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Con la digitalizzazione nuove opportunità per garantire sicurezza e salute dei lavoratori

di Domenico Della Porta

Le aree lavorative che beneficeranno della digitalizzazione sono, in particolare, quelle legate alla gestione dei lavoratori fragili. Utilizzando specifici programmi informatici saranno censiti e valutati i vantaggi dell'età che sono: saggezza, pensiero strategico, percezione olistica e capacità di giudizio, accumulo di esperienze lavorative e competenze. Si avvia a soluzione anche il rischio psicosociale collegato alla mancata attuazione e gestione dei tempi di vita e lavoro

07 GIU - Con l’incremento della digitalizzazione nel mondo del lavoro, nel periodo pandemico e dopo pandemico, ad ottenerne indubbi benefici e numerose opportunità, saranno gli interventi nell’area della tutela della salute e sicurezza del lavoro, in quanto lo sviluppo sostenibile delle aziende dipende anche dalla capacità di garantire sicurezza, salute e benessere dei propri lavoratori. Non a caso tra gli obiettivi dell’Agenda 2030 c’è “il lavoro dignitoso e crescita economica” e “la salute e il benessere”.

Il tema è stato sviluppato dallo scrivente, intervenuto in rappresentanza del CNEL, Consiglio Nazionale Economia e Lavoro, nel corso del Webinar su “Feagilità e identità digitale tra criticità e opportunità durante e dopo la pandemia”, organizzato dalla Federazione Nazionale delle Professioni Sanitarie TSRM PSTRP nell’ambito del Forum Risk Management, coordinato da Laila Perciballi, referente relazioni e promozione dei valori della FNO, alla presenza della Presidente Teresa Calandra.

Le aree lavorative che beneficeranno della digitalizzazione sono, in particolare, quelle legate alla gestione dei lavoratori fragili, per i quali è stato ribadito nella legge 126/2020 che il concetto di fragilità deve essere individuato in quelle condizioni dello stato di salute del lavoratore/lavoratrice rispetto alle patologie preesistenti, di quelli disabili assunti facendo ricorso alla normativa del collocamento mirato, nonchè i lavoratori avanti negli anni.

Con l'età crescono le esperienze lavorative e competenze e diminuiscono le capacità funzionali, principalmente fisiche e sensoriali, per effetto del naturale processo di invecchiamento. I possibili cambiamenti delle capacità funzionali devono essere presi in giusta considerazione, in un'ottica di prevenzione nella valutazione dei rischi, valorizzazione del patrimonio umano e culturale che il lavoratore possiede. 

Utilizzando specifici programmi informatici saranno censiti e valutati i vantaggi dell'età che sono: saggezza, pensiero strategico, percezione olistica e capacità di giudizio, accumulo di esperienze lavorative e competenze, insieme alle limitazioni fisiche, quali perdita di forza fisica: dai 20 ai 60 anni si stima che le persone perdano circa il 15-20% della propria forza fisica, e negli ageing workers tale perdita è dello 0,9% l'anno, la maggiore percezione del caldo e del freddo, i maggiori problemi visivi e di udito, che si ripercuotono negativamente nello svolgimento dell'attività lavorativa, maggiori problemi d'insonnia: la quantità e la qualità delle ore di sonno incidono sulla lucidità, e quindi sul connesso rischio di infortuni.

Attraverso il monitoraggio dei risultati periodici della Sorveglianza sanitaria, prevista dal D.Lgs. 81/2008, incrociati con il Documento della Valutazione del Rischio (DVR), nel rispetto della privacy, si riusciranno ad identificare con programmi informatici dedicati, turni di lavoro, mansioni, postazioni lavorative che potrebbero ulteriormente compromettere le malattie non correlate al lavoro presenti in questi prestatori d’opera, scongiurando per questi ultimi il rischio infortuni o di tecnopatie. Si eviterà anche di “collocare” i lavoratori inclusi nelle predette categorie in attività potenzialmente gravose o usuranti.

