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Ceis. Crolla la spesa sanitaria: - 26% rispetto a Francia e Germania. Altri tagli non sostenibili


Spesa sanitaria ormai molto inferiore rispetto ai principali partner dell'Euro. La spending review in sanità non porterà a nulla. E con i ticket in arrivo rischiano l’impoverimento 42.000 famiglie. I dati controcorrente dell’VIII Rapporto Sanità CEIS di Tor Vergata presentato oggi a Roma da Spandonaro.

13 GIU - È stato presentato oggi a Roma presso la Camera dei Deputati alla presenza di parlamentari ed esponenti della sanità italiana l’VIII Rapporto Sanità CEIS dell’Università di Roma Tor Vergata dal titolo “Opzioni di Welfare e integrazione delle politiche” ccordinato da Federico Spandonaro.
  
Innanzitutto l’ottava edizione del volume segnala come la spesa sanitaria italiana sia in calo progressivo nel 2011 e inferiore del 26% rispetto a Francia e Germania. Il finanziamento del SSN è cresciuto in termini nominali nell’ultimo quinquennio, ma con tassi via via inferiori. Ma depurando il dato dalla variazione dei prezzi, si registra addirittura un decremento in termini reali nel 2008 (-0,9%) e nel 2010 (-0,6%). Se, invece, si guardano i valori di spesa, il gap rispetto all’Europa è evidente e anche crescente: -26,1% (-16,9% nel 1990) rispetto agli altri Paesi di EU6 (Belgio, Germania, Francia, Lussemburgo e Paesi Bassi).
 
Altro tema toccato dal Rapporto riguarda la compartecipazione alla spesa sanitaria, in cui si evidenzia come con i nuovi ticket 42.000 famiglie italiane si impoveriranno per pagare le spese mediche. Nel VIII Rapporto Sanità-CEIS si è simulato l’effetto sui bilanci delle famiglie di un inasprimento dei ticket, posto prudenzialmente pari a 2mld (suddiviso per il 45% a carico dei farmaci, per il 45% della specialistica e il restante 10% a carico del pronto soccorso): tale simulazione stima in oltre 42.000 le nuove famiglie che rischiano di impoverirsi per le spese sanitarie.
 
Il Volume del Ceis ha poi affrontato il tema della non autosufficienza, evidenziando come  i soldi ci sarebbero, ma si perdono in mille rivoli e gli anziani non sono assistiti. La spesa  per la non autosufficienza sfiora quota 15mld, ovvero quasi l’1% del PIL. In definitiva un valore non distante da quello medio degli altri Paesi europei che hanno una apposita assicurazione sociale per la non autosufficienza. I dati, per quanto approssimati, indicano che non fronteggiamo tanto una carenza di fondi, quanto una carenza organizzativa, ad iniziare dalla assenza di una compiuta definizione dei Liveas (Livelli Essenziali Assistenza Sociale), come anche della vera e totale riunificazione dell’assistenza sociale e sanitaria, necessaria per garantire all’individuo una presa in carico integrata, e una risposta olistica ai suoi bisogni.
 
Chiaro il messaggio del Ceis, infine sulla spending review: la sanità ha già dato, altri tagli non sarebbero sostenibili. I ricercatori del CEIS chiariscono che non c’è nulla di sbagliato nella spending review come strumento di lavoro. Ma, per quanto riguarda la sanità, i margini di azione sono davvero limitati. A meno che non si decida di tagliare i servizi o spostare una consistente quota di spesa sui bilanci delle famiglie italiane, ad esempio aumentando ulteriormente i ticket o decidendo, ad esempio, che l’assistenza farmaceutica o la specialistica escono dal Ssn.

13 giugno 2012
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