Coronavirus e Rsa. Diritti, tutele e consigli. Il Vademecum di Cittadinanzattiva
Prima di recarsi presso la struttura sanitaria, contattarla in modo da avere contezza delle reali possibilità di ingresso e verificare se la struttura ha redatto un protocollo di sicurezza Covid. E se non fosse possibile recarsi presso l’Rsa, chiedere agli operatori se è possibile parlare con i propri cari attraverso modalità via web. Questi alcuni dei suggerimenti ai cittadini che hanno familiari ricoverati
16 NOV - È proibito l’ingresso all’interno delle Rsa ai parenti e ai visitatori, salvo nei casi strettamente indicati dalla direzione sanitaria. Nei casi previsti, l’ingresso deve avvenire rispettando tutti i protocolli di sicurezza della struttura. Si raccomanda fortemente, prima di recarsi presso la struttura sanitaria, di contattare la struttura in modo da avere contezza delle reali possibilità di ingresso, oltre che informarsi sulla zona di appartenenza della regione nella quale è sita la struttura. E ancora, è consigliato verificare se la struttura ha redatto un protocollo di sicurezza Covid per avere garanzie sulla sicurezza degli ospiti in caso di contagi e, nel caso in cui non fosse presente (o non venisse fornito), si consiglia di sporgere reclamo al responsabile della struttura sanitaria. Infine, nel caso in cui non fosse possibile recarsi presso l’Rsa, si consiglia di chiedere agli operatori se è possibile parlare con i propri cari attraverso modalità via web (ad esempio, Skype) o se è possibile avere notizie sul loro stato di salute con regolarità, chiamando in determinati giorni concordati.
Sono questi alcuni consigli ed informazioni per i cittadini, contenuti nel
Vademecum “Coronavirus e Rsa: diritti, tutele e consigli”, realizzato da Cittadinanzattiva con il contributo non condizionato di Medtronic Foundation. Obiettivo: orientare i cittadini che hanno familiari ricoverati nelle Residenze Sanitarie Assistenziali in questo difficile periodo di emergenza sanitaria.
“Sin dalle prime fasi della pandemia è apparso chiaro come il tema delle Rsa fosse un’emergenza nell’emergenza – ha detto
Isabella Mori, responsabile del servizio di tutela ed informazione di Cittadinanzattiva – per questo abbiamo messo in campo una serie di iniziative di carattere politico-istituzionale e di tutela, fra cui l’istituzione di un gruppo di lavoro, composto da medici, avvocati ed esperti, per studiare tutte le azioni necessarie in questo ambito; nel prossimo Rapporto PIT salute (che sarà presentato il 1 dicembre) ci sarà un focus di approfondimento con analisi dettagliate delle segnalazioni in tema di Rsa giunte al nostro servizio. Le criticità coinvolgono aspetti organizzativi e aspetti relazionali e correlati ad una migliore umanizzazione nei processi di accoglienza del paziente e della sua famiglia, della presa in carico dei suoi bisogni non solo assistenziali ma anche affettivi. Aspetti di cui dobbiamo tener maggior conto ora con la pandemia e la presenza di focolai all’interno delle Rsa. Questo vademecum è un ulteriore tassello per venire incontro alle richieste di informazione e tutela dei cittadini che possono scriverci a coronavirus@cittadinanzattiva.it”.
Le disposizioni emanate dal Governo attraverso il Dpcm del 13 Ottobre scorso, di concerto con l’Iss e il Comitato Tecnico Scientifico, hanno visto ripristinare misure di elevata attenzione per quanto concerne l’ingresso dei visitatori e degli accompagnatori nelle strutture. Il testo, ricorda Cittadinazattiva recita quanto segue: “L’accesso di parenti e visitatori a strutture di ospitalità e lungo degenza, residenze sanitarie assistite (RSA), hospice, strutture riabilitative e strutture residenziali per anziani, autosufficienti e non, è limitata ai soli casi indicati dalla direzione sanitaria della struttura, che è tenuta ad adottare le misure necessarie a prevenire possibili trasmissioni di infezione”.
