Pnrr. Bezzini (Toscana): “Il governo riveda le sue scelte sulla sanità territoriale”
L’assessore a un incontro Cgil con Filippi a Pisa: “Il governo torni indietro sulla decisione di rimodulare gli investimenti previsti dal Pnrr sulla sanità territoriale. Noi avevamo fatto una programmazione, rispettando i cronoprogrammi che il Pnrr definiva, e oggi ci dicono che forse un 20/30% di strutture dovrebbe essere collocato su altre fonti di finanziamento. Stiamo realizzando un nuovo modello di assistenza territoriale”.
26 SET - “Il governo torni indietro sulla decisione di rimodulare gli investimenti previsti dal Pnrr sulla sanità territoriale”. Lo ha detto l'assessore regionale al diritto alla salute,
Simone Bezzini, ieri a margine dell’incontro organizzato dalla Cgil di Pisa intitolato ‘Sanita': difendiamo insieme la sanità pubblica’, svoltosi all’ospedale Cisanello di Pisa.
“Noi avevamo fatto una programmazione - ha spiegato -, rispettando i cronoprogrammi che il Pnrr definiva, e oggi ci dicono che forse un 20/30% di strutture dovrebbe essere collocato su altre fonti di finanziamento. Abbiamo fatto progetti, siamo andati avanti e stiamo per firmare contratti per la costruzione del nuovo modello di assistenza territoriale, di cui tanto abbiamo parlato e che ora andrebbe realizzato”.
Secondo il presidente del Consiglio regionale,
Antonio Mazzeo, “un bimbo che nasce nel borgo più piccolo della regione deve avere gli stessi diritti di chi nasce nel capoluogo, e per fare ciò abbiamo bisogno di più sanità pubblica: abbiamo presentato una proposta di legge che chiede di mettere almeno il 7,5% del Pil sul fondo sanitario nazionale”.
Durante l’incontro è stata rilanciata la mobilitazione nazionale del 7 ottobre a Roma per contestare i “tagli, il definanziamento e le condizioni di lavoro inaccettabili per i lavoratori del comparto”.
“Nell'ultimo Def presentato la scorsa primavera – ha sottolineato
Andrea Filippi, segretario nazionale della Fp Cgil medici e dirigenti Ssn - si è ridotto ulteriormente il finanziamento per la sanità pubblica portandolo, entro il 2026, al 6,2% del Pil. Serve un’ampia mobilitazione, occorre ricostituire un'idea di società che purtroppo si è smarrita negli anni ed è diventata sempre più individualista”.
26 settembre 2023
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