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Coronavirus. Record guariti in un giorno e più che dimezzato l’aumento dei nuovi positivi. Locatelli (Css): “Riapertura? Ne riparliamo dopo Pasqua”


I casi totali superano i 100mila, i decessi arrivano a 11.591. Ad oggi il numero di persone tuttora positive (esclusi deceduti e guariti) nelle singole Regioni risulta il seguente: 25.006 i malati in Lombardia, 10.766 in Emilia Romagna, 7.564 in Veneto, 7.655 in Piemonte, 3.251 nelle Marche, 1.739 in Campania, 2.383 in Liguria, 4.050 in Toscana, 2.497 nel Lazio, 1.109 in Friuli Venezia Giulia, 1.408 in Sicilia, 1.585 in Puglia, 1.169 in Abruzzo, 1.357 nella Pa di Trento, 107 in Molise, 834 in Umbria, 1.098 in provincia di Bolzano, 602 in Calabria, 622 in Sardegna, 518 in Valle d’Aosta e 208 in Basilicata. Gli operatori sanitari contagiati salgono a 8.956. IL REPORT

30 MAR - I casi di nuovo Coronavirus in Italia sono saliti a 101.739 (+4.050 rispetto a ieri pari al +4%), tra cui 14.620 persone guarite (+1.590 rispetto a ieri pari al +12%) e 11.591 deceduti (+812 rispetto a ieri pari al +8%). Le persone attualmente positive sono quindi 75.528 (+1.648 rispetto a ieri pari al +2%). Complessivamente sono stati effettuati 477.359 tamponi, dei quali oltre 320 mila in Lombardia, Emilia Romagna, Lazio, Toscana e Veneto.

Questi i dati principali dell'aggiornamento odierno forniti dal Capo della Protezione Civile Angelo Borrelli durante il punto stampa delle ore 18. Diminuisce l’incremento dei casi totali così come l’aumento dei nuovi positivi. Elevato anche il numero odierno dei guariti. Purtroppo oggi alto il numero dei decessi. Da notare come in Lombardia per la prima volta calano le persone attualmente positive.
 
Ad oggi il numero di persone tuttora positive (esclusi deceduti e guariti) nelle singole Regioni risulta il seguente: 25.006 i malati in Lombardia (-386 rispetto a ieri pari al -2%), 10.766 in Emilia Romagna (+231 pari al +2%), 7.564 in Veneto (-187 pari al -2%), 7.655 in Piemonte (+387 pari al +5%), 3.251 nelle Marche (+91 pari al +3%), 1.739 in Campania (+183 pari al +12%), 2.383 in Liguria (+104 pari al +5%), 4.050 in Toscana (+264 pari al +7%), 2.497 nel Lazio (+135 pari al +6%), 1.109 in Friuli Venezia Giulia (-32 pari al -3%), 1.408 in Sicilia (+78 pari al +6%), 1.585 in Puglia (+153 pari al +11%), 1.169 in Abruzzo (+2), 1.357 nella Pa di Trento (+64 pari al +5%), 107 in Molise (+7 pari al +7%), 834 in Umbria (-63 pari al -7%), 1.098 in provincia di Bolzano (+64 pari al +6%), 602 in Calabria (+25 pari al +4%), 622 in Sardegna (+40 pari al +7%), 518 in Valle d’Aosta (-21 pari al -4%) e 208 in Basilicata (+11 pari al +6%).
 