In un recente documento dell’Agenzia Europea sulla Salute e Sicurezza sul Lavoro, che dedicherà il 2023 ad una campagna di comunicazione “Ambiente di lavoro sano e sicuro con la digitalizzazione”, viene evidenziato, tra l’altro, che “lo sviluppo di tecnologie digitali, quali l’intelligenza artificiale (IA), la robotica avanzata, la connettività pervasiva, l’Internet delle cose, i big data, i dispositivi di protezione individuali (DPI) intelligenti, indossabili e mobili in grado di identificare il superamento di determinati inquinanti, e le piattaforme online, sta cambiando la natura, l’ubicazione, i soggetti, i tempi e le modalità di organizzazione e gestione delle attività lavorative. Attualmente le tecnologie digitali offrono servizi essenziali a tutti i settori della nostra economia e della società.
 
I robot stanno diventando mobili, intelligenti e collaborativi. Le macchine intelligenti stanno acquisendo una vasta gamma di compiti non solo manuali, ma anche cognitivi che in precedenza erano svolti da persone. I lavoratori sono sempre più controllati da tecnologie e algoritmi di monitoraggio, al punto che, in futuro, potrebbero essere gestiti da macchine intelligenti. Stanno inoltre emergendo nuove sfide in materia di sicurezza ed ergonomia, comprendenti rischi per la sicurezza funzionale associati alla cibersicurezza”.
 
Ancora. In un’azienda “digitalizzata” si avvia a soluzione il rischio psicosociale collegato alla mancata attuazione e gestione dei tempi di vita e lavoro. Affrontare questo tema significa parlare principalmente di donne, là dove nella maggior parte dei casi spetta a loro doversi organizzare tra orari entrata/uscita figli a scuola, orari apertura/chiusura uffici pubblici e negozi. Spesso le donne si devono anche occupare della gestione familiare di anziani non autosufficienti di contrappasso con orari lavorativi spesso ingessati in schemi rigidi e poco conciliabili con tutto questo.
 
Sono infatti ancora poche le aziende italiane che prevedono all’interno della propria organizzazione un’ottica di genere in tal senso, prevedendo ad esempio orari flessibili in entrata/uscita, possibilità di part time per determinati periodi della vita lavorativa per esigenze temporanee, oppure il telelavoro che in Italia ha trovato poche applicazioni  a differenza di altri Paesi, secondo cui il datore di lavoro non potrà opporsi alla richiesta di lavorare da casa presentata da un dipendente, salvo legittimi impedimenti dovuti alla particolarità del tipo di lavoro.

La disponibilità immediata di una banca dati con profili lavorativi dettagliati e mansioni da cui dipendono non solo retribuzione, orario di lavoro, trattamento economico durante la malattia e la maternità ma anche il rischio lavorativo da assicurare o l’indennità varie da erogare, periodo di ferie o di preavviso, definizione dell’organigramma, ecc., consente di organizzare una eventuale rotazione o utilizzazione del dipendente, anche temporaneamente, in una funzione e non in un’altra. 

Questo percorso è importante perchè i carichi di vita e di lavoro spesso creano stress e diminuzione talvolta della produttività lavorativa quando invece proprio le donne sanno essere nella maggior parte dei casi molto più efficaci ed efficienti dei colleghi uomini  – come dimostrato in molti studi di settore fatti al riguardo – se messe nelle giuste condizioni di vita e lavoro.

I soli punti critici individuati dall’Agenzia Europea per la Salute e Sicurezza sul Lavoro su cui è tuttora in corso una riflessione, in una economia globalmente interconnessa 24 ore su 24 e 7 giorni su 7 riguardano un’organizzazione del lavoro sempre più flessibile.

Proprio la flessibilità ha dato origine a nuove forme di lavoro, come ad esempio, quello su piattaforma online dove meritano particolare attenzione i fattori di rischio psicosociali e organizzativi poiché possono provocare livelli più elevati di stanchezza e di salute mentale.
 
Domenico Della Porta
Referente CNEL per lo Sviluppo Sostenibile e tutela della Salute e Sicurezza del Lavoro 

07 giugno 2021
© Riproduzione riservata


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