La normativa nazionale è molto sintetica e lasci quindi tanta decisionalità in capo alle singole strutture sanitarie, sottolinea Cittadinanzattivaha, che fornisce quindi i suoi consigli utili.
- Contattare la struttura prima di mettersi in viaggio. Anche se può sembrare ovvio, data l’attuale situazione presente sul territorio nazionale, la prima regola è sicuramente quella di contattare telefonicamente la struttura di residenza del proprio caro prima di recarsi sul posto, in modo da poter capire se e come ci si può recare presso la struttura. Naturalmente una chiamata alla struttura sanitaria diventa un obbligo nel caso in cui ci si trovi in una regione di tipo “arancione” o, soprattutto, “rossa”.
- Se non è possibile recarsi presso la struttura, concordare con la stessa come “comunicare” con il proprio familiare. Le ampie limitazioni agli spostamenti presenti in alcune zone, a seconda della gravità della situazione regionale, dovrebbero porre in capo alla struttura e al personale che vi lavora una serie di raccomandazioni a fornire ai familiari dell’assistito, in maniera quanto più possibile tempestiva e dettagliata, le informazioni importanti riguardanti lo stato di salute del proprio caro. Alcune RSA si stanno adeguando in tal senso e stanno ponendo in essere varie iniziative, tra le quali ad esempio quella di consentire ai residenti di comunicare tramite webcam con i propri cari. Ovviamente non possiamo assicurarci che ogni singola struttura adotterà una soluzione di questo tipo, ma vedere comunque che qualcosa si sta muovendo è un grande traguardo.
- Concordare tempi e modalità per avere aggiornamenti regolari sullo stato di salute del proprio caro. Un altro consiglio utile in questa situazione è quello di cercare di trovare un accordo con la struttura per fare in modo che, ad intervalli regolari, si possano ricevere notizie sullo stato di salute del proprio caro. Se, come pensiamo, l’isolamento delle strutture sarà di una durata elevata, soprattutto con l’avvicinarsi del periodo invernale, una richiesta come questa dovrebbe essere il minimo sindacale per garantire una costante sicurezza a coloro che vogliono mettersi in contatto con i propri cari.
- Informarsi se la struttura ha un piano di emergenza e un protocollo di sicurezza in caso di focolaio Covid. Data l’elevata pericolosità per la salute degli ospiti, nel caso in cui dovesse esserci un focolaio COVID all’interno della struttura, la nostra raccomandazione è quella di chiedere all’RSA se è stato previsto un piano di emergenza e/o un protocollo di sicurezza per garantire il contenimento del virus e la salute dei propri cari. Nel caso in cui venisse negata l’esistenza di esso, o nel caso in cui non venisse data alcuna informazione in proposito, consigliamo di scrivere un reclamo al responsabile della struttura, in modo da portare alla sua attenzione tale situazione e avere le dovute risposte e rassicurazioni.
- Tenersi aggiornati sulla situazione epidemiologica del territorio in cui è collocata la struttura. Cittadinanzattiva consiglia inoltre, soprattutto in base alle ultime notizie pervenute nei giorni scorsi, di rimanere costantemente informati sull’andamento dei contagi, sulla situazione della regione nella quale è presente la struttura sanitaria e avere sempre a disposizione l’elenco dei numeri regionali aperti a seguito dell’emergenza COVID.
Tra presente e futuro: conclusioni e raccomandazioni finali. La situazione riguardante il COVID e la sua diffusione è in continua evoluzione e non possiamo escludere che alcune delle cose scritte in questo momento tra qualche tempo possano cambiare. Veniamo dopotutto da un mese, come quello di ottobre, che ha visto una sequela di DPCM quasi settimanale che hanno apportato profondi cambiamenti alla nostra quotidianità, sia per quanto riguarda l’attività lavorativa che per quanto concerne il nostro tempo libero; pensare quindi che, nei prossimi mesi, non possano esserci ulteriori cambiamenti è quantomeno utopico.
16 novembre 2020
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