Le vittime sono 6.818 in Lombardia (458 in più di ieri pari al +7%), 1.538 in Emilia Romagna (+95 pari al +7%), 413 in Veneto (+21 pari al +5%), 417 nelle Marche (+31 pari al +8%), 749 in Piemonte (+65 pari al +10%), 397 in Liguria (+20 pari al +5%), 150 nel Lazio (+14 pari al +10%), 107 in Friuli Venezia Giulia (+9 pari al +9%), 102 in Abruzzo (+14 pari al +16%), 231 in Toscana (16 pari al +7%), 125 in Campania (+8 pari al +7%), 50 in Valle d’Aosta (+7 pari al +16%), 147 nella Pa di Trento (+18 pari al +14%), 74 nella Pa di Bolzano (+10 pari al +16%), 76 in Sicilia (+11 pari al +17%), 28 in Sardegna (+1 pari al +4%), 31 in Calabria (+6 pari al +24%), 9 in Molise (+0), 33 in Umbria (+2 pari al +6%), 5 in Basilicata (+1 pari al +25%) e 91 in Puglia (+5 pari al +6%).
 
Delle persone attualmente positive (75.528) sono ricoverate con sintomi 27.795 (+409 pari al +1% rispetto a ieri), 3.981 (+75 pari al +2%) sono in terapia intensiva, mentre 43.752 (+1.164 pari al +3%) si trovano in isolamento domiciliare.
 
“Ognuno di noi deve rispettare le indicazioni delle autorità, dobbiamo seguire l'indicazione di rimanere a casa e uscire solo per lo stretto indispensabile, perché solo rispettando queste misure riusciremo a sconfiggere il virus prima possibile”, Ha detto il capo della Protezione Civile Angelo Borrelli in conferenza stampa commentando il dato delle oltre 6mila denunce fatte ieri dalle forze di polizia agli italiani che hanno violato i divieti. “È un comportamento che non va tenuto - ha aggiunto - bisogna evitare il contagio di altri persone”.
 
“Anche in questa giornata i dati - con la sola eccezione dei deceduti, per i quali ripeto ancora per vedere un effetto serve un intervallo temporale maggiore - sono dati in linea con quelli degli ultimi giorni: calano i positivi, pur a fronte di tamponi non inferiori ad altri giorni, quello dei ricoverati in terapia intensiva non è più marcatamente alto come a inizio scorsa settimana”, così il presidente del Consiglio superiore di sanità (Css) Franco Locatelli in conferenza stampa alla Protezione civile.
 
“In Lombardia – ha evidenziato - , in particolare, a Lodi e Bergamo, le zone più colpite, il numero di eventi respiratori infettivi per cui sono stati chiamati mezzi di soccorso della Regione, è marcatamente ridotto: rispetto al 14-15 marzo siamo alla metà di interventi sul territorio”.
 
Locatelli ha poi annunciato l’arrivo dei test sierologici sugli anticorpi che serviranno “per determinare la diffusione del coronavirus e avere informazioni rilevantissime sull'immunità di gregge, usando le informazioni per elaborare strategie fondate su dati solide per far ripartire il paese, specie per le attività produttive. Prioritaria è la tutela della salute, ma bisogna contemperare gli aspetti di economia per evitare i problemi di una situazione economica difficile”.
 
Rispetto alle nuove sperimentazioni Locatelli ha precisato che “sono stati attivati già sei studi clinici e altri due hanno avuto il parere favorevole dell'Aifa, e tra poco verrano ulteriormente attivati”.
 
“Tra questi sottolineo due studi - ha aggiunto - il primo promosso dall'Oms per testare diversi approcci di terapia farmacologica per prevenire la replicazione virale. Uno studio a multibraccia, che arruolerà un numero di pazienti molto alto e ci consentirà di avere risposte solide e robuste sull'efficacia delle strategie. L'altro è uno studio controllato che andrà a investire i pazienti gestiti a domicilio. Questo dà un'idea precisa di quanto è efficiente il sistema italiano in termini di attivazioni di studi anche a livello domiciliare”.
 
Rispetto alla riapertura del paese Locatelli ha chiarito che “ne riparliamo dopo Pasqua. È una decisione che spetta alla politica e al Consiglio dei ministri - ha ribadito Locatelli - ma se mi chiede una personale opinione, è ancora tempo di mantenere misure stringenti. Ne riparliamo dopo Pasqua”
 



 

30 marzo 2020
© Riproduzione riservata


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