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Coronavirus. Frena incremento dei nuovi casi. Ma sempre alto il numero di morti. Il totale sale a 132.547 di cui 22.837 guariti e 16.523 decessi. Cts: “Mascherine? Utili ma non ci rendono invincibili”


Rispetto a ieri si registrano 3.599 casi in più. Ad oggi il numero di persone tuttora positive (esclusi deceduti e guariti) nelle singole Regioni risulta il seguente: 28.469 i malati in Lombardia, 13.051 in Emilia Romagna, 9.722 in Veneto, 10.545 in Piemonte, 3.706 nelle Marche, 2.698 in Campania, 3.117 in Liguria, 5.301 in Toscana, 3.300 nel Lazio, 1.396 in Friuli Venezia Giulia, 1.815 in Sicilia, 2.115 in Puglia, 1.425 in Abruzzo, 1.838 nella Pa di Trento, 187 in Molise, 872 in Umbria, 1.260 in provincia di Bolzano, 722 in Calabria, 819 in Sardegna, 567 in Valle d’Aosta e 262 in Basilicata. Gli operatori sanitari contagiati sono 12.681. IL REPORT

06 APR - I casi di nuovo Coronavirus in Italia sono saliti a 132.547 (+3.599 rispetto a ieri pari al +3%), tra cui 22.837 persone guarite (+1.022 rispetto a ieri pari al +5%) e 16.523 deceduti (+636 rispetto a ieri pari al +4%). Le persone attualmente positive sono quindi 93.187 (+1.941 rispetto a ieri pari al +2%). Complessivamente sono stati effettuati 721.732 tamponi, dei quali oltre 460 mila in Lombardia, Emilia Romagna, Lazio, Toscana e Veneto.

Questi i dati principali dell’aggiornamento odierno forniti dal Capo della Protezione Civile Angelo Borrelli durante il punto stampa delle ore 18. Rispetto a ieri si registra una brusca frenata dell'incremento dei nuovi casi e dei nuovi positivi. Sempre alto il numero di decessi mentre prosegue la discesa dei pazienti nelle terapie intensive.
 
Ad oggi il numero di persone tuttora positive (esclusi deceduti e guariti) nelle singole Regioni risulta il seguente: 28.469 i malati in Lombardia (+345 rispetto a ieri pari al +1%), 13.051 in Emilia Romagna (+214 pari al +2%), 9.722 in Veneto (+313 pari al +3%), 10.545 in Piemonte (+368 pari al +4%), 3.706 nelle Marche (+128 pari al +4%), 2.698 in Campania (+77 pari al +3%), 3.117 in Liguria (+24 pari al +1%), 5.301 in Toscana (+116 pari al +2%), 3.300 nel Lazio (+114 pari al +4%), 1.396 in Friuli Venezia Giulia (+33 pari al +2%), 1.815 in Sicilia (+41 pari al +2%), 2.115 in Puglia (+93 pari al +5%), 1.425 in Abruzzo (+5 pari al +0,4%), 1.838 nella Pa di Trento (+43 pari al +2%), 187 in Molise (+0), 872 in Umbria (-26 pari al -3%), 1.260 in provincia di Bolzano (+34 pari al +3%), 722 in Calabria (+16 pari al +2%), 819 in Sardegna (+4 pari al +0,5%), 567 in Valle d’Aosta (-9 pari al -2%) e 262 in Basilicata (+8 pari al +3%).
 
Le vittime sono 9.202 in Lombardia (297 in più di ieri pari al +3%), 2.108 in Emilia Romagna (+57 pari al +3%), 662 in Veneto (+31 pari al +5%), 612 nelle Marche (+13 pari al +2%), 1.251 in Piemonte (+83 pari al +7%), 595 in Liguria (+39 pari al +7%), 229 nel Lazio (+10 pari al +5%), 158 in Friuli Venezia Giulia (+4 pari al +3%), 169 in Abruzzo (+11 pari al +7%), 350 in Toscana (+25 pari al +8%), 204 in Campania (+15 pari al +8%), 96 in Valle d’Aosta (+5 pari al +5%), 230 nella Pa di Trento (+13 pari al +6%), 164 nella Pa di Bolzano (+6 pari al +4%), 123 in Sicilia (+7 pari al +6%), 47 in Sardegna (+4 pari al +9%), 58 in Calabria (+2 pari al +4%), 13 in Molise (+0), 44 in Umbria (+1 pari al +2%), 13 in Basilicata (+0) e 195 in Puglia (+13 pari al +7%).
 
