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La campagna di vaccinazione. Aumentano le dosi a disposizione ma non le somministrazioni. Quanto manca per obiettivo 500mila al giorno?

di Giovanni Rodriquez

Dopo il picco del 31 marzo, si è assistito a un costante calo culminato nel giorno di Pasqua, con appena 95 mila vaccinazioni. Da lì si è poi avuta una graduale ripresa che ha portato a registrare venerdì 310.925 e ieri 287.320 vaccinazioni. Nonostante il maggior numero di dosi a disposizione sembra quindi si riesca solo ora iniziare a raggiungere le 300 mila somministrazioni al giorno inizialmente previste già per la fine di marzo. Eppure Francia e Germania hanno già raggiunto, rispettivamente, 500 mila e 700 mila vaccinazioni al giorno

11 APR - L’obiettivo per fine aprile resta quello delle 500 mila vaccinazioni al giorno, come ribadito nei giorni scorsi in conferenza stampa dal presidente del Consiglio Mario Draghi. Ma raggiungerlo nelle prossime settimane potrebbe non essere troppo semplice. La campagna vaccinale, infatti, continua a procedere ad un ritmo ancora troppo lento. C’è da dire che marzo non è stato un mese semplice, a cominciare dal sequestro di circa 640 mila dosi di AstraZeneca da parte delle Procure di Biella e Siracusa, per arrivare al divieto temporaneo di utilizzo disposto dall’Aifa a seguito delle segnalazioni di alcuni eventi avversi.
 
Nonostante tutto questo, il 31 marzo si era riusciti a registrare 296 mila vaccinazioni. Un segnale incoraggiante che andava a sommarsi all’arrivo di un quantitativo più ingente di dosi. Stando a quanto annunciato nei giorni scorsi dal commissario all’emergenza Francesco Paolo Figliuolo, ad aprile è stato già confermato l’arrivo di 8 milioni di dosi, compreso il primo arrivo di 400 mila dosi del vaccino monodose di Johnson & Johnson. A queste si devono poi sommare parte dei 2 milioni di dosi circa di AstraZeneca e Moderna consegnate i primi giorni di aprile come ultima fornitura per il primo trimestre; e i circa 3,2 milioni di dosi ferme attualmente in frigorifero. Abbiamo così una dotazione complessiva di almeno 12 milioni di vaccini con i quali si potrebbe garantire un ritmo di vaccinazione medio di 400 mila somministrazioni al giorno.
 
Eppure, dopo il picco del 31 marzo, si è assistito ad un costante calo culminato nel giorno di Pasqua, con appena 95 mila vaccinazioni. Da lì si è poi avuta una graduale ripresa che ha portato a registrare da mercoledì e le 300 mila vaccinazioni, fino alle 310.925 di venerdì e le 287.320 di sabato. Nonostante il maggior numero di dosi a disposizione sembra quindi si riesca solo ora iniziare a raggiungere quelle 300 mila somministrazioni al giorno previste inizialmente per la fine di marzo. Eppure siamo ad appena una settimana da quella in cui, secondo il piano vaccini, dovremo iniziare a far registrare mezzo milione di vaccinazioni al giorno. Per raggiungerlo servirebbe da quindi un’immediata accelerazione della campagna. E farlo sembra tutt’altro che impossibile. Basta guardare alla Germania.
 
In Germania, proprio in questi giorni, si è visto come con l’aumento delle dosi disponibili, e con una dotazione vaccinale in linea rispetto a quella italiana in rapporto alla popolazione, si sia passati da 250 mila a poco meno di 720 mila vaccinazioni al giorno. Si è arrivati quindi quasi a triplicare nella prima settimana di aprile il numero delle vaccinazioni. Stesso dicasi della Francia dove si sono già raggiunte le 500 mila vaccinazioni al giorno. Se il problema non è quindi quello delle forniture, quali sono i ‘colli di bottiglia’ che al momento sembrano impedire all’Italia le stesse performance registrate in Germania e Francia?
 
Possiamo escludere che il motivo risieda nell’individuazione dei punti vaccinali. Al momento sono infatti 2066, ben 633 in più rispetto al 25 febbraio. Un primo elemento critico potrebbe invece essere quello relativo al personale. E’ vero che con il Decreto Sostegni si è previsto il coinvolgimento di una larghissima platea di operatori della sanità, almeno sulla carta, parliamo infatti di quasi 165 mila medici, 19 mila farmacie e 270 mila infermieri del Ssn. Ma per la maggior parte di questi la partecipazione avverrà su base volontaria. Alcuni canali sono già stati avviati, come quello dei medici di medicina generale. Mentre per altri il pieno coinvolgimento è previsto solo nelle prossime settimane.
 
A cominciare dalla farmacie. Come spiegato oggi da Federfarma, sono 11.000 quelle che hanno dato la disponibilità a somministrare il vaccino anti Covid. A regime, si stima che ognuna delle circa 11.000 farmacie che hanno aderito alla campagna vaccinale sarà in grado di somministrare, mediamente, tra i 15 e i 20 vaccini al giorno, ovvero tra le 165 e le 220mila vaccinazioni.
 
Un altro elemento può riguardare l’efficacia dei sistemi di prenotazione. Nelle scorse settimane alcuni disguidi in tal senso hanno pesantemente rallentato la campagna vaccinale in Lombardia. C’è poi l’incognita su una possibile bassa aderenza alla campagna, in particolare modo a seguito delle vicende che hanno visto nelle ultime settimane per protagonista il vaccino di AstraZeneca. I tassi di rinuncia per i ‘timori’ ingenerati verso questo vaccino potranno essere meglio valutati nel mese in corso. Stesso destino rischia di averlo anche il vaccino di Johnson & Johnson atteso in Italia verso il 19 aprile. Proprio oggi, però, l’Ema ha comunicato una revisione per valutare le segnalazioni di eventi tromboembolici. Dopo la vaccinazione sono stati segnalati 4 casi gravi di coaguli di sangue insoliti con piastrine basse. Parliamo ad ogni modo di 4 casi su circa 4,5 milioni di somministrazioni. Nella speranza che questo vaccino non debba affrontare lo stesso ‘calvario’ di quello di AstraZeneca. 
 
Giovanni Rodriquez

11 aprile 2021
© Riproduzione riservata


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