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Toscana. Medici in rivolta per recupero risorse del Decreto Calabria

La Direzione Sanità ha deciso di non mettere a bilancio per l’anno 2021 le risorse economiche previste per la dirigenza dell’area sanità dall’art.11 del Decreto Calabria. “I professionisti non meritano di essere ripagati con condizioni di lavoro sempre più usuranti e disagiate e con un ulteriore taglio delle retribuzioni, peraltro tra le più basse d’Italia”, commentano medici e i dirigenti sanitari della Toscana, motivando le proprie ragioni e chiedendo un’audizione in commissione Salute e un incontro con Giani e Bezzini. LETTERA ALLA REGIONE e RELAZIONE TECNICA PER AUDIZIONE

26 LUG - I medici e i dirigenti sanitari della Toscana minacciano di riaprire una vertenza regionale dopo la decisione della Direzione Generale Sanità, welfare e coesione sociale regionale di dare indicazioni alle Aziende Sanitarie di non mettere a bilancio per l’anno 2021 le risorse economiche previste dal cosiddetto Decreto Calabria. In una nota inviata al presidente della Regione Eugenio Giani e all’assessore alla Salute Simone Bezzini, l’intersindacale composta da Anaao Assomed - Aaroi Emac – Cimo - Cisl Medici - Fesmed - Fvm - Uil Fpl Medici - Cgil Medici  Anpo Ascoti Filas Medici - Fassid (Aipac, Aupi, Sinafo, Snr, Simet) ha infatti comunicato la disdetta della sospensione dello stato di agitazione sottoscritto a fine 2021 e ha chiesto un incontro urgente.

Una richiesta di audizione urgente è stata inviata anche al Presidente della Terza Commissione per illustrare le principali criticità “che creano grave pregiudizio alla tenuta del SSR”, anticipate in una articolata relazione tecnica. 

L’intersindacale ritiene “prioritario con la sua azione fermare il peggioramento della qualità del servizio e delle condizioni di lavoro sempre più usuranti e disagiate”. 

“I professionisti che hanno contribuito malgrado tutto e tutti a far primeggiare a livello nazionale la performance del sistema sanitario della Toscana, non meritano di essere ripagati con condizioni di lavoro sempre più usuranti e disagiate e con un ulteriore taglio delle retribuzioni, peraltro tra le più basse d’Italia, come certificato dai dati del Conto Annuale dello Stato”, scrivono nella nota indirizzata a Giani e Bezzini. “Non meritano di veder in molti casi non applicato il CCNL, non meritano di veder calpestati accordi solennemente sottoscritti e non meritano – dopo aver assolto interamente ed al dì là del dovuto i propri doveri - di veder compressi i propri diritti”.

26 luglio 2022
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