Delle persone attualmente positive (93.187) sono ricoverate con sintomi 28.976 (+27 pari a +0,1% rispetto a ieri), 3.898 (-79 pari a -2%) sono in terapia intensiva, mentre 60.313 (+1.993 pari al +3%) si trovano in isolamento domiciliare.
“Sono 1.941 in più i positivi al coronavirus, in calo rispetto ai 2.972 di ieri. I guariti sono oggi 1.022, in aumento sugli 819 di ieri. Crescono, rispetto a ieri, i deceduti che oggi sono 636 (da 525)”. È quanto ha comunicato il capo della Protezione civile, Angelo Borrelli, nella conferenza stampa quotidiana sull'epidemia, durante la quale ha sottolineato che per il terzo giorno consecutivo calano i pazienti ricoverati in terapia intensiva.
 
Borrelli ha parlato anche della Fase 2: “Abbiamo come data il 13 aprile, il Cts sta facendo le sue valutazioni. Poi spetterà al Cdm decidere la data e le modalità con cui si esplicherà la fase 2. Credo che il comitato tecnico scientifico darà per tempo le indicazioni al presidente del consiglio dei ministri, non credo che si arriverà all'ultimo momento”.
 
Rispetto invece agli errori che si sono commessi Borrelli ha detto che “il virus ci ha colpito all'improvviso, dal punto di vista medico non siamo riusciti a verificare e adottare misure poi perfezionate. E' stato un lavoro immane da parte dei medici lombardi, sono convinto che meglio di così non si potesse fare”.
 
“I dati di trend - ha precisato Luca Richeldi, primario di pneumologia al Gemelli e membro del comitato tecnico scientifico - sono estremamente importanti per capire l'andamento dell'epidemia, è chiaro che più ci avviciniamo al 13 aprile, più questa informazione diventa granulare, informativa. Sarà un compromesso tra l'avere il massimo dell'informazione dai dati e il consentire un congruo periodo di tempo per istituzioni e cittadini”.
 
“I dati – ha precisato - di oggi ci confermano il trend che è in calo da qualche giorno, conforta vedere un efficace contenimento della diffusione dell'infezione. Da lunedì 30 marzo a oggi abbiamo oltre il 90% in meno della crescita dei ricoverati, da 409 a 27. In terapie intensive avevamo +75, oggi -79. Un trend un po' meno forte sui decessi, concentrati ancora per il 50% in Lombardia, ma su base settimanale vediamo una diminuzione superiore al 20%”.
 
In riferimento invece agli esiti delle sperimentazioni avviate Richeldi ha detto che “il sito dell'Aifa riporta due informazioni importanti: una sull'uso dei farmaci disponibili e poi le sperimentazioni in corso. Tutte le settimane ci sono sperimentazioni nuove in corso. Le prime sperimentazioni partite stanno arrivando ad un punto per cui l'Aifa, nel giro di qualche settimana, sarà in grado di dare risultati”.
 
Sul tema mascherine Richeldi ha detto che “ci sono raccomandazioni molteplici, ma nessuna sull'uso universale. Che per questo virus servano è certo, in particolare alle persone più esposte, ai convalescenti e alle persone più vulnerabili. Non credo che la mancata raccomandazione all'uso universale sia relativa al rischio di un'indisponibilità di queste mascherine. La cosa da ricordare è che utilizzarle non ci rende invincibili: il distanziamento sociale e l'igiene delle mani sono misure di sicura efficacia. Non è una corazza che ci protegge da tutto. Per chi non è professionalmente esposto può rappresentare un valido baluardo di difesa. Probabilmente in una fase successiva - ha aggiunto - serviranno laddove non sia possibile il distanziamento sociale”.
 
 






06 aprile 2020
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