per esigenze personali.
 
I dati registrano l'uso di servizi di assistenza domiciliare che coprono una vasta gamma di servizi sanitari e sociali (ad es. fornitura di servizi di assistenza domiciliare di assistenza medica o non medica, aiuto domiciliare nelle faccende domestiche ecc.) forniti alle persone con problemi di salute.
 
Nel 2014 più di una persona su dieci ha utilizzato i servizi di assistenza domiciliare per esigenze personali. Complessivamente, il 10,6% della popolazione dell'Ue-28 di età pari o superiore a 65 anni nel 2014 ha utilizzato servizi di assistenza domiciliare per esigenze personali. La quota variava da meno del 5% in Estonia e Romania a oltre il 20% nei Paesi Bassi, Francia e Malta, raggiungendo un picco del 25% in Belgio. Tra questi paesi, solo i Paesi Bassi hanno registrato tassi relativamente elevati per le persone di età pari o superiore a 65 anni con limitazioni moderate o gravi nella cura della persona e nelle attività domestiche. La media italiana è sovrapponibile a quella Ue. 

 

 

 

 

 

 

 

 

02 dicembre 2019
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